Post di Ombromanto in ordine cronologico
Chiacchiera
oggi alle ore 14:48 - 3.261 visualizzazioni Io come credo tanti non ci riuscirei, ma perché condannare chi lo fa???
Al peggio non c'è mai fine? Non so se avete seguito la storia della famiglia abruzzese accusata e crocifissa dai media di mezza italia! La loro colpa? Voler essere liberi in un mondo di uomini fotocopia! Sto parlando di Nathan e Catherine Birmingham, una coppia di origine australiana, che ha scelto di vivere assieme ai figli nei boschi dell'Abruzzo. Non lo avessero mai fatto.
Negli ultimi giorni questa famiglia ha ricevuto tonnellate di fango mediatico. C'è chi gli ha accusati di maltrattare i propri figli, chi li ha paragonati a dei selvaggi. «Vivono senza luce e acqua corrente!» leggo su un giornale. «Bambini cresciuti nell'isolamento più totale, senza poter andare a scuola». E via con titoli fuorvianti e sensazionalistici.
Ma se andate ad approfondire lo loro storia, scoprirete che non sono per niente come li hanno dipinti i giornali! Hanno un impianto fotovoltaico, raccolgono l'acqua dal pozzo, coltivano la terra, fanno homeschooling, come la legge consente. Insomma, nessun dramma sociale, come quello descritto dai media, ma una scelta di vita alternativa alla ricerca di quelle cose che si chiamano semplicità, autenticità, contatto con la natura. Vi sembra pericoloso?
E allora mi domando: ma che fastidio dà questa famiglia? Che minaccia rappresenta? Ma vedete è proprio questo il punto. Questa famiglia non dipende dal sistema. Non consuma come vuole il mercato. È libera. E la libertà dà fastidio, oggi come ieri. I giornali parlano di «isolamento» come se crescere in mezzo alla natura fosse una malattia. Ma isolati da cosa? Da un mondo che chiama «educazione» mettere un tablet in mano a un bambino di cinque anni? Che reputa normale ammassarsi per ore nei centri commerciali soltanto per comprare un paio di scarpe che un tizio in televisione ha detto essere desiderabili? Se questa è la normalità, allora ben venga un po' di STRANEZZA.
Perché la vera povertà non è vivere senza corrente, ma vivere senza libertà. Più che ambire al titolo di dottore, ognuno cerchi di guadagnarsi almeno quello di egregio [da ex gregis = fuori dal gregge] e di pensare con il proprio cervello.Leggi tutto...
Vaccata
ieri alle ore 14:22 - 3.505 visualizzazioni
Chiacchiera
13 Novembre - 3.819 visualizzazioni Quando una persona compie 65 anni in Belgio, il Dipartimento Pensioni gli manda un messaggio dicendo:
"Sei diventato un pensionato e devi inviarci il tuo numero di conto corrente in modo da avere il tuo stipendio mensile. "
- "E se hai un problema, chiamaci a questo numero per fissare un colloquio.... "
E ci sono dei vantaggi:
_ Riduzione per l'affitto della casa
_ C'è un supporto mensile per l'affitto
_ Hai diritto di richiedere alloggi alla previdenza sociale a prezzo nominale
_ Riduzione per l'elettricità
_ Riduzione nei trasporti
_ Garanzia sanitaria semi-gratuita
_ Il dentista è semi-libero, e se non torni dal dentista entro un anno, avrai una multa economica.
📢 Nota: il Belgio è un paese dove non c'è né petrolio né minerali,
... ma c'è chi non ruba.Leggi tutto...
Chiacchiera
13 Novembre - 2.628 visualizzazioni Non devi poter con tutto.
Non devi essere una super mamma, una super moglie, una super professionista, una super casalinga, una super donna.
Perché quando il tuo corpo chiederà riposo, quando la tua mente implorerà silenzio,
saranno in pochi a ricordare quante volte hai cercato di essere tutto, tutto insieme.
E allora, sì: lascia pure i piatti nel lavandino.
Lascia il bucato per domani.
Compra qualcosa di pronto per cena.
Esci.
Cammina. Respira.
Vai al parco, vai in palestra, vai a farti i capelli.
Mettiti quel vestito che ti piace anche se "non è l'occasione".
Dormici su. Ridici su.
Fermati.
Amati.
Perché i figli crescono.
Il marito può andarsene.
Il lavoro si cambia.
La casa si sporcherà di nuovo.
Ma il tuo equilibrio emotivo?
Quello, se lo perdi, non sempre ha una seconda possibilità.
Non devi dimostrare niente a nessuno.
Devi solo tornare a essere te stessa.
E farlo per l'unica persona che non puoi permetterti di perdere:
te.Leggi tutto...
