Post di fcerutti in ordine cronologico
Satira
oggi alle ore 13:01 - 2.042 visualizzazioni ### L'influenza che ha già steso tre milioni e mezzo di italiani arriva al Bar Sport
Briga Novarese, 7 dicembre 2025, ore 10:42 del mattino.
Il termometro segna 4 gradi fuori e 41 dentro, perché Tonino «il Termosifone» ha appena aperto la porta per la settima volta gridando «Fa un freddo cane!» e lasciando entrare tutto il gelo del Verbano.
Sul televisore da 14 pollici appeso storto sopra lo scaffale delle grappe passa il TG:
«Influenza stagionale, già 3,3 milioni di italiani a letto, variante resistente agli antivirali».
El Poeta, titolare nonchè filosofo del cappuccino, pulisce il bancone con uno straccio che ha più batteri del virus stesso e sentenzia in rima:
«Tre milioni e trecentomila / son tutti sotto la coperta fina / tossiscono, starnutiscono, sudano / e il termometro gli fa “bip” da matti, madonna!»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, ha già pronto il taccuino unto di burro:
«Ragazzi, questa è la notizia dell'anno! È un'epidemia biblica! Manca solo che arrivino le cavallette e poi abbiamo il set completo dell'Apocalisse!»
Il ragionier Gualtieri, che è venuto al bar con la mascherina FFP2 messa al contrario (la parte metallica sul mento), alza l'indice tremolante:
«Io l'ho detto anni fa: il virus lo portano i piccioni di Novara! Sono organizzati, hanno un sindacato, si chiamano “Colombi in Lotta”.»
La Mirella, che sta bevendo il suo solito cappuccino con panna alta tre dita, sbuffa:
«Ma quale piccione, ragioniere! È colpa dei cinesi, come sempre! L'altro ieri ho visto uno che starnutiva dentro il risotto alla milanese. Roba da galera!»
Entra il Peppone, meccanico, barba alla Fidel, sciarpa del Novara Calcio avvolta fino agli occhi, voce da grotta:
«Io ho 39 e mezzo da tre giorni. Mi sono misurato la febbre con la chiave a bussola: segnava “stringere ancora”.
Otello «Calorifero», il barista, gli piazza davanti un grog corretto con tre gocce di Vicks VapoRub:
«Bevi questo, Peppone. È la cura del nonno. Se non passa il virus, almeno ti disinfetti l'alito.»
Tonino continua a scrivere:
«Titolo: “Influenza 2025, il virus che fa più vittime del codice della strada a Ferragosto”. Sottotitolo: “A Briga Novarese resiste solo il ragionier Gualtieri perché è già vaccinato contro tutto, pure contro l'amore”.»
Il ragionier Gualtieri si offende:
«Io sono vaccinato con il siero della vecchia lira! Quello sì che era un vaccino serio: ti faceva venire la febbre a 40 solo a guardarla!»
Entra di corsa la signora Pina, cliente storica, con la borsa della spesa e la faccia rossa come un peperone:
«Ragazzi, correte! Alla Coop non c'è più Tachipirina! C! Hanno fatto la fila dalle cinque del mattino! C'era uno che tossiva e ha detto “scusate” e gli hanno risposto tutti “salute” in coro, sembrava la messa!»
El Poeta alza le braccia al cielo:
«Se manca la Tachipirina / è la fine della medicina / ci cureremo con vino rosso / e un bacio della Mirella, che è pericoloso!»
La Mirella gli tira una brioche in testa. La brioche rimbalza sul bancone e finisce nel cappuccino del Peppone, che la pesca e se la mangia comunque:
«Proteine.»
Tonino chiude il taccuino con aria da premio Pulitzer:
«Conclusione dell'articolo: il virus è tremendo, ma qui al Bar Sport siamo immuni. Perché tra il fumo del Calorifero, l'alito del Peppone e le rime del Poeta, nessun germe ha il coraggio di entrare. Al massimo tossisce fuori dalla porta e se ne va.»
Otello «Calorifero» alza il volume del televisore: il giornalista dice che la variante si chiama “H1Nonserveunaccidente”.
Tutti in coro, starnutendo:
«Salute!»
E il Bar Sport, per l'ennesima volta, salva il mondo.
