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fcerutti

Chi tocca i Cerutti muore

Vaccheca

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Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
21 Novembre - 3.180 visualizzazioni
Bar Sport «Da Cesare», ore 20:12, periferia di Milano, zona Certosa.

Entrò il Toni del quinto piano, quello che compra sempre i divani in saldo e poi li paga in trentasei rate senza interessi.

«Ragazzi, bomba! Poltronesofà è stata hackerata! Hanno preso tutto: nomi, indirizzi, codici fiscali… pure la misura del culo di chi si è seduto a provare il modello “Relax & Dream”!»

Il Cesare, dietro il bancone, smise di lucidare i bicchieri:
«Aspetta, fammi capire: quelli che in televisione urlano “COMODISSIMO! BELLISSIMO!” da vent'anni… non avevano un antivirus nemmeno del ‘98?»

Il ragioniere Pillon, che ha il divano Poltronesofà da undici anni e ancora paga la rata, si fece viola:
«Undici anni che mi arrivano lettere “Caro cliente, le manca solo il pouf coordinato”… e adesso scopro che già sapevano quanto è largo il mio sedere prima ancora che io entrassi in negozio?»

Il Mario, rappresentante di pentole, alzò le mani:
«È la pubblicità perfetta! Tra un mese nel dark web trovi il kit completo: “Offerta imperdibile: dati personali di Rossi Mario + divano tre posti angolare a 999 euro, spedizione tracciata… perché tanto sappiamo già dove abiti”.»

La Luisona, estetista con la passione per i reality, scoppiò a ridere:
«Io ci sono cascata due volte. Prima ho comprato il divano “Eterna Giovinezza”, poi il letto “Sogni d'Oro”. Risultato: dormo su un materasso che scricchiola e adesso i russi sanno che russo pure io!»

Il Professore, che legge solo “Il Sole 24 Ore” ma lo fa al bar per non pagare l'abbonamento, sentenziò:
«Capito il business? Vendono divani a rate eterne e intanto rivendono i tuoi dati a rate eterne pure quelli. È l'economia circolare del XXI secolo: tu paghi il divano, loro pagano le vacanze alle Bahamas con i tuoi codici fiscali.»

Arrivò il Beppe del box, quello che ha il tatuaggio “No Tav” sul polpaccio ma il divano Poltronesofà in salotto:
«Sapete che c'è di più bello? Sul sito c'è ancora lo spot con la signora che dice “finalmente un divano che mi capisce”… e aveva ragione! La capisce così bene che sa anche quanto pesa quando si siede dopo il cenone di Natale!»

Cesare versò un giro di amaro del capo:
«Brindiamo, amici. Brindiamo al Paese dove ti fregano il divano, ti fregano i dati e alla fine ti ringraziano pure con lo sconto fedeltà. Tra un po' ti arriva la mail: “Gentile cliente, per il suo sedere abbiamo previsto un'estensione di garanzia… e anche un'estensione di credito, perché tanto lo sappiamo che non dici mai di no”.»

Il Toni alzò il bicchiere, già un po' brillo:
«Salute a Poltronesofà! L'unico posto dove entri per un divano e esci con la certezza che mezza Siberia sa che misura di cuscini ti serve per coprire le macchie di sugo.»

E tutti ridemmo, perché ridere è gratis.
A differenza del divano.
E dei dati che non riavremo mai più.
Cin cin, Italia. E la prossima volta compriamo il divano dal cinese sotto casa: almeno lui i dati se li tiene per sé.
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Vaccata
Avatar PAOLA63
PAOLA63: E capirai ormai sanno pure quante volte vai al cesso. Sai che novità 😂😂😂
21 Novembre alle ore 13:37 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar Anjuli
Anjuli: E poi ti "rompono" con la Privacy😒
21 Novembre alle ore 13:49 · Ti stimo  · Rispondi
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Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
22 Novembre - 3.274 visualizzazioni
### Il Grande Freddo è arrivato al Bar Sport
(di Tonino “il Termosifone”, cronista ufficiale del Bar Sport di Borgo Panigale)

Stamattina alle sette e mezza, quando il Poeta ha aperto la saracinesca del Bar Sport, è successo un fatto storico: la porta si è congelata subito. Non ha fatto in tempo a dire «Buongiorno, fa un po' freddino» che già la lingua gli si era incollata alla maniglia. L'abbiamo staccato con un po' di grappa calda, ma ora parla solo con la “s” moscia.

