Chiacchiera
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Ombromantolivello 9
11 Settembre - 2.766 visualizzazioni
Succede ad Agrigento, ristorante Ginger People & Food.
Due clienti sulla sessantina, una volta scoperto che la chef è nera - la pluripremiata Marame Cissè - si alzano e se ne vanno indignati.

Gli ha risposto il titolare del locale Carmelo Roccaro. E lo ha fatto con una lettera meravigliosa, provocatoria e amarissima che va letta fino in fondo e condivisa.

“Sei entrata di fretta, con il tuo compagno, capelli brizzolati, tagliati cortissimi “alla Sinéad”, donna nostrana sulla sessantina circa. Sei stata accolta con il sorriso dalla nostra Karima, addetta di sala, giovane ragazza di seconda generazione, grande lavoratrice, che ti ha fatto accomodare dove volevi tu.

Dopo qualche minuto ti ho visto alzare da tavola, disturbata, e dirigerti verso l'uscita. Ti sono venuto incontro per capire cosa stesse succedendo, ma non mi hai degnato di uno sguardo e, alquanto seccata, non hai neanche risposto al mio saluto e sei andata via, così.

Karima mi guardava con gli occhi sgranati e a bocca aperta dicendomi “Dopo avere visto il menù la signora mi ha chiesto se per caso la proprietaria del ristorante fosse una signora neg… di colore. E alla mia conferma si è alzata dicendo che non voleva più cenare qui…”.

Ieri sera ho preso consapevolezza di quanto profondo e radicato sia questo sentire che emerge dal lato oscuro delle persone.

Ma, ti sembrerà strano, ieri io ti ho anche ammirato. Ti ho ammirato perchè hai avuto la coerenza di dire quello che tante persone, concittadini, amici pensano, ma non ammettono
Perché, vedi, noi ci siamo proprio perché esistono persone come te, e non ci disturbano i commenti del tipo “u vidisti? dintra a cucina su tutti nivuri” o i “negri!” urlati dalle auto in corsa davanti al nostro ristorante. Non ci disturbano e ci fanno sorridere perché li avevamo messi in conto e sapevamo che sarebbe sato difficile costruire una comunità diversa da questa in cui viviamo.

Perché frasi come “Non vi montate la testa, volate basso”, “Avete i prezzi troppo alti, i più cari della città”, “Fate porzioni troppo scarse”, ”Una cucina neanche minimamente paragonabile alla nostra” “Tutto troppo piccante” in fondo vogliono dire quello che tu hai detto, senza peli sulla lingua: la cuoca è nera, voi tutti siete neri, avete oltrepassato il limite.

Il “povero nero” è bravo e fa bene alla coscienza attraverso le opere di carità “inclusive e antirazziste” dell'uomo bianco italico fin quando fa il lavapiatti o si occupa delle pulizie, cioè rimane al suo posto e non aspira a migliorare la sua condizione sociale. Ma se il nero, grazie al genio che la Natura, per fortuna, dispensa a caso e senza distinzione di sesso o di colore della pelle, diventa uno chef, un capo, diventa più bravo di me o di mio figlio, allora questo non va più bene. Diventa, appunto, troppo.

Certamente non stiamo riuscendo a cambiare il lato nero dell'anima di quelli come te ma forse stiamo facendo emergere quello, più subdolo e profondo, dell'anima di quegli altri”.
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Vaccata