Chiacchiera
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17 Maggio - 2.514 visualizzazioni
E' già sabato.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Quel ieri e quel domani.

Amo il domani. Pieno di fiducia.
Ma non dimentico il passato. Ricco di emozioni.
Ieri e futuro mi appaiono, improvvisamente, mentre leggo le cronache sul Salone del Libro di Torino. Mi soffermo sulla presentazione , all'Arena di Repubblica Robinson, di Maurizio de Giovanni del suo ultimo romanzo “Il pappagallo muto”.
E mi ritrovo nel passato
Lo scrittore si definisce “un abitante del neolitico anteriore nel quale le foto si stampavano”. E lo dice per parlare della memoria. “Perché le foto stampate dal rullino, quelle 33 che buttavi in una scatola perché erano brutte ma le avevi pagate, contengono un segreto: troverai in quella scatola uno scatto di quando eri bambino, con la faccia incazzata, con una mano a mamma e una a papà. Eri arrabbiato per chissà quale ragione - volevi il motorino e ti avevano detto di no, non volevi stare in vacanza con loro - ma, ripescandola da quella scatola, scoprirai che eri felice: perché non avevi pensieri, eri con mamma e papà. Quale hard disk può fare questo?”.
E poi "leggo" il domani.
Maurizio de Giovanni confessa di avere “il terrore del giudizio delle nuove generazioni. Cosa penseranno di noi quelli che domani vedranno che nei telegiornali si parla di dazi e il bombardamento di un ospedale pediatrico che ha ucciso 35 tra bambini e medici è stato relegato in pochi secondi?”.
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