Chiacchiera
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Ombromantolivello 9
26 Giugno - 2.270 visualizzazioni
Immagina di avere solo quattro anni e sentirti dire che il tuo corpo cambierà per sempre, in modi che nessuno potrà prevedere o fermare.
È quello che accadde a Roy Lee Dennis, un bambino americano affetto da una malattia rarissima: la craniodiaphyseal dysplasia. Una condizione tanto rara da colpire una persona su oltre 200 milioni.
Il suo cranio cresceva in modo anomalo, diventava sempre più spesso, deformando il volto e comprimendo i nervi. I medici dissero che sarebbe diventato cieco, sordo, e che probabilmente non avrebbe vissuto oltre l'adolescenza.

Ma Roy non si arrese mai.
Visse con una forza silenziosa e una dignità fuori dal comune. Nonostante le difficoltà a scuola, i dolori fisici e lo sguardo spesso duro della gente, continuò a essere se stesso.

Amava le moto, il baseball e la musica di Elvis Presley.
Aveva un senso dell'umorismo tagliente, un cuore generoso, e un'identità forte che non volle mai cambiare. Quando gli proposero interventi chirurgici per “correggere” il suo volto, rifiutò.
Disse: «Voglio restare com'è il mio volto. Questo sono io.»

Morì il 4 ottobre 1978, a soli 16 anni.
Ma lasciò un'impronta indelebile.
Nel 1985, il film “Mask”, con Eric Stoltz nel ruolo di Roy e Cher in quello di sua madre, portò la sua storia al mondo intero.

Roy Lee Dennis non fu ricordato per la sua malattia, ma per la sua forza, la sua autenticità e la sua voglia di vivere, nonostante tutto.
Fu la dimostrazione vivente che la bellezza vera si trova nella verità del cuore, non nell'apparenza.
Che la vita va vissuta senza paura di essere diversi.

E che il coraggio, a volte, ha il volto di un ragazzo che tutti credevano debole… ma che in realtà fu più forte di tutti.
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Vaccata