Dentro, il solito gruppo di eroi: il ragionier Gualtieri con il cappotto fino ai calcagni, la Mirella in pelliccia sintetica che sembra un orso bruno in pensione, e il sottoscritto che cerca di scrivere tenendo i guanti da sci. Il televisore, quello che di solito trasmette solo il canale delle televendite di pentole, per la prima volta nella storia dà una notizia vera: «Neve a 400 metri in Toscana, Umbria e Marche».

Silenzio tombale. Poi il Poeta, con la lingua ancora mezza anestetizzata, sussurra:

«Allora è ufficiale: l'inverno è arrivato prima della bolletta del gas».

Il ragionier Gualtieri, che ha studiato meteorologia su TikTok, alza l'indice tremolante:

«Sapete cosa significa? Che l'anticiclone africano ha preso ferie. È andato a svernare a Sharm el-Sheikh e ci ha lasciato qui con il conto da pagare».

La Mirella, che quando fa freddo diventa filosofa, sospira:

«Una volta l'inverno arrivava piano, come un parente che non vuoi. Ti dava il tempo di comprare la legna, di chiudere le persiane, di litigare con il marito per chi aveva perso il cappello buono. Ora no. Arriva di colpo, come un ispettore del lavoro il lunedì mattina».

In quel momento entra il Peppone, il meccanico, con la barba piena di brina:

«Ragazzi, ho appena visto un pinguino in via Emilia. Giuro. Camminava tranquillo, sembrava più a suo agio di noi».
Il Poeta, che non crede a niente tranne che al debito pubblico, scuote la testa:

«Sarà un gabbiano con l'influenza. O un piccione che ha sbagliato dieta».

Ma il colpo di teatro arriva alle otto e un quarto. Il televisore mostra immagini di Fiè allo Sciliar con 30 centimetri di neve fresca. Il barista, che si chiama Otello ma tutti chiamano “Calorifero” per ironia cosmica, si mette a piangere.

«Trenta centimetri… e noi qui con il riscaldamento a 19 gradi perché altrimenti arriva la multa del condominio!»
Il ragionier Gualtieri tira fuori il telefono e legge l'allerta meteo: «Rischio gelate notturne».

Tutti annuiamo. Gelate notturne le conosciamo bene: sono quelle che trasformano il parabrezza in lastra di ghiaccio e ti fanno bestemmiare in dialetto stretto alle sei del mattino.

La Mirella alza il bicchiere di vin brulè (l'unico che scalda davvero):

«Brindiamo, amici. Brindiamo al freddo che ci unisce, al naso rosso, alle mani che non sentono più il telefono, alla sciarpa che puzza di naftalina. Perché l'estate ci divide: uno va al mare, uno in montagna, uno resta a casa a morire di caldo. Ma l'inverno no. L'inverno ci mette tutti nella stessa barca… una barca che affonda, ma tutti insieme».

Il Poeta, ormai completamente scongelato, chiude la serata con una poesia improvvisata:

«Fa freddo, fa freddo, fa un freddo cane,
il cane è mio e trema anche lui sul divano.
Ma almeno, almeno, in questo bar stretto,
c'è il vin brulè e c'è l'affetto».

E tutti, persino il pinguino che nel frattempo era entrato a scaldarsi, abbiamo brindato.

Perché al Bar Sport l'inverno è una disgrazia collettiva, ma è pur sempre collettiva.

E questo, in fondo, è il calore più grande che abbiamo.
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Vaccata
Avatar Patella
Patella: Buon pomeriggio. Benarrivato ☕️
22 Novembre alle ore 16:12 · Ti stimo  · Rispondi
Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
23 Novembre - 3.641 visualizzazioni
Bar Sport di Briga Novarese, ore 10:37 di una domenica che piove come se Dio avesse dimenticato il rubinetto aperto.

Al bancone, Otello detto «Calorifero» sta asciugando un bicchiere con la stessa energia di chi spolvera la tomba di famiglia: lento, solenne, quasi commosso.

Entra Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, con il cappotto fradicio e l'aria di chi ha appena scoperto l'America ma si è dimenticato di portarla a casa.

«Ragazzi, notizia bomba!» urla, spruzzando acqua ovunque come un labrador felice.

«Hanno tolto i bambini alla famiglia del bosco!»

Silenzio. Persino la macchinetta del caffè sembra trattenere il respiro.

Il ragionier Gualtieri alza un sopracciglio così in alto che gli arriva alla stempiatura.

«Quale bosco? Quello dopo il cimitero o quello prima del discount?»