Con un grog, una brioche bagnata e tre milioni e mezzo di italiani a letto.
P.S. Il ragionier Gualtieri ha appena starnutito.
Tonino sta già scrivendo il seguito: «Briga Novarese cade. Resta solo la Mirella, che è allergica anche ai virus».Leggi tutto...
Satira
ieri alle ore 20:12 - 3.433 visualizzazioni **Il Bar Sport di Briga Novarese – 6 dicembre 2025, ore 11:17**
Cronaca di Tonino «il Termosifone», che scrive con la biro che perde e l'anima in fiamme.
Entrò El Poeta dando un calcio alla porta a vetri come se fosse il pallone di Pelé nel '70.
«Ragazzi, il Pd ha preso trecentomila euro in nero!
Tre-cento-mila!
Contanti, buste, asfalto caldo, tutto!
È il colpo del secolo, altro che Mani Pulite!»
Il ragionier Gualtieri, che stava facendo i conti di quanto gli doveva l'Inps dal 2011, alzò un sopracciglio così in alto che quasi gli toccò la stempiatura.
«In nero? Ma se quelli lì dichiarano pure l'aria che respirano! Trecentomila in nero significa che ne hanno presi almeno tre milioni in grigio e diciotto in beige.»
La Mirella, che stava bevendo il suo cappuccino da ventisette minuti (perché lo fa durare fino a pranzo), sbottò:
«Io lo sapevo. L'altro giorno vedo uno del Pd che parcheggia la Panda davanti al Comune. La Panda! Se non è sospetto quello…»
Peppone, barba unto e mani nere di morchia, si pulì sulla tuta e sentenziò:
«Asfalto, eh? Allora è vero. Io gliel'ho sempre detto: l'asfalto buono si riconosce dal profumo di tangente. Questo qui sapeva di mazzetta fresca, tipo catrame di Lampedusa.»
Calorifero (al secolo Otello), che stava asciugando un bicchiere da tre ore perché «tanto non entra più nessuno», intervenne:
«Ma scusate, trecentomila in nero per fare cosa? Strade? Autostrade? O solo buche più profonde così ci stanno più soldi dentro?»
In quel momento entrò il professor Cavenaghi, che insegna educazione civica alle medie ma nessuno gli crede, con una cartellina piena di fogli.
«Ho fatto i calcoli!» annunciò trionfante. «Con trecentomila euro in nero si possono asfaltare 4,7 chilometri di strada provinciale oppure comprare 47.000 caffè al Bar Sport per i prossimi 38 anni. Io propendo per i caffè.»
Tonino «il Termosifone» chiuse il taccuino e sparò la perla:
«Allora ricapitoliamo:
- il Pd prende soldi in nero per l'asfalto;
- l'asfalto finisce in buche;
- le buche diventano tombe per sospetti;
- i sospetti diventano assessori;
- gli assessori tornano qui a bere cappuccino dalla Mirella.
È un ciclo perfetto, manca solo che paghino il caffè in nero e siamo a posto.»
El Poeta, ispirato, batté il pugno sul bancone:
«Trecentomila in nero,
son come il panettone nero:
fuori sembra uguale,
dentro è tutto marrone!»
Silenzio.
Poi Peppone, serissimo:
«Comunque, se cercano uno che stende asfalto senza fattura, io sono libero tutto gennaio. Barba compresa.»
E tutti brindarono col caffè corretto (pagato, ovviamente, in nero).
Perché a Briga Novarese, l'unica cosa che circola più dei soldi in nero è la voce che domani asfalteranno via Roma.
Di nuovo.
Per la settima volta quest'anno.Leggi tutto...
Satira
5 Dicembre - 2.833 visualizzazioni ### Il braciere olimpico arriva al Bar Sport di Briga Novarese
Erano le sette e mezza di sera, e al Bar Sport di Briga Novarese il riscaldamento era rotto di nuovo. Otello “Calorifero”, dietro il bancone, scaldava l'ambiente con la sola forza del suo fiato da cappuccino triplo.
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar e unico giornalista che scrive su tovaglioli a quadretti, entrò con la sciarpa fino al naso e il telefono in mano che sembrava un mattone del 1998.
