mamoski: Ma scusa gli scrutatori, i presidenti di seggio, le schede elettorali, i rientri dall'estero, la propaganda, cosa fai la paghi tu ? Secondo la normativa in vigore, gli scrutatori riceveranno un compenso base di 104 euro, a cui si aggiunge una maggiorazione a ciascun quesito in più oltre il primo, pari a 22 euro a scheda. Con cinque quesiti in programma, l’importo complessivo per ogni scrutatore sarà quindi di 192 euro. Più elevato l’importo destinato ai presidenti di seggio, che ricevono un rimborso forfettario netto di 262 euro nei comuni dove si voterà solo per i referendum. In caso di consultazione combinata con le amministrative, il compenso previsto sarà di 282 euro. In entrambi i casi, si tratta di importi esenti da tassazione. Quindi non sono soldi che si intasca Landini se è quello che volevi fare credere ma sono soldi per fare funzionare la democrazia...cosa che voi solitamente ci pisciate sopra.
mamoski: messen I fondi destinati ai comitati promotori dei referendum vengono utilizzati per coprire le spese necessarie per l'organizzazione e la promozione del referendum. Queste spese possono riguardare attività di sensibilizzazione, pubblicità, stampa e distribuzione di materiale informativo, attività di raccolta firme, organizzazione di eventi e, in alcuni casi, il pagamento di personale o consulenti.In particolare, i fondi possono essere utilizzati per: Spese di propaganda: Costi per la stampa e distribuzione di volantini, locandine, adesivi, pubblicità su giornali o internet, e realizzazione di materiali audiovisivi. Spese di organizzazione: Affitto di locali, costo di eventi, spese per la comunicazione e organizzazione di conferenze stampa o incontri pubblici. Spese di raccolta firme: Spese per il lavoro di volontari o personale che si occupa della raccolta firme. Spese per la consulenza legale: Costi per la consulenza legale necessaria per la preparazione e la gestione del referendum.Spese di funzionamento del comitato: Costi per affitto di uffici, spese per la comunicazione e per le attrezzature necessarie al funzionamento del comitato. Spese per il personale: In alcuni casi, i comitati possono assumere personale per gestire la campagna referendaria. I comitati promotori possono ottenere i fondi attraverso diverse fonti: Donazioni individuali: I cittadini possono donare somme di denaro ai comitati. Raccolta fondi: Organizzazione di eventi o campagne di raccolta fondi per raccogliere denaro. Finanziamenti pubblici: In alcuni casi, i comitati possono ottenere finanziamenti pubblici. Patrocini e sponsorizzazioni: I comitati possono ricevere sponsorizzazioni da parte di aziende o organizzazioni.È importante che i comitati promotori rendano pubbliche le proprie fonti di finanziamento e le spese sostenute per garantire trasparenza e fiducia. Inoltre, è importante distinguere tra i fondi destinati ai comitati promotori e i fondi pubblici per il finanziamento della politica. I fondi pubblici per il finanziamento della politica sono destinati ai partiti politici e vengono gestiti attraverso un sistema di rimborsi elettorali. I comitati promotori di referendum, invece, sono entità indipendenti e non sono finanziati direttamente dallo Stato.
Secondo la normativa in vigore, gli scrutatori riceveranno un compenso base di 104 euro, a cui si aggiunge una maggiorazione a ciascun quesito in più oltre il primo, pari a 22 euro a scheda. Con cinque quesiti in programma, l’importo complessivo per ogni scrutatore sarà quindi di 192 euro.
Più elevato l’importo destinato ai presidenti di seggio, che ricevono un rimborso forfettario netto di 262 euro nei comuni dove si voterà solo per i referendum. In caso di consultazione combinata con le amministrative, il compenso previsto sarà di 282 euro. In entrambi i casi, si tratta di importi esenti da tassazione.
Quindi non sono soldi che si intasca Landini se è quello che volevi fare credere ma sono soldi per fare funzionare la democrazia...cosa che voi solitamente ci pisciate sopra.
Spese di propaganda:
Costi per la stampa e distribuzione di volantini, locandine, adesivi, pubblicità su giornali o internet, e realizzazione di materiali audiovisivi.
Spese di organizzazione:
Affitto di locali, costo di eventi, spese per la comunicazione e organizzazione di conferenze stampa o incontri pubblici.
Spese di raccolta firme:
Spese per il lavoro di volontari o personale che si occupa della raccolta firme.
Spese per la consulenza legale:
Costi per la consulenza legale necessaria per la preparazione e la gestione del referendum.Spese di funzionamento del comitato:
Costi per affitto di uffici, spese per la comunicazione e per le attrezzature necessarie al funzionamento del comitato.
Spese per il personale:
In alcuni casi, i comitati possono assumere personale per gestire la campagna referendaria.
I comitati promotori possono ottenere i fondi attraverso diverse fonti:
Donazioni individuali: I cittadini possono donare somme di denaro ai comitati.
Raccolta fondi: Organizzazione di eventi o campagne di raccolta fondi per raccogliere denaro.
Finanziamenti pubblici: In alcuni casi, i comitati possono ottenere finanziamenti pubblici.
Patrocini e sponsorizzazioni: I comitati possono ricevere sponsorizzazioni da parte di aziende o organizzazioni.È importante che i comitati promotori rendano pubbliche le proprie fonti di finanziamento e le spese sostenute per garantire trasparenza e fiducia.
Inoltre, è importante distinguere tra i fondi destinati ai comitati promotori e i fondi pubblici per il finanziamento della politica. I fondi pubblici per il finanziamento della politica sono destinati ai partiti politici e vengono gestiti attraverso un sistema di rimborsi elettorali. I comitati promotori di referendum, invece, sono entità indipendenti e non sono finanziati direttamente dallo Stato.