«Quello vero, ragioniere. Loro ci vivevano dentro. Capanna, fuoco, tre bimbi scalzi, papà con la barba fino alle ginocchia e mamma che sembrava la fata Turchina ma versione survival.»

El Poeta, titolare e rimatore, si pulisce le mani nel grembiule e sentenzia:

«Famiglia di bosco, che bel sogno antico,
li han portati via col codice civile in mano e il cuore di plastica.»

La Mirella, che stava limando l'unghia del mignolino come se fosse un'opera d'arte, sbotta:

«Ma vi rendete conto? Tre creature cresciute con l'aria buona, il canto degli uccelli, la libertà… e adesso li mettono in una comunità con le piastrelle bianche e la psicologa che gli chiede “come ti senti” ogni mezz'ora!»

Peppone, barba unta d'olio e mani nere come la sua coscienza fiscale, scuote la testa:

«Io lo dico da anni: se vuoi stare tranquillo in Italia devi vivere in un appartamento con l'amministratore rompicoglioni. Almeno lì nessuno ti porta via i figli perché “mancano le prese a terra”.»

Tonino si arrampica sullo sgabello come un reporter di guerra:

«Sentite il dettaglio: il giudice ha scritto “pericolo di mancata socializzazione”. Cioè, i bambini giocavano con le pigne invece che con l'iPad! È reato ormai?»

Calorifero, che di solito parla solo per chiedere “liscio o gassato”, si lascia andare:

«Ai miei tempi socializzavamo a botte di ceffoni dietro la chiesa. E guarda che bei sociopatici che siamo diventati.»

Gualtieri estrae il telefono, legge il comunicato del tribunale e scoppia a ridere:

«Qui c'è scritto che i piccoli “non conoscevano l'uso del water”. Ma signori miei, nemmeno io lo conosco! Io lo uso, sì, ma conoscerlo… è un water, non una persona!»

El Poeta si mette in posa tragica:

«Bimbi del bosco, ora imparerete il Wi-Fi,
la password è “benvenuti-nella-gabbia”,
e il lupo cattivo non ulula più,
fa l'assistente sociale e ti chiede i documenti.»

La Mirella si commuove davvero:

«Pensa che tra vent'anni quei tre diranno: “Papà, ma è vero che tu cagavi dietro un cespuglio?” e il padre piangerà in silenzio guardando il bagno piastrellato.»

Peppone alza il cappuccino come se fosse un calice:

«Brindiamo alla civiltà: abbiamo salvato tre bambini dal rischio di essere felici.»

Tonino chiude il cerchio, con gli occhi lucidi da cronista che ha visto troppi mondiali:

«E comunque, state tranquilli: il bosco resta lì. Vuoto. Pronto per la prossima famiglia che vorrà vivere libera…
fino al prossimo assistente sociale con la 500 bianca e il cuore di carta bollata.»

Calorifero riattacca a asciugare lo stesso bicchiere.

El Poeta sussurra:

«Nel bosco ora c'è solo silenzio,
e un water che nessuno userà mai.»

E fuori continua a piovere, come se anche il cielo, per una volta, fosse d'accordo con i matti del Bar Sport.
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Vaccata
Avatar Bukazzo
Bukazzo: Scusa...non è che puoi dividermelo a puntate? 😂
23 Novembre alle ore 15:58 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar fcerutti
fcerutti: Ho trovato nella mia libreria, qui in Costa Rica dove vivo da 30 anni, un libro di Stefano Benni: Bar Sport. Lo avevo letto una quarantina (o forse più) di anni fa. L'ho riletto tutto di un fiato e mi è sorta l'ispirazione. Amo lo stile nonsense (però assolutamente vero) che ha usato l'autore per quel libro e stò cercando di imitarlo un po'.
23 Novembre alle ore 16:16 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar KalimerA
KalimerA: fcerutti devo andare a cercare il Bar Sport di Briga Novarese ... ci abito vicino ... 😛😝😜🤪
 1
23 Novembre alle ore 20:02 · Ti stimo  · Rispondi
Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
24 Novembre - 3.465 visualizzazioni
### Lo sciopero generale del 28 novembre, secondo le cronache del Bar Sport di Briga Novarese, 24 novembre 2025

Erano le dieci e mezza del mattino e nel Bar Sport di Briga Novarese c'era già odore di rivoluzione, ma quella con la panna montata sopra.