«Ragazzi! Mattarella ha acceso il braciere olimpico! Milano-Cortina 2026! Ha detto “tregua olimpica”! Ha parlato di pace nel mondo!»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, smise di lucidare il vetro della macchina del caffè e sparò la rima:
«Se tregua vuole il Presidente,
che mandi il braciere qui urgente:
qui fa più freddo che in Siberia,
e il ghiaccio lo facciamo in casa, senza skia.»
Il ragionier Gualtieri, che stava facendo la dichiarazione dei redditi 1987 per la settantatreesima volta, alzò la testa dal foglio Excel stampato su carta chimica:
«Tregua olimpica? Ma se qui ogni volta che arriva il conto del gas scoppia la terza guerra mondiale tra me e mia moglie!»
La Mirella, che da trentacinque anni ordina sempre “un caffè macchiato caldo ma non bollente, grazie”, sbuffò:
«Io la pace la vorrei tra le mie ginocchia. Ho freddo fino alle tonsille. Se Mattarella porta il braciere qui, glielo tengo acceso io tutta la notte, promesso.»
In quel momento entrò Peppone, il meccanico, con la barba congelata tipo stalattiti del Grotta Azzurra:
«Ho visto in televisione: il braciere è alto tre metri, pesa una tonnellata, lo portano in giro con la scorta! Io dico: invece di portarlo a Cortina, lo parcheggino qui davanti. Almeno scaldiamo i motorini la mattina.»
Tonino scribacchiava già sul tovagliolo:
«Titolo: “Mattarella accende la fiamma, Briga Novarese ancora al buio”. Sottotitolo: “Popolazione locale disposta a fare la staffetta 4x100 con la legna del caminetto”.»
Calorifero versò un giro di grappa “della casa” (cioè quella che tiene nascosta sotto il bancone dal 2011):
«Ragazzi, io ho la soluzione: facciamo una colletta, compriamo il braciere olimpico all'asta, lo mettiamo in mezzo al bar. Ci scaldiamo noi, scaldiamo i panini, scaldiamo pure i sogni. Tanto a Cortina hanno già la neve, noi abbiamo solo la nebbia e il mutuo.»
Entrò allora il professor Pautasso, insegnante di educazione fisica in pensione e cliente occasionale:
«Attenzione! Ho letto che la fiamma non si può spegnere mai! È eterna! Se la portiamo qui, addio bolletta del gas per sempre!»
Silenzio. Poi il ragionier Gualtieri, con gli occhi lucidi:
«Per la prima volta nella vita… sono favorevole a un debito pubblico.»
El Poeta chiuse il cerchio con una rima da standing ovation:
«Se il braciere arriva a Briga,
niente più freddo e niente briga:
tutti abbracciati intorno al fuoco,
e il Poeta vi fa anche lo sciroppo di mirtillo rosso,
che tanto è l'unico rosso che ci possiamo permettere.»
Tonino alzò il tovagliolo come fosse la bandiera a scacchi:
«Esclusiva mondiale! Briga Novarese si candida a ospitare le Olimpiadi Invernali 2026! Discipline proposte: slalom tra le buche di via Roma, bob con il carrello del supermercato, e pattinaggio artistico sul ghiaccio del ruscelletto dietro la chiesa (quando gela).»
Calorifero spense la luce al neon che tremava da vent'anni e accese una candela (l'unica che aveva):
«Brindiamo, gente. Alla fiamma olimpica. Che arrivi presto.
Perché se aspettiamo il riscaldamento comunale,
alle prossime Olimpiadi ci qualifichiamo direttamente per lo skeleton… da congelati.»
E tutti alzarono il bicchierino, mentre fuori la nebbia si faceva sempre più densa e dentro il Bar Sport, per una volta, si sentiva quasi caldo. Quasi.Leggi tutto...
Satira
4 Dicembre - 3.832 visualizzazioni ### Bar Sport, Briga Novarese, 4 dicembre 2025, ore 18:47 (fuori piove come se Dio avesse aperto il rubinetto del cielo e poi fosse andato a giocare a burraco) - Boom turisti stranieri a Natale.
