Lonely: Scusa ma non mi tornano i conti… Al di là delle legittime posizioni politiche sui quesiti dell’8 e 9 giugno, la relazione tecnica, che accompagna il decreto “Elezioni”, con cui il governo ha introdotto varie misure per lo svolgimento dei referendum e delle elezioni comunali, stima un costo per i soli referendum di circa 88 milioni di euro. Il costo di una sezione elettorale è di poco più di mille euro, considerando i compensi per il presidente, il segretario e i tre scrutatori. Le circa 61.500 sezioni presenti in Italia danno così un costo di 63,4 milioni di euro, a cui si aggiungono i costi dei seggi speciali, allestiti per esempio negli ospedali (meno di 300 mila euro). Vanno poi aggiunti circa 24 milioni di euro per l’invio delle cartoline di avviso di voto agli oltre 5 milioni di italiani all’estero che possono votare ai referendum. Sommando tutte queste voci di spesa, si arriva a circa 88 milioni…e gli altri 312 come vengono fuori?
òstrega: Per definizione il referendum abrogativo è proprio quello che abroga una norma esistente. Non votando non cambierai i rimborsi elettorali (che ci sono anche alle politiche). I diritti dei lavoratori sono sacri.
Spinanelfianco: messen ti viene chiesto di perdere del tempo per esercitare il tuo diritto/dovere di esprimerti. Non sciupare questa libertà, che è costata il sacrificio di molti. Per loro, non per i partiti.
STARZ: Sotto lo slogan niente! Tra capitale e lavoro, ovvero tra padroni ed operai, al dunque i fascioleghisti scelgono sempre i primi. A chiacchere col popolo, nei fatti coi padroni. Ma va?!
STARZ: Quorum o nn quorum, questa tornata referendaria ha un valore chiarificatore dirimente: rivela, senza più infingimenti propagandistici, chi sono gli avversari dei lavoratori. Spoiler: i fascioleghisti.
Al di là delle legittime posizioni politiche sui quesiti dell’8 e 9 giugno, la relazione tecnica, che accompagna il decreto “Elezioni”, con cui il governo ha introdotto varie misure per lo svolgimento dei referendum e delle elezioni comunali, stima un costo per i soli referendum di circa 88 milioni di euro. Il costo di una sezione elettorale è di poco più di mille euro, considerando i compensi per il presidente, il segretario e i tre scrutatori. Le circa 61.500 sezioni presenti in Italia danno così un costo di 63,4 milioni di euro, a cui si aggiungono i costi dei seggi speciali, allestiti per esempio negli ospedali (meno di 300 mila euro). Vanno poi aggiunti circa 24 milioni di euro per l’invio delle cartoline di avviso di voto agli oltre 5 milioni di italiani all’estero che possono votare ai referendum. Sommando tutte queste voci di spesa, si arriva a circa 88 milioni…e gli altri 312 come vengono fuori?
Non votando non cambierai i rimborsi elettorali (che ci sono anche alle politiche).
I diritti dei lavoratori sono sacri.
Tra capitale e lavoro, ovvero tra padroni ed operai, al dunque i fascioleghisti scelgono sempre i primi.
A chiacchere col popolo, nei fatti coi padroni.
Ma va?!