El Poeta, titolare e vate riconosciuto, stava lucidando il bancone recitando:

«Sciopero generale, che bel funeral
se non ci fosse il casello, sarebbe un bordello»

Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale e unico uomo capace di scrivere con la biro tra i denti mentre beve il cappuccino, aveva già aperto il suo taccuino (un quaderno Pigna del 1997 con la copertina di Totti).

«Titolo provvisorio» annunciò con la bocca piena di brioche «“Il giorno in cui l'Italia si fermò… ma il nostro espresso no”».

Il ragionier Gualtieri, che arriva sempre con la cravatta storta come se l'avesse annodata un gatto ubriaco, alzò il dito indice come se fosse in assemblea condominiale:

«Io dico che è una vergogna. Scioperano i treni, gli aerei, la scuola, la Rai… e chi controlla i conti? Io! Io devo andare a Novara a firmare una pratica e adesso che faccio, ci vado con il monopattino?»

La Mirella, che da trent'anni ordina sempre “un caffè corto, ma non troppo corto, che sennò è amaro”, sbuffò:

«Io invece sono contenta. Finalmente una giornata senza il telegiornale che mi fa venire l'ulcera. Tanto dicono tutti le stesse cose, solo con cravatte diverse».

In quel momento entrò Peppone, il meccanico, con la barba piena di grasso e l'aria di chi ha dormito dentro un motore diesel.

«Ragazzi, ho sentito alla radio: venerdì non parte niente. Nemmeno le ambulanze, pare. Io ho già prenotato il carro funebre per andare al lavoro, tanto è uguale».

Calorifero (al secolo Otello), il barista che sembra un termosifone anche d'estate, servì tre caffè e uno corretto Sambuca senza chiedere, perché tanto lo sapeva.

«Secondo me» disse asciugando un bicchiere che era già asciutto da tre giorni, «questo sciopero lo fanno apposta per far salire il prezzo del cappuccino. È una manovra finanziaria. Meloni e i sindacati sono d'accordo, si spartiscono i ricavi».

Tonino il Termosifone scribacchiò veloce: «Teoria del complotto cappuccino-espresso. Da approfondire».

Il ragionier Gualtieri si accese una sigaretta elettronica che sapeva di torta di compleanno e sospirò:

«Io l'ho sempre detto: se scioperano tutti, alla fine vince chi non sciopera. Cioè noi. Noi del Bar Sport. Venerdì apriamo alle cinque del mattino e chiudiamo a mezzanotte. Facciamo il pienone. Mettiamo il cartello: “Qui si lavora, si beve e si bestemmia liberamente”».

La Mirella batté il pugno sul tavolo, rischiando di rovesciare il caffè corto-ma-non-troppo:

«Io porto i ferri da maglia! Sciopero o non sciopero, io venerdì finisco la sciarpa per mio nipote. Se passa il 32 non arriva a Natale, e morta lì».

Peppone si grattò la barba e lasciò cadere una chiave inglese sul pavimento, facendo un rumore da attentato.

«E se bloccano anche le pompe di benzina? Io ho il furgone con tre gocce. Se resto a secco venerdì, devo spingere fino a Omegna. A mano. In salita».

El Poeta alzò le braccia al cielo e declamò:

«Sciopero o non sciopero, qui si sta in piedi
chiudiamo solo quando muore il bidet»

Calorifero annuì serio:

«E comunque, se davvero si ferma tutto, almeno per un giorno non arriva il rappresentante delle macchinette. Quello che vuole cambiarci il caffè con le cialde. Quello sì che è un nemico del popolo».

Tonino chiuse il taccuino con solennità:

«Allora è deciso. Cronaca ufficiale del Bar Sport, 24 novembre 2025: mentre l'Italia si ferma, Briga Novarese resiste. Con cappuccino, brioche e sciarpa a metà. E se il 28 novembre il mondo finisce, noi saremo qui. A fare la rivoluzione. Una tazzina alla volta».

E fuori pioveva, ma dentro il Bar Sport il riscaldamento era al massimo, come sempre.
Perché certi posti non scioperano mai.
Nemmeno se glielo ordina il Papa in persona.
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Vaccata
Avatar BaytaDarell
BaytaDarell: ... à la manière de Stefano Benni😊
24 Novembre alle ore 23:34 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar fcerutti
fcerutti: BaytaDarell
Esatto, hai propio indovinato.
Ho riletto da poco il libro che avevo in libreria da più do 40 anno (più o meno).
 1
24 Novembre alle ore 23:35 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar BaytaDarell
BaytaDarell: fcerutti Mi fa piacere che ci sia un altro che apprezza Benni... ti offro una Luisona, poi vedo a che punto sta il calendario del campionato di pallastrada🤗
24 Novembre alle ore 23:38 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar fcerutti
fcerutti: 😂😂😂😂😂😂
 1
24 Novembre alle ore 23:44 · Ti stimo  · Rispondi
Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
25 Novembre - 3.795 visualizzazioni
### La Legge del Sì-Sì
(Edizione straordinaria dal Bar Sport di Briga Novarese, 25 novembre 2025)