Il televisore a tubo catodico (ancora vivo per miracolo e per la colla Patex) spara il telegiornale:
«Boom di turisti stranieri a Natale: oltre quattro milioni di arrivi, 3,5 miliardi di spesa. Montagna al 46,6%.»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con lo strofinaccio che ha più storia della Resistenza e sentenzia:
«Quattro milioni di stranieri…
che vengono qui a mangiar polenta
e poi tornano a casa contenti
perché hanno risparmiato sulla terapia.»
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, estrae il suo taccuino (un vecchio registro delle bollette del gas del 1998) e scrive con la Bic quasi scarica:
«Notizia epocale: il turista straniero ha scoperto che la fonduta è più economica del psicologo. E non ti fa domande personali.»
Il ragionier Gualtieri, che ha la calcolatrice incorporata nel cervello e il maglione natalizio da ventitré anni di fila, alza l'indice come se stesse per fare la dichiarazione dei redditi:
«Tre virgola cinque miliardi! Sapete quanto fa a testa? Ottocento settanta euro cadauno! Con ottocento settanta euro io ci campo fino a Pasqua, vino compreso!
La Mirella, che è al bancone da quarant'anni e ha visto passare più turisti che fidanzati, sbuffa mentre mescola lo zucchero nel cappuccino con la velocità di un trapano:
«Vengono qui, fotografano il presepe, poi chiedono il gluten free. Ma quale gluten free? La polenta è fatta di mais, non di rimpianti!»
Entra Peppone, il meccanico, barba lunga fino al petto e mani nere come l'anima di un commercialista. Si scrolla la pioggia dal giaccone:
«Ho appena revisionato un SUV tedesco. Dentro c'erano sci, racchette, fonduta portatile e un bambino che parlava solo inglese. Il bambino mi ha chiesto se qui nevica davvero. Gli ho detto: “Sì, ma solo quando arriva il conto”.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un grappino a tutti senza chiedere. Tanto lo pagherà il ragionier Gualtieri, come da tradizione millenaria:
«Quest'anno prenotazioni al 46,6% in montagna. Il restante 53,4% viene qui da noi a Briga Novarese a guardare il lago ghiacciato e a chiedere dov'è la spa. La spa? È il mio termosifone, signori, scalda da trent'anni e non ha mai chiesto ferie.»
Arriva di corsa il Beppe del minimarket, con il grembiule ancora addosso e l'affanno di chi ha appena venduto l'ultimo pandoro:
«Ragazzi, ho finito i formaggi! Un francese mi ha comprato tutto il gorgonzola “per fare la fondue”. Gli ho detto: “Ma signore, la fondue si fa con il groviera”. E lui: “No no, io voglio il gorgonzola, è più autentico”. Autentico un corno! Domani lo mangia e chiama l'ambulanza pensando sia veleno medioevale!»
Tonino il Termosifone alza la penna come una spada:
«Titolo di domani sul mio giornalino parrocchiale:
“Stranieri invadono Italia per mangiare male ma con passione”.»
El Poeta chiude la serata con una rima che gli viene dal cuore:
«Vengon da Londra, da Berlino, da Parigi,
a spendere soldi e a far foto ai presepi.
Poi tornano a casa felici e contenti
e noi restiamo qui… coi conti.»
Tutti alzano il bicchiere. Fuori continua a piovere. Dentro, il termosifone gorgoglia come un vecchio saggio.
E Briga Novarese si prepara all'invasione: quattro milioni di turisti, zero posti letto liberi e un solo gorgonzola rimasto.
Che Dio ce la mandi buona. O almeno una fonduta decente.Leggi tutto...
Vaccata
2 Dicembre - 3.618 visualizzazioni ... e anche melanzane alla griglia.
Vaccata
2 Dicembre - 3.551 visualizzazioni Oggi peperoni alla griglia...
Satira
2 Dicembre - 3.674 visualizzazioni Rapine tra minorenni a Milano - Bar Sport, Briga Novarese, 2 dicembre 2025, ore 10:42 del mattino.
Fuori piove a secchiate, dentro il termosifone (quello vero) sibila come se avesse fumato troppe sigarette senza filtro.
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, è seduto al tavolino d'angolo con la penna Bic arancione e un tovagliolo che ormai sembra la Sindone dopo la lavatrice.
«Ragazzi, notizia bomba!» grida agitando il tovagliolo.
