Chiacchiera
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oggi alle ore 09:14 - 1.945 visualizzazioni
E' già martedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Quel coltello nelle mani dei ragazzi.

Ormai è emergenza: sempre più ragazzi escono di casa con il coltello. Si accoltella per noia, per rabbia. Ma anche per uccidere.
Questa drammatica realtà degli accoltellamenti da parte dei giovani- è in crescita, lo sottolinea anche il Viminale- è stata evidenziata da un'inchiesta che ho letto su “La Repubblica”. Un ampio e approfondito viaggio con interviste e ampia documentazione sui più recenti episodi di cronaca.
Dall'inchiesta – una pagina di alto giornalismo- traggo un passaggio che mi ha colpito e che deve far riflettere tutta la Società:
“Le lame sono diventate l'arma simbolo del disagio post pandemico e di quel malessere diffuso, soprattutto fra i più giovani che faticano a stare al passo con una Società sempre più sorda al loro grido d'aiuto. Così girare con l'arma bianca in tasca rinforza il senso di appartenenza , un mezzo per riconoscersi nel branco e di difendersi dagli altri”.
Che fare? La dottoressa Paola Brunese, Presidente del tribunale per i minorenni di Napoli, dice(traggo sempre dall'inchiesta):
“ Metal detector, sequestri e processi per direttissima non possono rappresentare l'unica soluzione. Bisogna partire dalla famiglia . Questi ragazzi crescono in una Società dove non vengono impartite le regole e dove le famiglie non li seguono adeguatamente. In udienza i genitori si mostrano sempre più stupiti . Ma non si può delegare tutto alle istituzioni e alla scuola .I figli vanno controllati anche in casa”.
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L'inchiesta de “La Repubblica”: di Ilaria Carra (Milano), Dario Del Porto (Napoli), Luca Monaco (Roma) a cura di Chiara Nardinocchi. Complimenti cari colleghi. Grazie.
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