Ore 11:47. Nel Bar Sport di Briga Novarese la televisione, quella che ha ancora il tubo catodico e la scritta “Rai 1” appiccicata con lo scotch, trasmette il Tg che parla della nuova legge sul consenso: «Da oggi, senza un sì esplicito, è stupro».

Silenzio tombale. Persino il flipper smette di fare “tilta-til-ta”.

Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale del bar, alza la testa dal suo taccuino unto come un copertone:

«Allora, ricapitolando: se lei non dice “sì” ad alta voce, tipo “sì, voglio”, è reato? E se dice “mah”, che facciamo, processo per tentato tentennamento?»

El Poeta, titolare, si asciuga il bicchiere con lo strofinaccio che ha più storia del Risorgimento e butta lì la rima:

«Se non c'è il sì chiaro e tondo,
finisci dritto al gabbio profondo.»

Il ragionier Gualtieri, che da trent'anni aspetta la pensione integrativa, si aggiusta gli occhiali spessi come fondi di bottiglia:

«Io già lo sapevo. Mia moglie dal '78 non dice né sì né no, dice solo “fai in fretta che c'è il telegiornale”. Ecco perché dormo sul divano da trentasette anni: ero un precursore del consenso!»

La Mirella, che entra con la pelliccia sintetica anche se ci sono 12 gradi, sbatte la borsa sul bancone:

«Finalmente! Adesso se mio marito mi tocca senza chiedere il permesso verbale, lo denuncio e mi prendo la casa, il cane e il posto auto. Era ora che la legge riconoscesse il mio silenzio come un no urlato a squarciagola!»

Il Peppone, meccanico con la barba che sembra cresciuta dentro un motore diesel, alza il dito unto di grasso:

«Scusate, ma in officina come funziona? Se una cliente mi porta la Panda e io cambio l'olio senza che lei dica “sì, cambia pure l'olio”, mi arrestano per violenza meccanica?»

Otello, detto «Calorifero» perché è sempre rosso e suda anche a febbraio, versa un giro di grappa corretto con la paura:

«Ragazzi, io sono rovinato. Stamattina ho servito due caffè senza chiedere “vuoi lo zucchero?”. Due denunce sicure. Domani porto il modulo: “Desidera apporre la firma per il cappuccino?”»

Tonino «il Termosifone» apre il taccuino e legge ad alta voce:

«Notizia dell'ultima ora: il Ministero ha già pronto il modello C-69, “Dichiarazione preventiva di consenso intimo”. Va compilato in triplice copia, vidimato dal notaio e controfirmato dal parroco. Se perdi la copia rosa, devi ricominciare da capo.»

El Poeta, ispirato, compone sul momento:

«Se vuoi un bacio, caro mio,
prima firma, poi dammi il sì.
Se taci o fai lo gnorri,
son dieci anni senza sorri.»

Il ragionier Gualtieri si alza in piedi, drammatico:

«Allora è finita! Io che volevo fare il romantico con la signora Pina del terzo piano… niente più “Ti va un cinema?”… adesso devo mandarle raccomandata A/R con allegato il piano della serata, punto per punto, con casella “acconsento” e “non acconsento”!»

La Mirella ride così forte che le cade la sigaretta nella scollatura:

«E se lui russa dopo? È violenza acustica non consensuale? Lo denuncio pure per quello!»

Calorifero alza le mani, sudato fradicio:

«Da domani metto il cartello: “Prima di ordinare, dire chiaramente: sì, voglio un bianchino”. Chi dice “boh” lo mando fuori a calci. È per la sua sicurezza.»

Tonino chiude il taccuino con solennità:

«Storia d'Italia, capitolo nuovo: il Paese dove per fare l'amore serve il 730 precompilato. Briga Novarese è pronta. Abbiamo già ordinato le penne bic e i timbri “visto – si consenzia”.»

El Poeta, ultimo colpo di genio:

«Chi non dice sì con la voce,
finisce in cella senza croce.
Ma se dice sì e poi si pente,
è violenza retroattivamente!»

