Post di steviecooder in ordine cronologico
Bestiaccia
oggi alle ore 13:48 - 867 visualizzazioni Buona settimana a voi, eroi del lunedì!
Che vi svegliate come il Boxer della foto: con gli occhiali storti, il giornale pieno di notizie che non leggerete, la tazzina di caffè che vi guarda con pietà, e il cornetto già mezzo divorato dalla disperazione.
Che il vostro lunedì sia come lui: seduto, ironico, un po' stanco ma elegantemente rassegnato. E se la vita vi sembra una barzelletta........ ridete, ma con stile.
Avanti tutta, fratelle e fratelli ì: il weekend è solo a cinque caffè di distanza.
Chiacchiera
ieri alle ore 16:06 - 3.116 visualizzazioni
Bestiaccia
ieri alle ore 15:21 - 2.967 visualizzazioni
Satira
ieri alle ore 15:00 - 3.199 visualizzazioni
Vaccata
ieri alle ore 14:49 - 3.145 visualizzazioni La workstation ritratta nell'immagine è la celebre "Sekretar" progettata da Luigi Colani nel 1970 per la ditta tedesca Olympia. È un esempio iconico di design organico e retro-futurista, pensato per rivoluzionare l'ambiente d'ufficio. Anno 1970
Chiacchiera
22 Novembre - 2.941 visualizzazioni Felice week end agli scoppiati del fine settimana!
Vaccata
22 Novembre - 2.869 visualizzazioni Niente casco allacciato, zampa ferma sul manubrio, sguardo fiero da capobranco.
Due bipedi al seguito, fiduciosi.
La strada è mia, il codice pure. E se guido da cane.......... è perché sono il migliore amico del rischio
Chiacchiera
22 Novembre - 2.408 visualizzazioni il concorso di bellezza dove l'identità fu velata per contare solo la carne. Le maschere feline coprono ciò che rende umano, lasciando in gara solo il corpo, misurato, giudicato, isolato. Un rituale surreale che anticipa la mercificazione moderna: quando il volto disturba, si cancella.
La scelta di coprire il volto con maschere non è solo scenografica: è una dichiarazione brutale. In quel concorso, il giudizio si concentrava esclusivamente sul corpo, eliminando ogni traccia di personalità, espressione, storia. Il volto, che è il centro dell'identità, veniva oscurato per rendere le donne intercambiabili, ridotte a sagome da valutare.
È un gesto che rivela la logica spietata dell'oggettivazione: togliere il volto per togliere la voce.
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