Chiacchiera
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Ombromantolivello 9
9 Settembre - 3.492 visualizzazioni
«I medici avevano già parlato chiaro: Sinisa non ce l'avrebbe fatta.
Io lo sapevo, ma non ho mai trovato la forza di dirglielo.
Ne ho parlato solo con i nostri cinque figli: insieme abbiamo deciso di non strappargli quella fragile speranza che lo teneva in vita.
Lui non ha mai chiesto nulla, non voleva arrendersi.
Ha combattuto fino all'ultimo respiro, perché la parola “fine” non faceva parte del suo vocabolario.
Pochi giorni prima che ci lasciasse mi disse:
«Sono felice. Ho voi. Voglio crescere insieme ai miei figli e riempire la casa di nipoti.»
Quelle parole mi hanno spezzato dentro. Gli ho sorriso e gli ho ricordato che una nipotina c'era già, ma lui, con quella luce negli occhi, mi ha risposto:
«Ne voglio tanti. Voglio una tavolata piena.»
Un sogno che non potrà mai vivere, ed è questo il dolore più grande.
Il giorno in cui è volato via eravamo tutti con lui.
Io gli tenevo la mano, i nostri figli intorno al suo letto.
Respirava a fatica, ma non smetteva di lottare.
Allora, con la voce rotta, gli ho sussurrato:
«Vai amore, non temere… ai ragazzi penserò io.»
Solo in quel momento si è lasciato andare.
Solo allora ha trovato pace.
E noi, in silenzio, abbiamo imparato che anche l'addio può essere un atto d'amore.»
Arianna Mihajlović
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Vaccata