Chiacchiera
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16 Ottobre - 2.952 visualizzazioni
E' già già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda indietro.
Di Luciano Ragno

La paura della libertà della donna.
Educazione all'effettività a scuola:
clamoroso passo indietro.

Quel coltello, 24 volte, ha colpito ancora. Su Pamela, 29 anni. Lui nell'età della maturità e della riflessione: 52. Il motivo di sempre: “ Lei è mia e deve restare mia”.
E' tragedia continua. Si è fatta una legge due mesi fa chiamando l'omicidio di una donna con un nuovo nome : femminicidio. Sarebbe stato opportuno leggere Michela Murgia: “Il femminicidio è più di un omicidio, è un crimine d'odio”.
L'odio non si ferma con una legge. Le leggi non bastano.
Bisogna ammetterlo: l'uomo ha ancora paura della libertà della donna. Una convinzione che non si cancella con la minaccia di una condanna severa. Ma con la cultura del rispetto.
Stavo scrivendo che questa cultura finalmente crescerà anche nel nostro Paese con l'insegnamento nelle scuole, a partire dalle Medie, all'educazione affettiva con il disegno di legge ( già molto restrittivo, comunque qualcosa) del ministro Valditara , quando mi sono fermato.
Leggo su “La Repubblica" che non sarà così. Clamorosa marcia indietro. Ieri sera la Commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento della Lega: niente lezioni di educazione all'affettività alle Medie ( ragazzi fra gli 11 e i 14 anni). Non basta. Lezioni solo nelle superiori, in pratica i licei ( ragazzi dai 14 ai 18 anni), ma a condizione che ci sia il consenso di mamma e papà.
Si era fatto un passo avanti anche se piccolo. Si è tornati indietro. Speriamo nel Parlamento. L'uomo ha ancora paura della libertà della donna.
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