«A Milano hanno arrestato nove minorenni che rapinavano altri minorenni! Nove! È come se i ladri di merendine avessero fondato una start-up!»
El Poeta, dietro il banco, pulisce un bicchiere con uno strofinaccio che ha più storia del Duomo:
«Nove baby-rapinatori…
che rubano ai baby-lavoratori…
per comprarsi baby-smartphone…
e farsi baby-selfie da baby-delinquenti…
oh che baby-dramma sociale, porca trottola!»
Il ragionier Gualtieri, che legge Il Sole 24 Ore aperto alla pagina del cruciverba, alza un sopracciglio:
«Ma scusate, se rubano tra coetanei non è più una rapina, è un abbonamento a rate. Tipo “WindTre Delinquency”: primo mese gratis, poi ti scippano l'iPhone ogni trenta giorni».
La Mirella, che sta mangiando un tramezzino al tonno da quarantacinque minuti (record personale), sbotta:
«Ai miei tempi al massimo ti rubavano il ciclostile della professoressa di matematica. E lo facevamo per amore dell'anarchia, non per avere gli AirPods!»
Entra Peppone, il meccanico, con la barba piena di grasso e l'aria di chi ha appena riparato un trattore con la forza del pensiero.
«Io dico che è colpa dei genitori» tuona asciugandosi le mani sul grembiule.
«Quando io ero piccolo mio padre mi dava uno schiaffone e mi mandava a zappare l'orto. Oggi i genitori gli comprano il motorino a quattordici anni e poi si stupiscono se usano il casco per rapinare!»
Otello «Calorifero», il barista, versa un caffè a un cliente che non l'ha chiesto:
«Sentite questa: li hanno beccati perché uno dei nove, durante la rapina, ha fatto una storia Instagram con scritto “Sto lavorando 😂🔥”. Geni del crimine, proprio. La polizia li ha trovati seguendo gli hashtag #rapinachepassione e #milanoènostra».
Tonino scribacchia furiosamente sul tovagliolo:
«Titolo di domani: “Baby-gang alla milanese: rubano l'iPhone 16 per fare TikTok sul furto dell'iPhone 16”. Sottotitolo: “La circular economy del male”».
Il ragionier Gualtieri chiude il giornale:
«Comunque è un buon investimento. Rubi un telefono da mille euro, lo rivendi a trecento, compri un bilocale a Rogoredo. Tra vent'anni sono tutti proprietari».
La Mirella scuote la testa:
«Poveretti. Quando cresceranno e andranno in galera, almeno avranno esperienza pregressa da mettere nel curriculum: “2019-2025: responsabile acquisizioni coattive presso minorenni vari”».
El Poeta alza le braccia al cielo:
«Oh gioventù bruciata…
che brucia pure le tasche altrui…
col motorino truccato…
e il futuro bruciacchiato…
ma che brucia, brucia, brucia!»
Tonino piega il tovagliolo, lo infila nel taschino come fosse un Oscar:
«Ecco fatto. Cronaca completa. Domani la mando a Repubblica. Oppure la uso per pulirmi la bocca, dipende se mi avanza il prosciutto».
Fuori continua a piovere.
Dentro, il termosifone (quello vero) emette l'ultimo rantolo e si spegne.
«Visto?» dice Peppone. «Anche lui si è arreso alla delinquenza giovanile».Leggi tutto...
Satira
1 Dicembre - 3.841 visualizzazioni ### Bar Sport, Briga Novarese, 1° dicembre 2025, ore 10:42 - Mattarella incontra la Presidente moldava Maia Sandu
Il televisore a tubo catodico (che El Poeta si rifiuta di cambiare “perché fa ancora le righe come i tramonti&rdquo😉 sta mostrando il Quirinale. Mattarella stringe la mano a Maia Sandu, presidente della Moldavia. Sotto, la scritta: «Incontro al Quirinale».
Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del Bar Sport, sta scrivendo sul retro di una distinta del totocalcio con la biro che perde inchiostro come lacrime di coccodrillo.
«Titolo del giorno!» grida. «Mattarella riceve la Sandu: finalmente qualcuno che non chiede il reddito di cittadinanza!»
