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Satira
ieri alle ore 13:01 - 4.464 visualizzazioni ### L'influenza che ha già steso tre milioni e mezzo di italiani arriva al Bar Sport
Briga Novarese, 7 dicembre 2025, ore 10:42 del mattino.
Il termometro segna 4 gradi fuori e 41 dentro, perché Tonino «il Termosifone» ha appena aperto la porta per la settima volta gridando «Fa un freddo cane!» e lasciando entrare tutto il gelo del Verbano.
Sul televisore da 14 pollici appeso storto sopra lo scaffale delle grappe passa il TG:
«Influenza stagionale, già 3,3 milioni di italiani a letto, variante resistente agli antivirali».
El Poeta, titolare nonchè filosofo del cappuccino, pulisce il bancone con uno straccio che ha più batteri del virus stesso e sentenzia in rima:
«Tre milioni e trecentomila / son tutti sotto la coperta fina / tossiscono, starnutiscono, sudano / e il termometro gli fa “bip” da matti, madonna!»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, ha già pronto il taccuino unto di burro:
«Ragazzi, questa è la notizia dell'anno! È un'epidemia biblica! Manca solo che arrivino le cavallette e poi abbiamo il set completo dell'Apocalisse!»
Il ragionier Gualtieri, che è venuto al bar con la mascherina FFP2 messa al contrario (la parte metallica sul mento), alza l'indice tremolante:
«Io l'ho detto anni fa: il virus lo portano i piccioni di Novara! Sono organizzati, hanno un sindacato, si chiamano “Colombi in Lotta”.»
La Mirella, che sta bevendo il suo solito cappuccino con panna alta tre dita, sbuffa:
«Ma quale piccione, ragioniere! È colpa dei cinesi, come sempre! L'altro ieri ho visto uno che starnutiva dentro il risotto alla milanese. Roba da galera!»
Entra il Peppone, meccanico, barba alla Fidel, sciarpa del Novara Calcio avvolta fino agli occhi, voce da grotta:
«Io ho 39 e mezzo da tre giorni. Mi sono misurato la febbre con la chiave a bussola: segnava “stringere ancora”.
Otello «Calorifero», il barista, gli piazza davanti un grog corretto con tre gocce di Vicks VapoRub:
«Bevi questo, Peppone. È la cura del nonno. Se non passa il virus, almeno ti disinfetti l'alito.»
Tonino continua a scrivere:
«Titolo: “Influenza 2025, il virus che fa più vittime del codice della strada a Ferragosto”. Sottotitolo: “A Briga Novarese resiste solo il ragionier Gualtieri perché è già vaccinato contro tutto, pure contro l'amore”.»
Il ragionier Gualtieri si offende:
«Io sono vaccinato con il siero della vecchia lira! Quello sì che era un vaccino serio: ti faceva venire la febbre a 40 solo a guardarla!»
Entra di corsa la signora Pina, cliente storica, con la borsa della spesa e la faccia rossa come un peperone:
«Ragazzi, correte! Alla Coop non c'è più Tachipirina! C! Hanno fatto la fila dalle cinque del mattino! C'era uno che tossiva e ha detto “scusate” e gli hanno risposto tutti “salute” in coro, sembrava la messa!»
El Poeta alza le braccia al cielo:
«Se manca la Tachipirina / è la fine della medicina / ci cureremo con vino rosso / e un bacio della Mirella, che è pericoloso!»
La Mirella gli tira una brioche in testa. La brioche rimbalza sul bancone e finisce nel cappuccino del Peppone, che la pesca e se la mangia comunque:
«Proteine.»
Tonino chiude il taccuino con aria da premio Pulitzer:
«Conclusione dell'articolo: il virus è tremendo, ma qui al Bar Sport siamo immuni. Perché tra il fumo del Calorifero, l'alito del Peppone e le rime del Poeta, nessun germe ha il coraggio di entrare. Al massimo tossisce fuori dalla porta e se ne va.»
Otello «Calorifero» alza il volume del televisore: il giornalista dice che la variante si chiama “H1Nonserveunaccidente”.
Tutti in coro, starnutendo:
«Salute!»
E il Bar Sport, per l'ennesima volta, salva il mondo.
Con un grog, una brioche bagnata e tre milioni e mezzo di italiani a letto.
