Chiacchiera
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24 Maggio - 3.469 visualizzazioni
E' già sabato.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Il rispetto negato

Sei anni. In un'epoca dove contano i millesimi di secondo. Sono sei anni che la Corte Costituzionale invita il Parlamento a discutere la legge sul fine vita. Pochi giorni fa –per la quarta volta- ha “ riaffermato i requisiti necessari per la non punibilità dell'aiuto al suicidio medicalmente assistito” .
Il Senato ieri ha risposto. Ma con una nuova spaccatura su un testo condiviso.
Il confronto ormai è diventato scontro politico. Si sta perdendo una visione comune. Ogni Regione pensa di legiferare da sola, la Toscana già l'ha fatto. Ma il Governo ha impugnato la legge.
Discutendo, rinviando e prendendo tempo si dimentica l'uomo che soffre. E non si rispetta la sua libertà di decidere. E la dignità umana. Ci sono tutti i requisiti per approvare la legge. Ne manca uno: la volontà.
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Quando si parla di fine vita si pone l'accento anche sulle cure palliative per contenere il dolore. Tutti ne abbiamo diritto, c'è una legge del 2010. Se ne parlerà molto lunedì nella Giornata del Sollievo. Cosa sono le cure palliative? Perché aiutano nella lotta al dolore? Lo spiega molto bene un articolo di Francesca D'Angelo su “Intimità”, il settimanale diretto da Sabrina Sacripanti. Si spiega perché una persona su tre non riesce ad accedere alle cure palliative. E' uno dei tanti problemi della Sanità.
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