Chiacchiera
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22 Agosto - 3.221 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Gaza, la “preziosa”.

“La preziosa”, così la chiamavano gli egizi.
Sta per essere cancellata dalla prepotenza d'Israele e dalla follia di Hamas. Ormai senza più i suoi bambini.
E' lì da quando alla nascita di Cristo mancano 1500 anni. Porto affollato dei traffici del Mediterraneo. Percorso privilegiato dal commercio . Una vita cittadina pulsante. Ma anche Centro di cultura con la grande Moschea di Omar , l'immensa biblioteca, i ricchi musei, gli affollati mercati pieni di profumi e sapori.
E gli eleganti palazzi lungo le ampie vie disegnate dal sicomoro, la pianta sacra, gonfia di un frutto simile al fico: lì sotto si prega. Simbolo dell'immortalità. Sradicata dai missili , l'arma che cancella il domani.
Gaza, raccontata dalla Bibbia: qui Sansone, prigioniero dei filistei, fece crollare il tempio per morire lui con i prigionieri.
Gaza , la “preziosa” anche dei tempi nostri. Città di commercio, quattro università, diversi ospedali, “Shifa” il più importante. Una popolazione di giovani che si stavano costruendo il domani. Un mare con le migliori onde per il surf. Capitale di una striscia di terra che fa gola a tutti. Eppure è piccola. Per avere un'idea: da Tivoli a Ostia.
Sta lì da sempre. Ambita. Amata. Occupata e rioccupata: Ottomana, britannica, egiziana, israeliana. E diventata Gaza City.
Ora Israele la vuol cancellare. Ha già iniziato.
Gaza, “città del valore e del dolore” ha scritto il poeta Mahmoud Darwish.
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