P.S. Il ragionier Gualtieri ha appena starnutito.
Tonino sta già scrivendo il seguito: «Briga Novarese cade. Resta solo la Mirella, che è allergica anche ai virus».Leggi tutto...
Satira
29 Novembre - 4.078 visualizzazioni ### La tredicesima è arrivata… ma sembra un biglietto dell'autobus scaduto - (Bar Sport, Briga Novarese, 29 novembre 2025, ore 10:14 precise)
El Poeta alza la saracinesca con la solennità di chi sta inaugurando il Duomo di Milano e già urla la sua rima del mattino:
«Apriamo i battenti, arriva la grana,
ma se la tocchi ti scotta la mana!»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale, entra con il cappotto aperto anche se fuori ci sono meno due gradi. Ha in mano il telefono rotto da tre anni e fa finta di leggere le agenzie:
«Ragazzi, bomba! La tredicesima è stata accreditata! Sedici milioni di pensionati e venti di dipendenti! È come se Babbo Natale avesse sbagliato indirizzo e fosse finito direttamente in banca!»
Il ragionier Gualtieri, che sta centellinando lo stesso cappuccino dal 2017, alza un sopracciglio così in alto che sembra voglia scappare dalla fronte:
«Tonino, se arriva la mia tredicesima è perché hanno sbagliato conto. L'ultima volta che ho visto soldi veri era il 1998 e c'era ancora la lira.»
Dalla cucina esce la Mirella con il vassoio dei cornetti, uno più storto dell'altro:
«Io la tredicesima l'ho già spesa. Ho comprato tre gratta-e-vinci e un calendario dei vigili del fuoco. Totale: meno quarantadue euro. Quindi tecnicamente sono in credito con lo Stato.»
Peppone, il meccanico con la barba che sembra un nido di rondini arrabbiate, sbatte sul bancone una busta paga tutta unta di grasso:
«Guardia:
«Guardate qua: tredicesima lorda 1.842 euro. Netta: 1.126. Praticamente l'Inps mi ha fatto lo sconto famiglia numerosa… ma io sono figlio unico!»
Otello «Calorifero», il barista, pulisce un bicchiere che è già più lucido del futuro di certi politici e sentenzia:
«Sapete che vi dico? La tredicesima è come l'amore: tutti ne parlano, tutti dicono di averla avuta grossa, ma alla fine ti rimane solo il ricordo e una bolletta da pagare.»
Entra in quel momento il professor Pautasso, insegnante in pensione, con la sciarpa annodata come un nodo gordiano e gli occhiali spessi come fondi di bottiglia:
«Scusate, ma a me è arrivata una mail dalla banca: “Congratulazioni, le abbiamo accreditato 0,87 centesimi di tredicesima”. Zero virgola ottantasette! Con quelli ci compro mezzo francobollo… ma solo se è in saldo!»
Tonino il Termosifone si alza in piedi sul tavolino (rischiando di far cadere tre sedie e un presepe incluso):
«Titolo per la cronaca del bar: “La tredicesima 2025 è arrivata, ma è così piccola che per vederla serve il microscopio del liceo scientifico!”»
La Mirella applaude e aggiunge:
«E comunque io l'ho già data a mia nuora. Dice che le serve per il Black Friday. Black un cavolo: è diventata direttamente rossa, la tredicesima.»
El Poeta, ispirato, chiude con la rima finale mentre stappa una birra per sé (tanto paga Pantalone):
«Arriva la tredicesima, che gioia, che festa,
ma dopo le tasse resta solo la cresta.
E se chiedi dov'è finita la grana vera
ti rispondono: “È andata in ferie… pure lei, la povera!”»
Silenzio.
Poi tutti insieme, in coro:
«Calorifero, un giro di caffè… che tanto oggi offre lo Stato!»
Calorifero guarda la cassa vuota, sospira e mormora:
«Lo Stato offre, sì… ma con la carta di credito di mia moglie.»
E così, nel Bar Sport di Briga Novarese, anche quest'anno la tredicesima fu.
Ma durò lo spazio di un battito di ciglia… e di un prelievo Inps.Leggi tutto...
Vaccata
30 Novembre - 3.938 visualizzazioni Volevo solo chiedere: Qualcuno di voi è riuscito a passare l'esame del "Patentino" di FacciaBuco?
