Chiacchiera
29 Settembre - 3.913 visualizzazioni
Flottiglia.
Art. 244 codice penale
Atti ostili verso uno Stato estero, che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra
1. Chiunque, senza l'approvazione del Governo, fa arruolamenti o compie altri atti ostili contro uno Stato estero, in modo da esporre lo Stato italiano al pericolo di una guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra avviene, è punito con l'ergastolo.
2. Qualora gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni con un Governo estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o i suoi cittadini, ovunque residenti, al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni, la pena è della reclusione da tre a dodici anni. Se segue la rottura delle relazioni diplomatiche, o se avvengono le rappresaglie o le ritorsioni, la pena è della reclusione da cinque a quindici anni.
Art. 244 codice penale
Atti ostili verso uno Stato estero, che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra
1. Chiunque, senza l'approvazione del Governo, fa arruolamenti o compie altri atti ostili contro uno Stato estero, in modo da esporre lo Stato italiano al pericolo di una guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra avviene, è punito con l'ergastolo.
2. Qualora gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni con un Governo estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o i suoi cittadini, ovunque residenti, al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni, la pena è della reclusione da tre a dodici anni. Se segue la rottura delle relazioni diplomatiche, o se avvengono le rappresaglie o le ritorsioni, la pena è della reclusione da cinque a quindici anni.
E non solo quest'escremento
In Italia è scoppiato il caso Flotilla.
Titoli a tutta pagina, politici in crociata, dichiarazioni roboanti. Ma se gratti via la vernice, resta poco: una missione umanitaria che di umanitario ha solo il nome. Nessun carico utile, nessun piano concreto.
Solo simboli, selfie e slogan.
Quattro parlamentari a bordo, ma zero coordinamento con ONG serie.
Il governo condanna e poi si contraddice mandando 2 navi .
L’opposizione cavalca la polemica, ma non muove un dito per portare aiuti veri.
I media si dividono tra indignazione e spettacolo, dimenticando Gaza.
E fuori dall’Italia? Silenzio.
La Flotilla non interessa.
Non smuove governi, non cambia equilibri.
È una tempesta in un bicchierino tricolore, ignorata da chi conta davvero.
Ma chi osserva con lucidità vede solo propaganda. Un’operazione di immagine, non di salvezza.
E aggiungo : Sciopero nazionale “per Gaza”?
La CGIL l’ha fatta fuori dal vaso.
Di nuovo.
Certo, perché se c’è una cosa che ferma i carri armati è il treno regionale delle 7:42 bloccato a Voghera.
Il Medio Oriente trema: l’addetto alle fotocopie ha incrociato le braccia.
Sindacalismo magico: basta un comunicato, una bandiera, e puff - pace nel mondo.
Peccato che i pendolari non abbiano ricevuto l’illuminazione geopolitica mentre aspettavano il treno sotto la pioggia.
La CGIL, da difensore dei diritti dei lavoratori, si è evoluta in oracolo globale. Oggi sciopera per Gaza, domani forse per la deforestazione in Amazzonia, dopodomani contro Mercurio retrogrado.
Intendiamoci: la solidarietà è nobile.
Ma se ogni causa diventa motivo di sciopero, il sindacato rischia di diventare una newsletter con pretese di rivoluzione.
Nel frattempo, chi lavora davvero si chiede se il sindacato si ricorda ancora come si scrive “contratto”.