Chiacchiera
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22 Novembre - 2.731 visualizzazioni
Da domenica scorsa sono molti i produttori che ho cercato di sentire per comprendere a pieno le dinamiche e, ancor più, gli esiti della catastrofe che ha investito alcuni dei territori vitivinicoli che amo di più e in particolare Collio (italiano e sloveno) e Colli Orientali.
Per darvi un'idea più concreta e per fare un po' di chiarezza riguardo questa vera e propria tragedia condivido le accorate parole di Mattia Manferrari, figlio di Nicola, di Borgo del Tiglio, una delle realtà che hanno riportato i danni più ingenti a causa dell'#alluvione: "Ti scrivo poche cose, perché sono stato tutto il giorno nel fango a cercare di sistemare qualcosa e il tempo a mia disposizione è sempre poco. La notte tra domenica e lunedì è franata la collina! A seguito del rovescio di più di 300mm di pioggia in poche ore si è staccato dal giardino di un'abitazione sopra il bosco, un enorme pezzo di collina che poi è stata convogliata lungo un rio che portava l'acqua giù in paese, e la frana, dopo aver disintegrato 3 case antiche (il borgo era del 1600), con le conseguenze tragiche di cui avrai sicuramente letto (2 morti), ha investito il cortile interno della nostra azienda. Fortunatamente Matteo, il nostro collaboratore, è riuscito a salvarsi. Stava aiutando Quirin, il ragazzo tedesco, a calare dalla finestra la signora Guerrina
. Lui, essendo in cima alla scala, è stato scagliato a diversi metri “cavandosela" con una frattura al femore e una grossa ferita. Una parte del borgo, un complesso di edifici risalenti in parte al 1600, in parte al 1800 che abbiamo dedicato tutta la vita a restaurare in modo filologico non esiste più. La cantina antica che conteneva l'intero archivio storico - circa 10.000 bottiglie dal 1980 ad oggi - è stato investita e disintegrata dalla collina che scendeva. Anche il colonnato antico nella corte a sinistra guardando al monte è stato investito e ora si regge sulla terra della frana. Abbiamo una cantina, in cui ci sono le vasche d'acciaio e in cui c'è una parte di vino, che è immersa nel fango. La cantina interrata, dove c'è gran parte del vino del 2025 in barrique, ha retto e attualmente contiene le botti, ma c'è un grosso carico di terra sopra di essa che è stata depositata dalla frana. Stiamo cercando di trovare una soluzione per salvare il vino ma non è semplice, l'accesso è attualmente bloccato. Lunedì pioverà di nuovo, quindi c'è il rischio che si depositi ulteriore peso portando a possibili cedimenti, e stiamo cercando di avere chiarezza da parte delle istituzioni perché abbiamo presentato un piano che metterebbe in sicurezza quest'area ma non abbiamo ancora delle risposte. Tutta la zona è transennata e siamo a malapena riusciti a portare via qualche archivio e qualche computer per cercare di ricostituire un minimo di operatività. Nella corte interna c'è un ammasso di terra che arriva fino al secondo piano degli edifici che danno sulla strada. Il magazzino del vino in bottiglia era dall'altra parte della strada e si è salvato, anche se c'è del fango e ancora manca la corrente. Insomma, possiamo dire che siamo in ginocchio.
Per fare chiarezza sulla frana di quel versante, visto che ho letto di tutto, tutte le vigne intorno sono storiche e non sono stati fatti nuovi sbancamenti dagli anni '70. In particolare il Ronco della Chiesa, che è proprio dietro la cantina, e che per quanto ci siano stati smottamenti ha tenuto, è una vigna che in molti tra geologi e agronomi considerano un monumento della viticoltura friulana, perché fu terrazzata a mano con pala e piccone e con una sapienza magistrale nel gestire i flussi d'acqua. Mio padre ha dedicato tutta la sua vita alla manutenzione di questi vigneti, con costi esorbitanti, lavorando manualmente e col massimo rispetto per l'equilibrio suolo-vigna. Fu tra i pionieri dell'inerbimento e molti hanno imparato da lui la sostenibilità in vigna. Di fatto la frana è partita dal giardino di un'abitazione di villeggiatura sul monte, cosa che non ho letto da nessuna parte, e NON dal vigneto sovrastante, perfettamente integro, poi è proseguita nel bosco sottostante." Ho pensato a come tradurre queste parole in un articolo ma ho ritenuto opportuno condividerle integralmente per farne percepire a pieno la forza e il trasporto. Il popolo di queste terre, come pochi altri al mondo, sa rimboccarsi le maniche, sa essere solidale e resiliente, ma quando una calamità di questo genere ti investe con tale impeto è davvero difficile accettare anche una comunicazione superficiale e da clickbaiting che non tiene conto della realtà dei fatti. L'unione fra i produttori friulani e le comunità locali, assieme alla protezione civile e ai vigili del fuoco sta già facendo tanto, ma a noi sta sostenere i produttori come meglio crediamo/possiamo, magari acquistando i loro vini e cercando di dare visibilità alla situazione e alla forza d'animo che tutti stanno dimostrando.

Francesco Saverio Russo
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