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4 Dicembre - 3.847 visualizzazioni ### Bar Sport, Briga Novarese, 4 dicembre 2025, ore 18:47 (fuori piove come se Dio avesse aperto il rubinetto del cielo e poi fosse andato a giocare a burraco) - Boom turisti stranieri a Natale.
Il televisore a tubo catodico (ancora vivo per miracolo e per la colla Patex) spara il telegiornale:
«Boom di turisti stranieri a Natale: oltre quattro milioni di arrivi, 3,5 miliardi di spesa. Montagna al 46,6%.»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con lo strofinaccio che ha più storia della Resistenza e sentenzia:
«Quattro milioni di stranieri…
che vengono qui a mangiar polenta
e poi tornano a casa contenti
perché hanno risparmiato sulla terapia.»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, estrae il suo taccuino (un vecchio registro delle bollette del gas del 1998) e scrive con la Bic quasi scarica:
«Notizia epocale: il turista straniero ha scoperto che la fonduta è più economica del psicologo. E non ti fa domande personali.»
Il ragionier Gualtieri, che ha la calcolatrice incorporata nel cervello e il maglione natalizio da ventitré anni di fila, alza l'indice come se stesse per fare la dichiarazione dei redditi:
«Tre virgola cinque miliardi! Sapete quanto fa a testa? Ottocento settanta euro cadauno! Con ottocento settanta euro io ci campo fino a Pasqua, vino compreso!
La Mirella, che è al bancone da quarant'anni e ha visto passare più turisti che fidanzati, sbuffa mentre mescola lo zucchero nel cappuccino con la velocità di un trapano:
«Vengono qui, fotografano il presepe, poi chiedono il gluten free. Ma quale gluten free? La polenta è fatta di mais, non di rimpianti!»
Entra Peppone, il meccanico, barba lunga fino al petto e mani nere come l'anima di un commercialista. Si scrolla la pioggia dal giaccone:
«Ho appena revisionato un SUV tedesco. Dentro c'erano sci, racchette, fonduta portatile e un bambino che parlava solo inglese. Il bambino mi ha chiesto se qui nevica davvero. Gli ho detto: “Sì, ma solo quando arriva il conto”.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un grappino a tutti senza chiedere. Tanto lo pagherà il ragionier Gualtieri, come da tradizione millenaria:
«Quest'anno prenotazioni al 46,6% in montagna. Il restante 53,4% viene qui da noi a Briga Novarese a guardare il lago ghiacciato e a chiedere dov'è la spa. La spa? È il mio termosifone, signori, scalda da trent'anni e non ha mai chiesto ferie.»
Arriva di corsa il Beppe del minimarket, con il grembiule ancora addosso e l'affanno di chi ha appena venduto l'ultimo pandoro:
«Ragazzi, ho finito i formaggi! Un francese mi ha comprato tutto il gorgonzola “per fare la fondue”. Gli ho detto: “Ma signore, la fondue si fa con il groviera”. E lui: “No no, io voglio il gorgonzola, è più autentico”. Autentico un corno! Domani lo mangia e chiama l'ambulanza pensando sia veleno medioevale!»
Tonino il Termosifone alza la penna come una spada:
«Titolo di domani sul mio giornalino parrocchiale:
“Stranieri invadono Italia per mangiare male ma con passione”.»
El Poeta chiude la serata con una rima che gli viene dal cuore:
«Vengon da Londra, da Berlino, da Parigi,
a spendere soldi e a far foto ai presepi.
Poi tornano a casa felici e contenti
e noi restiamo qui… coi conti.»
Tutti alzano il bicchiere. Fuori continua a piovere. Dentro, il termosifone gorgoglia come un vecchio saggio.
E Briga Novarese si prepara all'invasione: quattro milioni di turisti, zero posti letto liberi e un solo gorgonzola rimasto.
Che Dio ce la mandi buona. O almeno una fonduta decente.Leggi tutto...
Satira
1 Dicembre - 3.844 visualizzazioni ### Bar Sport, Briga Novarese, 1° dicembre 2025, ore 10:42 - Mattarella incontra la Presidente moldava Maia Sandu
Il televisore a tubo catodico (che El Poeta si rifiuta di cambiare “perché fa ancora le righe come i tramonti&rdquo😉 sta mostrando il Quirinale. Mattarella stringe la mano a Maia Sandu, presidente della Moldavia. Sotto, la scritta: «Incontro al Quirinale».