E tutti, in coro, alzano il bicchiere:

«Alla salute della nuova legge! Che almeno adesso sappiamo perché il termometro segna zero: nessuno ha chiesto il consenso al freddo!»

Fine.
(Brindisi obbligatorio con grappa barricata. E firma in triplice copia, mi raccomando).
Leggi tutto...
Vaccata
Avatar Undici
Undici: scritto bene e carino ma l'argomento non mi fa ridere 😭
25 Novembre alle ore 14:52 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar Undici
Undici: buona giornata 🙂
25 Novembre alle ore 14:52 · Ti stimo  · Rispondi
Avatar fcerutti
fcerutti: Altrettanto a te. Saluti dalla Costa Rica.
A me l'argomento fa ridere... per non far piangere.
25 Novembre alle ore 15:03 · Ti stimo  · Rispondi
Vaccata
Avatar fcerutti
fceruttilivello 2
26 Novembre - 3.390 visualizzazioni
Bar Sport, Briga Novarese, 26 novembre 2025, ore 22:47.
Fuori piove come se il cielo avesse mangiato trippa e cipolle, dentro c'è un caldo che nemmeno nella sauna di un orso.

El Poeta, dietro il bancone, sta asciugando un bicchiere da tre quarti d'ora con la stessa faccia di chi aspetta che il vetro si asciughi da solo.
Calorifero (al secolo Otello) traffica con la macchinetta del caffè che emette suoni da trattore in amore.

Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale, ha già aperto il taccuino e titola a matita:
«Napoli-Juve, la Champions che sembra il derby di Briga ma con più soldi».

Il ragionier Gualtieri, in giacca e cravatta anche se è mercoledì sera, legge la Gazzetta con gli occhiali sulla punta del naso e borbotta:
«Due a zero al Qarabag… ma chi è sto Qarabag? Un paesino dell'Azerbaigian o una marca di yogurt?»

La Mirella, che è arrivata con l'ombrello ancora aperto dentro il locale (perché «non si sa mai»😉, strilla:
«Yildiz, ragazze! Questo turco è più bello di Banderas quando aveva i capelli! Se lo vedo gli chiedo l'autografo sul decolleté!»

In quel momento entra il Peppone, barba da vichingo e tuta unta fino al collo, con l'aria di chi ha appena rimesso in moto una Panda del '92 con un fil di ferro e una bestemmia.
«Allora? Com'è andata?» chiede, come se avesse puntato l'eredità della suocera.

Tonino alza la penna come fosse una bacchetta magica:
«Napoli due, Qarabag zero. McTominay, quel scozzese che sembra un armadio Ikea, ha fatto due gol di testa. Conte ride, il mondo trema.»

El Poeta, senza alzare gli occhi dal bicchiere che ormai è più asciutto del Sahara, butta lì la rima:
«Conti che conti, il Conte ha contato, due pere in testa e il Qarabag è asfaltato.»

Calorifero, che nel frattempo ha fatto un caffè lungo come la coda al CUP, aggiunge:
«E la Juve? Tre a due al Bodo-come-cazzo-si-chiama. Yildiz ha fatto un gol che sembrava Maradona, ma con meno cocaina e più sponsor.»

Il ragionier Gualtieri scuote la testa:
«Tre a due in casa contro dei norvegesi che giocano con le renne in panchina… Allegri sarebbe già stato lapidato in piazza Duomo.»

La Mirella si accende una sigaretta elettronica che sa di bubble-gum e disperazione:
«Ma avete visto Thiago Motta? Sembra un poeta francese, altro che allenatore. Io lo sposerei domani, anche se poi mi lascia per una modella di Dubai.»

Peppone si siede, prende il bianchino e sentenzia:
«Ragazzi, la Champions è bella, ma qui a Briga Novarese vinciamo 5-0 ogni domenica contro il San Rocco e nessuno ci fila. La differenza? Loro hanno i diritti tv, noi abbiamo la Mirella che urla “Forza magara!” dal secondo anello.»

Tonino scribacchia furiosamente:
«Nota per la cronaca: se il Bar Sport avesse i diritti tv, la telecronaca la farebbe El Poeta in rima e Calorifero commenterebbe solo “Caldo, eh?” dopo ogni gol.»

El Poeta, finalmente soddisfatto del bicchiere (che ormai riflette la luce come uno specchio), alza la voce:
«Se Briga andasse in Champions, giocheremmo col 4-4-2: quattro al bar, quattro a bere, due a guardare la partita.»

