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Chiacchiera
16 Maggio - 3.867 visualizzazioni Non era necessario scendere dal vagone, bastava allungare la mano con qualche moneta per ricevere in cambio un panino ancora caldo, una bibita fresca o un giornale per ingannare il tempo.
Rituali che si ripetevano ad ogni fermata, scanditi dal ritmo del treno, piccoli squarci che davano un tocco di umanità al viaggio, per assaggiare qualche specialità locale, scoprire nuove storie da leggere o semplicemente scambiare due parole con qualcuno.
Oggi, che i treni sfrecciano senza lasciare il tempo di cogliere i piccoli dettagli, il cibo lo si acquista dai distributori automatici e le notizie si leggono su tablet e cellulari, manca quel contatto umano che ci faceva sentire parte di qualcosa di più grande.
Gabriele Lombardi
Assurdo
12 Aprile - 4.480 visualizzazioni Un treno turistico svanito nel nulla nel 1911. Da Roma alla leggenda, passando per gallerie, nebbie e apparizioni fuori dal tempo.
Era il 14 luglio 1911, una giornata di sole e celebrazione, quando la società ferroviaria italiana La Zanetti inaugurò un nuovo e prestigioso treno turistico sulla linea Roma-Milano. Un evento mondano, simbolo di un'epoca di progresso e ottimismo, a cui parteciparono 106 passeggeri, scelti tra l'alta borghesia dell'epoca e i familiari del personale ferroviario. A bordo, un'atmosfera festosa: champagne, violini e paesaggi incantevoli che sfilavano lentamente fuori dai finestrini, mentre il convoglio viaggiava a velocità ridotta per consentire agli ospiti di godere appieno dell'esperienza.
Nessuno poteva immaginare che quel viaggio inaugurale si sarebbe trasformato nella più affascinante e inquietante leggenda metropolitana della storia ferroviaria europea. Giunti all'altezza di un tunnel situato tra l'Emilia e la Lombardia – una galleria considerata all'epoca un prodigio dell'ingegneria moderna – il treno entrò nella montagna… e scomparve.
Secondo i racconti, una fitta nebbia bianca avvolse l'imboccatura del tunnel, inghiottendo uno dopo l'altro i vagoni, il personale di bordo, i passeggeri e ogni traccia del convoglio. Nessun rottame, nessun segnale, nessun suono: il treno era svanito nel nulla.
Solo due persone si salvarono, gettandosi fuori dal treno pochi istanti prima dell'ingresso nella galleria, spinti – dissero – da una sensazione opprimente, quasi soprannaturale. Uno di loro, intervistato da un quotidiano dell'epoca, parlò confusamente di un ronzio metallico e di un'improvvisa inquietudine. Dopo il salto, il nulla. Nessuna spiegazione, solo silenzio.
La Zanetti, colta nel panico per le possibili ripercussioni economiche e legali, avrebbe – secondo voci non confermate – tentato di insabbiare l'accaduto. Le ricerche, svolte congiuntamente da operai e forze dell'ordine, non portarono ad alcun risultato. Le autorità decisero infine di chiudere il tunnel, che nel 1915 fu definitivamente distrutto da un bombardamento durante la Prima Guerra Mondiale.
Eppure, la storia del “treno fantasma” non finisce con il crollo della galleria. Da allora, segnalazioni misteriose hanno cominciato ad affiorare in ogni angolo del mondo. A Mosca, a Chernobyl poco prima del disastro del 1986, a Sebastopoli, nei Balcani, in Norvegia: apparizioni di un vecchio treno italiano, talvolta fluttuante, silenzioso, con vagoni anneriti e passeggeri immobili, vestiti in abiti d'epoca.
Ancor più sorprendente, alcuni documenti storici retrodatano la presenza del treno a epoche precedenti alla sua scomparsa. Nei registri medievali di un monastero di Modena si fa menzione di una “macchina a fumo” con tre carrozze e “gente rasata vestita di nero”. E nel 1840, in un manicomio di Città del Messico, uno psichiatra documenta l'arrivo inspiegabile di 104 italiani “in abiti stravaganti” che affermavano di star viaggiando su un treno. Il caso fu archiviato come isteria collettiva. Nessun documento riporta dove siano finiti.
L'apparizione più celebre è quella del 29 ottobre 1955, a Zavalichi, in Ucraina, quando un ferroviere dichiarò di aver visto un treno silenzioso, chiaramente anteriore alla Seconda Guerra Mondiale, attraversare la stazione senza mai fermarsi. “Sembrava fluttuare”, disse.
Leggenda, allucinazione collettiva, esperimento andato storto, o una crepa nel tempo? Il caso Zanetti è diventato simbolo del binomio treno e tunnel come varco verso l'ignoto. Un'immagine potente: un convoglio che non trasporta corpi, ma memorie, sospese in una dimensione che sfugge alla comprensione umana.
Il mistero del treno scomparso resta irrisolto. Ma è proprio in questo suo essere irrisolto che trova forza e fascino. Se mai i 104 dovessero tornare, portando con sé il racconto dell'Altrove, il mondo dovrebbe interrogarsi non solo su dove siano stati, ma su cosa realmente separa la realtà dal mito.
Forse, da qualche parte tra le rotaie del tempo, il treno Zanetti sta ancora viaggiando. E forse, un giorno, si fermerà di nuovo.Leggi tutto...
Chiacchiera
12 Aprile - 3.255 visualizzazioni
Chiacchiera
12 Maggio - 3.646 visualizzazioni Antica stazione di Comeglians (FVG)
Chiacchiera
5 Giugno - 2.812 visualizzazioni Fare il macchinista di un Treno non e' cosi' facile come sembra, ci vuole precisione, attenzione e una grande responsbilita'!
Richiede una combinazione di abilita' tecniche, conoscenza delle procedure di sicurezza e capacita' di gestire situazioni complesse in brevissimo tempo. I macchinisti devono essere sempre concentrati e pronti a reagire a eventuali imprevisti. È un lavoro che richiede grande professionalita' e dedizione e molta passione .
Locomotiva Diesel D 445 1034
25 Maggio 2025
Macchinista : Paolo Tibaldi
ph. Paolo Carrera
Chiacchiera
19 Maggio - 3.291 visualizzazioni La Sardegna nasconde un segreto che si muove sui binari da oltre un secolo. Mentre tutti conoscono le sue spiagge da cartolina, pochi sanno che esiste un modo speciale per scoprire il suo cuore autentico.
Si chiama Trenino Verde, una delle ferrovie turistiche più estese d'Europa, eppure rimane un tesoro nascosto anche a molti italiani. A bordo di questo treno gestito dall'ARST, il tempo rallenta e il paesaggio diventa protagonista.
Dimenticate la frenesia dei viaggi moderni. Qui si procede a passo lento, quasi in punta di piedi, attraverso montagne, valli e borghi che raccontano una Sardegna selvaggia e incontaminata.
I binari a scartamento ridotto si snodano tra scenari mozzafiato altrimenti inaccessibili: foreste millenarie, altopiani rocciosi, gole profonde e villaggi dove il tempo sembra essersi fermato.
Il vero lusso oggi non è forse questo? Rallentare, respirare, osservare. Un viaggio sul Trenino Verde non è una semplice escursione, ma un'esperienza che rimane impressa nell'anima.
Chiacchiera
19 Maggio - 3.397 visualizzazioni Photo by Thomas Schüt
Vaccata
11 Maggio - 4.354 visualizzazioni
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Poi io non ho potuto x problemi di salute in famiglia ma la farò senz'altro 🤩