steviecooder: AVVFABIO71 Albanese e Hamas: parole, contesto e polemiche Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i territori palestinesi, ha rilasciato dichiarazioni che hanno acceso il dibattito. Non ha lodato Hamas nel senso di un endorsement politico, ma ha cercato di restituire una visione più articolata del movimento, sottolineando che: Hamas ha vinto le elezioni nel 2006, considerate - veramente democratiche (sic). Ha costruito scuole, ospedali e strutture pubbliche e usarle come stazioni per i tunnel e assumendo il ruolo di autorità di fatto nella Striscia di Gaza. Ha affermato che - non si deve pensare necessariamente a tagliagole - , distinguendo tra l’ala militare e quella politica/sociale (sic) . Queste affermazioni sono state contestualizzate da vari media, Un’analisi più attenta mostra che Albanese non ha espresso solo giudizi morali , ma ha cercato di descrivere un fenomeno politico nella sua interezza. Nel frattempo, il mancato Nobel per la pace Donald Trump, regista della diplomazia da reality show propone di affidare la polizia locale di Gaza proprio a Hamas. Sì, quelli che fino a ieri erano "terroristi". Ora diventano "forze dell’ordine". Per un periodo. Poi si vedrà. Hamas finanziata da Israele? Una delle teorie più controverse e dibattute. Alcuni analisti sostengono che, negli anni 80 e 90, Israele abbia indirettamente favorito Hamas per indebolire l’OLP e Fatah. Documenti e testimonianze parlano di una strategia del "divide et impera". Tuttavia: L’idea che Israele finanzi Hamas con milioni di dollari al mese oggi è priva di fondamento. Ma la narrativa del "finanziamento diretto" è altamente controversa e spesso usata in chiave propagandistica. Se hai video o fonti specifiche, portameli: li analizziamo insieme, scena per scena. Il confine tra propaganda e pensiero critico è sottile come il filo di un funambolo. Ma spacciare ogni analisi complessa per "propaganda" è come urlare "fuoco!!!" in un teatro solo perché la scena è troppo accesa. E allora, chiudiamo: Nel teatro della geopolitica, il regista cambia i ruoli senza avvisare il pubblico. E chi ieri era il nemico, oggi riceve il distintivo.
oliver: Sioux Tieni presente che la maggioranza di quelle famiglie sono extracomunitari illegali e non che sono arrivati grazie al buonismo della sinistra, che adesso contesta per la loro povertà. Si sapeva da sempre che l'Italia non aveva la forza economica e sociale di accogliere tutti.
Albanese e Hamas: parole, contesto e polemiche
Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i territori palestinesi, ha rilasciato dichiarazioni che hanno acceso il dibattito. Non ha lodato Hamas nel senso di un endorsement politico, ma ha cercato di restituire una visione più articolata del movimento, sottolineando che:
Hamas ha vinto le elezioni nel 2006, considerate - veramente democratiche (sic).
Ha costruito scuole, ospedali e strutture pubbliche e usarle come stazioni per i tunnel e assumendo il ruolo di autorità di fatto nella Striscia di Gaza.
Ha affermato che - non si deve pensare necessariamente a tagliagole - , distinguendo tra l’ala militare e quella politica/sociale (sic) .
Queste affermazioni sono state contestualizzate da vari media,
Un’analisi più attenta mostra che Albanese non ha espresso solo giudizi morali , ma ha cercato di descrivere un fenomeno politico nella sua interezza.
Nel frattempo, il mancato Nobel per la pace Donald Trump, regista della diplomazia da reality show propone di affidare la polizia locale di Gaza proprio a Hamas. Sì, quelli che fino a ieri erano "terroristi". Ora diventano "forze dell’ordine". Per un periodo. Poi si vedrà.
Hamas finanziata da Israele?
Una delle teorie più controverse e dibattute.
Alcuni analisti sostengono che, negli anni 80 e 90, Israele abbia indirettamente favorito Hamas per indebolire l’OLP e Fatah.
Documenti e testimonianze parlano di una strategia del "divide et impera". Tuttavia:
L’idea che Israele finanzi Hamas con milioni di dollari al mese oggi è priva di fondamento.
Ma la narrativa del "finanziamento diretto" è altamente controversa e spesso usata in chiave propagandistica.
Se hai video o fonti specifiche, portameli: li analizziamo insieme, scena per scena.
Il confine tra propaganda e pensiero critico è sottile come il filo di un funambolo. Ma spacciare ogni analisi complessa per "propaganda" è come urlare "fuoco!!!" in un teatro solo perché la scena è troppo accesa.
E allora, chiudiamo:
Nel teatro della geopolitica, il regista cambia i ruoli senza avvisare il pubblico.
E chi ieri era il nemico, oggi riceve il distintivo.
Applausi, confusi ma obbligati.
l’arte di riconoscere, neutralizzare e bonificare le infestazioni umane, un obbligo in questo caso