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, sta scrivendo sul retro di una distinta del totocalcio con la biro che perde inchiostro come lacrime di coccodrillo.
«Titolo del giorno!» grida. «Mattarella riceve la Sandu: finalmente qualcuno che non chiede il reddito di cittadinanza!»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con uno strofinaccio che ha più storia del Risorgimento.
«Sandu… Sandù… suona come un gelato» fa in rima.
«Arriva la Sandu, con la faccia da pandù,
e Mattarella la guarda e pensa: “Ma chi l'ha mandà?”»
Il ragionier Gualtieri, che ha lavorato trentotto anni all'INPS e ancora controlla le buste paga dei sogni, alza la tazzina di caffè come fosse un calice.
«Io l'ho detto: la Moldavia è il buco nero d'Europa. Là il PIL è una barzelletta. E noi li riceviamo al Quirinale? Ma mandiamoli da Salvini al Brennero, che almeno gli fa vedere il muro!»
La Mirella, che arriva sempre con la borsa della spesa piena di detersivi e di pettegolezzi freschi, scuote la testa.
«Io non capisco. La Moldavia dove sta? Sopra la Svizzera o sotto il divano?»
Peppone, meccanico con la barba che sembra un copertone bruciato, entra asciugandosi le mani con uno straccio nero petrolio.
«Moldavia? È quella dove fanno il vino che sa di tappo e di nostalgia. L'ho bevuto una volta a un matrimonio. Dopo tre bicchieri parlavo russo e piangevo per la steppa.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un bianchino a un cliente che non ha chiesto niente.
«Calorifero, ma che c'entra la Moldavia con noi?» chiede Tonino.
«C'entra, c'entra» risponde Calorifero con la faccia di chi la sa lunga. «Perché se domani ci invadono, noi non abbiamo l'esercito. Costa Rica docet. Al massimo mandiamo la Mirella con la borsa della spesa. Due sporte di detersivo Dixan e li stendiamo tutti.»
Entra il professor Cavenaghi, pensionato di lettere, con il cappotto lungo fino ai piedi e l'aria da chi ha letto troppi Dostoevskij.
«Signori, la Moldavia è l'ultimo avamposto dell'anima slava! Là c'è ancora la poesia della miseria! Qui invece abbiamo solo il reddito di cittadinanza e il panettone Motta in offerta!»
Tonino scribacchia furiosamente.
«Nuovo titolo: “Mattarella abbraccia la Sandu, la Moldavia abbraccia il nostro welfare: tra un po' arrivano tutti in corriera!”»
El Poeta si mette a cantare con la voce da tenore ubriaco:
«Oh Maia, Maia,
che vieni da Chisinau,
portaci il vino e il caviale,
ma il conto lascialo a Gualtieri, che ha lavorato all'INPS e sa come fare!»
Il ragionier Gualtieri si alza di scatto.
«Io? Io ho già pagato per mezza Africa! Ora pure la Moldavia? Ma fatemi il piacere! Piuttosto aboliamo il Quirinale e ci mettiamo un self-service: entri, ti prendi la presidenza, paghi con la tessera sanitaria e via.»
La Mirella tira fuori dalla borsa una forma di formaggio.
«Io porto il formaggio di montagna. Se arriva la Sandu glielo offro. Così capisce che qui siamo gente seria. Formaggio e salame: altro che accoglienza istituzionale.»
Peppone batte il pugno sul bancone.
«E io le sistemo la macchina! La Dacia della Sandu gliela faccio volare! Due candele nuove e arriva fino a Timbuctù senza fermarsi al Brennero!»
Tonino alza il foglietto come fosse un editto papale.
«Articolo finito! “Incontro Mattarella-Sandu: al Bar Sport già si prepara l'accoglienza alternativa: formaggio, vino moldavo e revisione gratuita. Perché la diplomazia vera si fa coi detersivi e le chiacchiere.”»
El Poeta chiude in bellezza:
«E se la Moldavia ci invade,
noi la battiamo a briscola chiamà,
con la Mirella che fa il carico
e Gualtieri che conta i punti con l'INPS nel cuore!»