El Poeta, titolare e poeta occasionale, pulisce un bicchiere con uno strofinaccio che ha più storia del Risorgimento.
«Sandu… Sandù… suona come un gelato» fa in rima.
«Arriva la Sandu, con la faccia da pandù,
e Mattarella la guarda e pensa: “Ma chi l'ha mandà?”»
Il ragionier Gualtieri, che ha lavorato trentotto anni all'INPS e ancora controlla le buste paga dei sogni, alza la tazzina di caffè come fosse un calice.
«Io l'ho detto: la Moldavia è il buco nero d'Europa. Là il PIL è una barzelletta. E noi li riceviamo al Quirinale? Ma mandiamoli da Salvini al Brennero, che almeno gli fa vedere il muro!»
La Mirella, che arriva sempre con la borsa della spesa piena di detersivi e di pettegolezzi freschi, scuote la testa.
«Io non capisco. La Moldavia dove sta? Sopra la Svizzera o sotto il divano?»
Peppone, meccanico con la barba che sembra un copertone bruciato, entra asciugandosi le mani con uno straccio nero petrolio.
«Moldavia? È quella dove fanno il vino che sa di tappo e di nostalgia. L'ho bevuto una volta a un matrimonio. Dopo tre bicchieri parlavo russo e piangevo per la steppa.»
Otello «Calorifero», il barista, versa un bianchino a un cliente che non ha chiesto niente.
«Calorifero, ma che c'entra la Moldavia con noi?» chiede Tonino.
«C'entra, c'entra» risponde Calorifero con la faccia di chi la sa lunga. «Perché se domani ci invadono, noi non abbiamo l'esercito. Costa Rica docet. Al massimo mandiamo la Mirella con la borsa della spesa. Due sporte di detersivo Dixan e li stendiamo tutti.»
Entra il professor Cavenaghi, pensionato di lettere, con il cappotto lungo fino ai piedi e l'aria da chi ha letto troppi Dostoevskij.
«Signori, la Moldavia è l'ultimo avamposto dell'anima slava! Là c'è ancora la poesia della miseria! Qui invece abbiamo solo il reddito di cittadinanza e il panettone Motta in offerta!»
Tonino scribacchia furiosamente.
«Nuovo titolo: “Mattarella abbraccia la Sandu, la Moldavia abbraccia il nostro welfare: tra un po' arrivano tutti in corriera!”»
El Poeta si mette a cantare con la voce da tenore ubriaco:
«Oh Maia, Maia,
che vieni da Chisinau,
portaci il vino e il caviale,
ma il conto lascialo a Gualtieri, che ha lavorato all'INPS e sa come fare!»
Il ragionier Gualtieri si alza di scatto.
«Io? Io ho già pagato per mezza Africa! Ora pure la Moldavia? Ma fatemi il piacere! Piuttosto aboliamo il Quirinale e ci mettiamo un self-service: entri, ti prendi la presidenza, paghi con la tessera sanitaria e via.»
La Mirella tira fuori dalla borsa una forma di formaggio.
«Io porto il formaggio di montagna. Se arriva la Sandu glielo offro. Così capisce che qui siamo gente seria. Formaggio e salame: altro che accoglienza istituzionale.»
Peppone batte il pugno sul bancone.
«E io le sistemo la macchina! La Dacia della Sandu gliela faccio volare! Due candele nuove e arriva fino a Timbuctù senza fermarsi al Brennero!»
Tonino alza il foglietto come fosse un editto papale.
«Articolo finito! “Incontro Mattarella-Sandu: al Bar Sport già si prepara l'accoglienza alternativa: formaggio, vino moldavo e revisione gratuita. Perché la diplomazia vera si fa coi detersivi e le chiacchiere.”»
El Poeta chiude in bellezza:
«E se la Moldavia ci invade,
noi la battiamo a briscola chiamà,
con la Mirella che fa il carico
e Gualtieri che conta i punti con l'INPS nel cuore!»
Il televisore passa alla pubblicità del pandoro. Nessuno lo guarda più.
Al Bar Sport di Briga Novarese, la politica estera è già stata risolta tra un bianchino e una fetta di salame.
E la Sandu, là al Quirinale, ancora non sa quanto le costerà fermarsi a bere un caffè da queste parti.Leggi tutto...
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