Calorifero ride così forte che gli esce il caffè dal naso.
La Mirella applaude.
Il ragionier Gualtieri chiude la Gazzetta e dice:
«Comunque, signori, stasera ha vinto il calcio. E ha perso il Qarabag, che tornerà a casa in aereo low-cost con la coperta sulle ginocchia.»

Tonino chiude il taccuino, soddisfatto:
«Titolo definitivo: “Napoli e Juve volano, Briga resta a terra ma con più grappa”. Cronaca chiusa. Domani si riparla del derby contro il San Rocco. Lì sì che si gioca per la gloria.»

E fuori continua a piovere, ma dentro il Bar Sport è sempre Champions League.
Anche se la coppa, alla fine, la alza solo El Poeta: è il trofeo del bianchino finito.
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Bar Sport - Briga Novarese
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Riostar: L'insegna, da fuori, si legge al contrario? (Speculare)
26 Novembre alle ore 20:12 · Ti stimo  · Rispondi
Vaccata
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27 Novembre - 3.426 visualizzazioni
Scontro Schlein-Meloni ad Atreju - Bar Sport, Briga Novarese, 27 novembre 2025, ore 10:42 del mattino.

Il termosifone (quello vero) gorgoglia come se avesse ingoiato un gatto, e Tonino «il Termosifone» (quello umano) sta già con il blocchetto in mano, pronto a scrivere la Storia.

El Poeta, il titolare, sta asciugando un bicchiere con lo strofinaccio che ha più anni di servizio della Repubblica, e butta lì la rima del giorno:
«Schlein contro Meloni, che duello divino…
una dice “autonomia no”, l'altra “premierato sì, cretino”».

Il ragionier Gualtieri, che ha la cravatta annodata anche quando dorme, alza l'indice come se stesse correggendo la dichiarazione dei redditi di Dio:
«Scusate, ma se si sfidano ad Atreju è come se io sfidassi Mike Tyson a scacchi. La Meloni è a casa sua, lì ci sono solo bandiere tricolori e gente che saluta romano pure quando ordina il cappuccino».

La Mirella, che arriva sempre con il rossetto color “fuoco di segnalazione”, sbotta:
«Ma dai, la Schlein ci va per fare la figura della coraggiosa. È come quando io entro in palestra a gennaio: tutti applaudono, poi a febbraio sono di nuovo qui a mangiare brioche».

Peppone, il meccanico, con la barba che sembra un tappeto di officina, si pulisce le mani nello straccio unto e sentenzia:
«Io dico che vincono tutte e due. La Giorgia perché è nel suo saloon, la Elly perché può dire “vedete? Io ci sono andata, voi no”. È come il derby: pareggio e tutti a casa contenti, tranne noi che paghiamo il biglietto».

Entra Otello «Calorifero», il barista, con il vassoio di caffè. Ha la faccia di chi ha dormito tre ore perché stanotte ha sognato che il POS gli chiedeva la dichiarazione dei redditi.
«Ragazzi, ho sentito alla radio: la Schlein ha detto che vuole “un confronto vero”. Ma Atreju è tipo il compleanno di un ultrà della Lazio: se porti la torta sbagliata ti menano pure se è al cioccolato».

Tonino «il Termosifone» alza la voce, eccitatissimo:
«Cronaca ufficiale! Ore 10:44. Al Bar Sport di Briga Novarese si stabilisce che:
1) Meloni inviterà Schlein sul palco con la stessa faccia di chi invita l'ex moglie alla comunione del figlio.
2) Schlein arriverà con la sciarpa rossa, tipo Zorro ma versione sinistra PD.
3) Alla fine si abbracceranno davanti alle telecamere e Conte, da casa, dirà “ve l'avevo detto io che erano d'accordo”.

Il ragionier Gualtieri scuote la testa:
«Io invece scommetto che non succede niente. Si guardano, si sorridono, dicono “rispetto reciproco” e poi ognuna torna nel suo quartier generale a spiegare perché ha stravinto. È la politica italiana: un reality dove nessuno viene eliminato, cambiano solo le puntate».

Arriva di corsa il Beppe «il Postino» (che in realtà è in pensione da vent'anni ma continua a girare con la borsa della posta perché gli piace sentirsi utile):
«Urgente! Telegramma per la premier! Dice: “Cara Giorgia, se Elly ti fa arrabbiare, ricordati che puoi sempre farle la pernacchia. Firmato: tutto il Bar Sport”».