Vaccata
12 Novembre - 2.973 visualizzazioni
Chiacchiera
12 Novembre - 2.637 visualizzazioni “Sono nato a Schiavonea che è una frazione di Corigliano Calabro. Un borgo sul mare dove torno ogni volta che sono in ferie. Sognavo di fare il pescatore e d'estate mi svegliavo alle 5 per uscire col gozzo.
Mio padre era un grande milanista, faceva il centravanti in serie D, poi si è messo a fare il falegname.
Per me è stato il primo maestro di calcio. Ho ancora il ricordo del suo borsone che odorava d'olio canforato. Sognavo di diventare forte quanto lui.
Per farvi capire il temperamento della famiglia Gattuso, quando papà militava nel Corigliano, doveva affrontare nel derby la Schiavonea. Dietro la recinzione c'era mio nonno, che vedendo giocare il figlio contro il proprio paese gli urlava contro: “Carne venduta”.
I primi calci li ho tirati in paese, sgraffignando le taniche di nafta ai pescatori per farne pali della porta. Giocavo anche cinque ore di fila, sulla spiaggia come i brasiliani, le gambe me le sono fatte lì.
Il legame con la mia terra è forte, io penso in calabrese, è più veloce.
Nel 2006 ho aperto un'azienda ittica per depurare e allevare molluschi. L'ho voluta in Calabria, per dare occupazione ai miei conterranei.
Ho lasciato la mia terra a 13 anni, ho avuto la fortuna di fare un'ottima carriera, ma quando torno a casa, l'emozione è talmente forte che non riesco a controllarla.
Spesso mi capita di andare a sedermi sulla panchina di quel porto, è lì che ho imparato i veri valori della vita come l'umiltà e il sacrificio. Ed è grazie a quei valori se sono salito sul tetto d'Europa e poi del Mondo.
Ecco perché non dimenticherò mai le mie radici".
Gennaro Gattuso, per tutti Ringhio.
Immenso.❤️Leggi tutto...
Chiacchiera
11 Novembre - 3.045 visualizzazioni Non è un membro della famiglia. Non viene pagata per questo. È un'infermiera il cui turno è finito da ore, ma ha rifiutato di lasciare la mano del suo paziente.
Per Kylian, un bambino di sei anni, il reparto di oncologia pediatrica era un luogo spaventoso, soprattutto di notte. Il costante, lieve bip dei monitor cardiaci e delle pompe per flebo erano suoni che associava al dolore e alla paura. Non dormiva bene da giorni.
Sua madre, esausta, era sdraiata su una piccola branda in un angolo, cercando di riposare. L'infermiera di Kylian, una donna di nome Jenna, era alla fine di un estenuante turno di 12 ore quando entrò per l'ultimo controllo. Vide gli occhi di Kylian, spalancati nella luce fioca.
«Che c'è, campione?» chiese dolcemente.
«Ho paura», sussurrò lui, con voce piccola. «Per favore, non lasciarmi.»
Jenna guardò la madre esausta, poi di nuovo Kylian. Il suo turno era finito. Avrebbe dovuto tornare a casa, al suo letto. Invece, prese una sedia da un angolo della stanza.
«Riposi pure», disse alla madre di Kylian, che si era appena svegliata. «Ci penso io a lui.»
Si sedette, prese la piccola mano di Kylian tra le sue e iniziò a parlare. Gli raccontò del suo cane buffo, di cosa avrebbe mangiato a colazione, di qualsiasi cosa che non riguardasse l'ospedale. Piano piano, il respiro del bambino si fece regolare, e i suoi occhi si chiusero.
La madre di Kylian si svegliò al suono del silenzio — il respiro profondo e tranquillo di suo figlio. Vide l'infermiera Jenna, accasciata e profondamente addormentata, il turno finito da ore, ma ancora con la mano saldamente intrecciata a quella del suo bambino. Fu così sopraffatta dall'emozione che iniziò a filmare in silenzio, sussurrando parole di gratitudine per l'angelo che vegliava su suo figlio.Leggi tutto...
Chiacchiera
11 Novembre - 3.094 visualizzazioni QUESTA È LA FINE. Una mamma mi dice con orgoglio: «Mio figlio di 6 anni sa già usare benissimo il telefono, è un prodigio».
Un telefono. A 6 anni. Io non ce l'ho con la tecnologia, anzi. Il problema è che non possiamo saltare le tappe. A quell'età si impara a pedalare una bici, ad allacciarsi le scarpe, a disegnare. Non a scrollare un feed.
E se non siamo noi adulti a mettere dei paletti, tra dieci anni ci ritroveremo con una generazione che sa tutto… tranne che come stare al mondo.
- Vincenzo Schettini
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Fare figli non ti autorizza a costringerli a vivere come pensi tu, lo Stato esiste per questo e si occupa del benessere di tutti e cerca di capire come farli star bene, le regole non nascono per fare dispetto alle persone.
Forse bisognerebbe pensare questo, non è una battaglia ma è civilta'.
Poi se vuoi la polemica in me trovi pane per i tuoi denti