Il televisore passa alla pubblicità del pandoro. Nessuno lo guarda più.
Al Bar Sport di Briga Novarese, la politica estera è già stata risolta tra un bianchino e una fetta di salame.
E la Sandu, là al Quirinale, ancora non sa quanto le costerà fermarsi a bere un caffè da queste parti.Leggi tutto...
Vaccata
25 Novembre - 3.795 visualizzazioni ### La Legge del Sì-Sì
(Edizione straordinaria dal Bar Sport di Briga Novarese, 25 novembre 2025)
Ore 11:47. Nel Bar Sport di Briga Novarese la televisione, quella che ha ancora il tubo catodico e la scritta “Rai 1” appiccicata con lo scotch, trasmette il Tg che parla della nuova legge sul consenso: «Da oggi, senza un sì esplicito, è stupro».
Silenzio tombale. Persino il flipper smette di fare “tilta-til-ta”.
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, alza la testa dal suo taccuino unto come un copertone:
«Allora, ricapitolando: se lei non dice “sì” ad alta voce, tipo “sì, voglio”, è reato? E se dice “mah”, che facciamo, processo per tentato tentennamento?»
El Poeta, titolare, si asciuga il bicchiere con lo strofinaccio che ha più storia del Risorgimento e butta lì la rima:
«Se non c'è il sì chiaro e tondo,
finisci dritto al gabbio profondo.»
Il ragionier Gualtieri, che da trent'anni aspetta la pensione integrativa, si aggiusta gli occhiali spessi come fondi di bottiglia:
«Io già lo sapevo. Mia moglie dal '78 non dice né sì né no, dice solo “fai in fretta che c'è il telegiornale”. Ecco perché dormo sul divano da trentasette anni: ero un precursore del consenso!»
La Mirella, che entra con la pelliccia sintetica anche se ci sono 12 gradi, sbatte la borsa sul bancone:
«Finalmente! Adesso se mio marito mi tocca senza chiedere il permesso verbale, lo denuncio e mi prendo la casa, il cane e il posto auto. Era ora che la legge riconoscesse il mio silenzio come un no urlato a squarciagola!»
Il Peppone, meccanico con la barba che sembra cresciuta dentro un motore diesel, alza il dito unto di grasso:
«Scusate, ma in officina come funziona? Se una cliente mi porta la Panda e io cambio l'olio senza che lei dica “sì, cambia pure l'olio”, mi arrestano per violenza meccanica?»
Otello, detto «Calorifero» perché è sempre rosso e suda anche a febbraio, versa un giro di grappa corretto con la paura:
«Ragazzi, io sono rovinato. Stamattina ho servito due caffè senza chiedere “vuoi lo zucchero?”. Due denunce sicure. Domani porto il modulo: “Desidera apporre la firma per il cappuccino?”»
Tonino «il Termosifone» apre il taccuino e legge ad alta voce:
«Notizia dell'ultima ora: il Ministero ha già pronto il modello C-69, “Dichiarazione preventiva di consenso intimo”. Va compilato in triplice copia, vidimato dal notaio e controfirmato dal parroco. Se perdi la copia rosa, devi ricominciare da capo.»
El Poeta, ispirato, compone sul momento:
«Se vuoi un bacio, caro mio,
prima firma, poi dammi il sì.
Se taci o fai lo gnorri,
son dieci anni senza sorri.»
Il ragionier Gualtieri si alza in piedi, drammatico:
«Allora è finita! Io che volevo fare il romantico con la signora Pina del terzo piano… niente più “Ti va un cinema?”… adesso devo mandarle raccomandata A/R con allegato il piano della serata, punto per punto, con casella “acconsento” e “non acconsento”!»
La Mirella ride così forte che le cade la sigaretta nella scollatura:
«E se lui russa dopo? È violenza acustica non consensuale? Lo denuncio pure per quello!»
Calorifero alza le mani, sudato fradicio:
«Da domani metto il cartello: “Prima di ordinare, dire chiaramente: sì, voglio un bianchino”. Chi dice “boh” lo mando fuori a calci. È per la sua sicurezza.»
Tonino chiude il taccuino con solennità:
«Storia d'Italia, capitolo nuovo: il Paese dove per fare l'amore serve il 730 precompilato. Briga Novarese è pronta. Abbiamo già ordinato le penne bic e i timbri “visto – si consenzia”.»