El Poeta chiude in bellezza, con rima incorporata:
«Schlein e Meloni, che bel match,
una vuole l'Italia unita, l'altra a pezzi già.
Ma qui al Bar Sport, tra caffè e cornetti,
sappiamo la verità: vince chi paga i debiti».

E tutti, in coro, alzano le tazzine:
«Salute alle sfidanti!
Che vinca la meno peggio…
o almeno quella che ci offre il giro!»

Il termosifone (quello di ghisa) gorgoglia più forte, come a dire “bravi, avete capito tutto”.
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Vaccata
Satira
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28 Novembre - 3.074 visualizzazioni
Sciopero generale nazionale - Bar Sport, Briga Novarese, ore 7:12 del 28 novembre 2025.

Il termometro segna –2 ma dentro c'è un caldo che sembra di stare in un panino tostato. Entra Tonino «il Termosifone», cronista ufficiale, con il cappotto aperto e il block-notes già bagnato di vapore.

«Ragazzi, oggi sciopero generale! L'Italia si ferma! Treni, scuole, ospedali, tutto chiuso! È la rivoluzione!»

Silenzio. Solo il ronzio del frigorifero che sembra dire “embè?”.

El Poeta, dietro il bancone, alza un sopracciglio e risponde in rima:
«Se si ferma l'Italia intera
allora il cappuccino te lo offro io, per la carriera.»

Il ragionier Gualtieri, che sta leggendo il Sole 24 Ore al contrario da vent'anni, sbuffa:
«Sciopero? Ma se ieri ho preso il 7:42 per Novara ed era puntualissimo! C'era solo un controllore che piangeva, ma quello piange sempre.»

La Mirella, che ha già ordinato tre brioche e due caffè (tutti per sé), alza la testa:
«Io devo andare dalla pedicure a Borgomanero. Se l'autobus non passa, mi sciopero anch'io. Mi metto in mezzo alla strada con la babbucce e bigodini, vediamo chi osa suonare il clacson.»

Peppone, barba unto di grasso e mani nere come la pece, arriva asciugandosi con uno straccio che una volta era bianco:
«Sciopero? Bene! Così finalmente posso dormire fino alle dieci. I clienti con la Panda rotta possono aspettare, tanto la Panda è già in sciopero da trent'anni.»

Otello «Calorifero», il barista, versa il caffè con la calma di un monaco zen:
«Io invece lavoro lo stesso. Se no chi vi scalda l'anima a voi poveri cristi?»

Entra di corsa il maresciallo Carluccio (personaggio secondario ma sempre utile), con la divisa stirata male:
«Ragazzi, ho appena avuto la circolare: oggi niente multe, i vigili sono in sciopero pure loro! Potete parcheggiare sulle strisce, sui marciapiedi, dentro la fontana, dove vi pare!»

Tonino il Termosifone apre il block-notes e comincia a scrivere a raffica:
«Crónica del giorno che l'Italia si è messa in pigiama. Capitolo primo: a Briga Novarese nessuno se n'è accorto perché eravamo già in pigiama da vent'anni.»

La Mirella: «Ma la posta? Arriva la pensione?»
El Poeta: «La pensione è in sciopero dal 2011, Mirella, non te ne sei mai accorta?»

Peppone alza la voce: «E la Juve gioca lo stesso?»
Tonino: «La Juve non sciopera mai, al massimo finge di cadere.»

Entra nonna Adelina, 92 anni, bastone e voce da tenore:
«Sciopero? Ai miei tempi scioperavamo davvero: prendevamo il forcone e andavamo a prendere il padrone a casa. Oggi mandate un WhatsApp e vi sentite Che Guevara.»

Silenzio reverenziale. Poi il ragionier Gualtieri, sottovoce:
«Però il WhatsApp è comodo…»

Otello Calorifero batte il pugno sul bancone:
«Allora brindiamo! Oggi il bar è l'unico posto d'Italia che funziona!»
El Poeta, inevitabile:
«Se il Paese si ferma tutto quanto
almeno qui il caffè è caldo e santo.»

Tutti alzano le tazzine. Tonino chiude il block-notes e sentenzia:
«Notizia del giorno: lo sciopero generale è perfettamente riuscito.
A Briga Novarese non è cambiato un tubo.
E questo, signori miei, è il vero miracolo italiano.»

E fuori, nella piazza deserta, passa un autobus vuoto con scritto «SCIOPERO» sul display.
Dentro, l'autista sta dormendo.
Pura poesia.
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Vaccata
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