STARZ: steviecooder Grazie x il pippone propagandistico 🙏😉
Quello professato da Milei è anarco-turbo liberalismo, assolutamente incompatibile con la storia e la "cultura" ideologica della destra ex missina-AN-FdI. Con buona pace delle photo opportunity dell' opportunista ducetta, qual piuma al vento...
steviecooder: STARZ il mio riferimento è il liberismo , molti degli attuali politici mi hanno nauseato , dx e sx senza distinzioni . Il liberismo è come una bella teoria matematica: elegante, coerente, ma difficile da applicare in un mondo imperfetto. È un po’ come osannare la dieta perfetta mentre si mangia la pizza davanti alla TV.
steviecooder: STARZ Lawfare: quando la giustizia diventa arma politica In un’epoca in cui la fiducia nelle istituzioni democratiche vacilla, il fenomeno del lawfare si impone come una delle minacce più insidiose alla sovranità popolare. Non si tratta di una semplice distorsione del diritto, ma di una strategia sofisticata: usare la legge come strumento di guerra politica. E se l’America Latina ne è oggi il teatro più evidente, l’Italia ne ha fornito il copione.
In Argentina, lo scandalo che coinvolge Karina Milei — sorella del presidente e figura chiave del governo — ha riacceso il dibattito. Le accuse di tangenti, basate su intercettazioni non ancora validate, sono state amplificate da una stampa aggressiva e rilanciate da settori della magistratura che sembrano più interessati a orientare il consenso che a garantire giustizia. Il risultato? Un’opinione pubblica polarizzata, un governo sotto assedio e una democrazia che barcolla sotto il peso della sfiducia.
Ma non è un caso isolato. In Brasile, Lula è stato escluso dalle elezioni del 2018 per una condanna poi annullata. In Ecuador, Rafael Correa vive in esilio. In Bolivia, Evo Morales è stato costretto a fuggire. Tutti casi in cui la giustizia ha agito con tempismo sospetto, spesso in sinergia con media compiacenti.
E l’Italia? Tangentopoli ha segnato la fine della Prima Repubblica, ma anche l’inizio di una magistratura protagonista, capace di orientare il destino politico del Paese. Le rivelazioni di Luca Palamara hanno mostrato come le correnti interne alla magistratura possano influenzare nomine, indagini e carriere. La stampa, da parte sua, ha spesso anticipato le sentenze, trasformando il giornalismo d’inchiesta in tribunale mediatico.
Il lawfare non è solo una questione giuridica. È una questione democratica. Quando la giustizia perde la sua neutralità e la stampa la sua responsabilità, il cittadino perde il suo diritto a una verità non manipolata. Serve una riforma profonda: garantire l’indipendenza dei magistrati, tutelare il giornalismo libero e promuovere un’educazione civica che renda il popolo consapevole e vigile.
Perché la democrazia non muore solo con i colpi di Stato. Può morire anche tra le pieghe di un verbale, tra le righe di un editoriale, tra le ombre di un processo che non cerca giustizia, ma vendetta.
E' già venerdì. Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno. Di Luciano Ragno
L'ultimo colpo al rispetto.
Viene dall'Argentina. Il presidente Javier Milei ha ripristinato definizioni che la cultura aveva cancellato da anni – con un grande segno di maturità- dal parlare comune nei confronti della disabilità. Termini offensivi della persona. Ma Milei in un attimo , con la sua ormai ben nota motosega, fa un salto indietro. E così nella classificazione degli individui con problemi, sui documenti si dovrà scrivere: idiota : chi non sa né leggere e né scrivere e non è autosufficiente. imbecille : chi sa solo realizzare compiti rudimentali. ritardato: chi ha problemi mentali. Con precisazioni: lieve, modesto, grave. Non è una proposta che Milei ha fatto in un discorso fra chi lo vota- ormai prende consensi solo chi vuol tornare al passato- ma è una norma di legge che è già a pagina 37 sulla “Gazzetta Ufficiale della Disabilità”, un documento che ridefinisce i criteri relativi alla pensione di invalidità. Il mondo sta avviandosi verso il baratro della disumanità. Anche in fetta, perdendo per strada l'anima. Fermiamolo.
Barbyturiko: Noi i Milei li abbiamo al governo ma non uno, sono disseminati in tutti i ministeri, non fanno leggi così crude, ma c'assomigliano perché, sono farraginose ad arte, ti rendono la vita impossibile, ti tolgono i fondi un po' alla volta, ti calano lentamente nella disperazione, che quasi sempre per pudore, resta fra le mura domestiche, mentre l'indifferenza dilaga....che ci pensi qualcun'altro finché....non ti capita ed allora....