El Poeta, ultimo colpo di genio:
«Chi non dice sì con la voce,
finisce in cella senza croce.
Ma se dice sì e poi si pente,
è violenza retroattivamente!»
E tutti, in coro, alzano il bicchiere:
«Alla salute della nuova legge! Che almeno adesso sappiamo perché il termometro segna zero: nessuno ha chiesto il consenso al freddo!»
Fine.
(Brindisi obbligatorio con grappa barricata. E firma in triplice copia, mi raccomando).Leggi tutto...
Satira
2 Dicembre - 3.677 visualizzazioni Rapine tra minorenni a Milano - Bar Sport, Briga Novarese, 2 dicembre 2025, ore 10:42 del mattino.
Fuori piove a secchiate, dentro il termosifone (quello vero) sibila come se avesse fumato troppe sigarette senza filtro.
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, è seduto al tavolino d'angolo con la penna Bic arancione e un tovagliolo che ormai sembra la Sindone dopo la lavatrice.
«Ragazzi, notizia bomba!» grida agitando il tovagliolo.
«A Milano hanno arrestato nove minorenni che rapinavano altri minorenni! Nove! È come se i ladri di merendine avessero fondato una start-up!»
El Poeta, dietro il banco, pulisce un bicchiere con uno strofinaccio che ha più storia del Duomo:
«Nove baby-rapinatori…
che rubano ai baby-lavoratori…
per comprarsi baby-smartphone…
e farsi baby-selfie da baby-delinquenti…
oh che baby-dramma sociale, porca trottola!»
Il ragionier Gualtieri, che legge Il Sole 24 Ore aperto alla pagina del cruciverba, alza un sopracciglio:
«Ma scusate, se rubano tra coetanei non è più una rapina, è un abbonamento a rate. Tipo “WindTre Delinquency”: primo mese gratis, poi ti scippano l'iPhone ogni trenta giorni».
La Mirella, che sta mangiando un tramezzino al tonno da quarantacinque minuti (record personale), sbotta:
«Ai miei tempi al massimo ti rubavano il ciclostile della professoressa di matematica. E lo facevamo per amore dell'anarchia, non per avere gli AirPods!»
Entra Peppone, il meccanico, con la barba piena di grasso e l'aria di chi ha appena riparato un trattore con la forza del pensiero.
«Io dico che è colpa dei genitori» tuona asciugandosi le mani sul grembiule.
«Quando io ero piccolo mio padre mi dava uno schiaffone e mi mandava a zappare l'orto. Oggi i genitori gli comprano il motorino a quattordici anni e poi si stupiscono se usano il casco per rapinare!»
Otello «Calorifero», il barista, versa un caffè a un cliente che non l'ha chiesto:
«Sentite questa: li hanno beccati perché uno dei nove, durante la rapina, ha fatto una storia Instagram con scritto “Sto lavorando 😂🔥”. Geni del crimine, proprio. La polizia li ha trovati seguendo gli hashtag #rapinachepassione e #milanoènostra».
Tonino scribacchia furiosamente sul tovagliolo:
«Titolo di domani: “Baby-gang alla milanese: rubano l'iPhone 16 per fare TikTok sul furto dell'iPhone 16”. Sottotitolo: “La circular economy del male”».
Il ragionier Gualtieri chiude il giornale:
«Comunque è un buon investimento. Rubi un telefono da mille euro, lo rivendi a trecento, compri un bilocale a Rogoredo. Tra vent'anni sono tutti proprietari».
La Mirella scuote la testa:
«Poveretti. Quando cresceranno e andranno in galera, almeno avranno esperienza pregressa da mettere nel curriculum: “2019-2025: responsabile acquisizioni coattive presso minorenni vari”».
El Poeta alza le braccia al cielo:
«Oh gioventù bruciata…
che brucia pure le tasche altrui…
col motorino truccato…
e il futuro bruciacchiato…
ma che brucia, brucia, brucia!»
Tonino piega il tovagliolo, lo infila nel taschino come fosse un Oscar:
«Ecco fatto. Cronaca completa. Domani la mando a Repubblica. Oppure la uso per pulirmi la bocca, dipende se mi avanza il prosciutto».
Fuori continua a piovere.
Dentro, il termosifone (quello vero) emette l'ultimo rantolo e si spegne.
«Visto?» dice Peppone. «Anche lui si è arreso alla delinquenza giovanile».Leggi tutto...
Vaccata
23 Novembre - 3.641 visualizzazioni Bar Sport di Briga Novarese, ore 10:37 di una domenica che piove come se Dio avesse dimenticato il rubinetto aperto.
Al bancone, Otello detto «Calorifero» sta asciugando un bicchiere con la stessa energia di chi spolvera la tomba di famiglia: lento, solenne, quasi commosso.
Entra Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, con il cappotto fradicio e l'aria di chi ha appena scoperto l'America ma si è dimenticato di portarla a casa.
«Ragazzi, notizia bomba!» urla, spruzzando acqua ovunque come un labrador felice.
«Hanno tolto i bambini alla famiglia del bosco!»
Silenzio. Persino la macchinetta del caffè sembra trattenere il respiro.
Il ragionier Gualtieri alza un sopracciglio così in alto che gli arriva alla stempiatura.
«Quale bosco? Quello dopo il cimitero o quello prima del discount?»
«Quello vero, ragioniere. Loro ci vivevano dentro. Capanna, fuoco, tre bimbi scalzi, papà con la barba fino alle ginocchia e mamma che sembrava la fata Turchina ma versione survival.»
El Poeta, titolare e rimatore, si pulisce le mani nel grembiule e sentenzia:
«Famiglia di bosco, che bel sogno antico,
li han portati via col codice civile in mano e il cuore di plastica.»
La Mirella, che stava limando l'unghia del mignolino come se fosse un'opera d'arte, sbotta:
«Ma vi rendete conto? Tre creature cresciute con l'aria buona, il canto degli uccelli, la libertà… e adesso li mettono in una comunità con le piastrelle bianche e la psicologa che gli chiede “come ti senti” ogni mezz'ora!»
Peppone, barba unta d'olio e mani nere come la sua coscienza fiscale, scuote la testa:
«Io lo dico da anni: se vuoi stare tranquillo in Italia devi vivere in un appartamento con l'amministratore rompicoglioni. Almeno lì nessuno ti porta via i figli perché “mancano le prese a terra”.»
Tonino si arrampica sullo sgabello come un reporter di guerra:
«Sentite il dettaglio: il giudice ha scritto “pericolo di mancata socializzazione”. Cioè, i bambini giocavano con le pigne invece che con l'iPad! È reato ormai?»
Calorifero, che di solito parla solo per chiedere “liscio o gassato”, si lascia andare:
«Ai miei tempi socializzavamo a botte di ceffoni dietro la chiesa. E guarda che bei sociopatici che siamo diventati.»
Gualtieri estrae il telefono, legge il comunicato del tribunale e scoppia a ridere:
«Qui c'è scritto che i piccoli “non conoscevano l'uso del water”. Ma signori miei, nemmeno io lo conosco! Io lo uso, sì, ma conoscerlo… è un water, non una persona!»
El Poeta si mette in posa tragica:
«Bimbi del bosco, ora imparerete il Wi-Fi,
la password è “benvenuti-nella-gabbia”,
e il lupo cattivo non ulula più,
fa l'assistente sociale e ti chiede i documenti.»
La Mirella si commuove davvero:
«Pensa che tra vent'anni quei tre diranno: “Papà, ma è vero che tu cagavi dietro un cespuglio?” e il padre piangerà in silenzio guardando il bagno piastrellato.»
Peppone alza il cappuccino come se fosse un calice:
«Brindiamo alla civiltà: abbiamo salvato tre bambini dal rischio di essere felici.»
Tonino chiude il cerchio, con gli occhi lucidi da cronista che ha visto troppi mondiali:
«E comunque, state tranquilli: il bosco resta lì. Vuoto. Pronto per la prossima famiglia che vorrà vivere libera…
fino al prossimo assistente sociale con la 500 bianca e il cuore di carta bollata.»
Calorifero riattacca a asciugare lo stesso bicchiere.
El Poeta sussurra:
«Nel bosco ora c'è solo silenzio,
e un water che nessuno userà mai.»
E fuori continua a piovere, come se anche il cielo, per una volta, fosse d'accordo con i matti del Bar Sport.Leggi tutto...
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