Satira
4 Maggio - 4.571 visualizzazioni
È da una mezz'ora che mi interrogo su un particolare passaggio dell'intervista rilasciata stamani dall'on. Bignami, capogruppo Fdi alla Camera, sul tema del lavoro.
Dice: "A noi non convince il salario minimo perché ci convince un salario giusto".
Mi affascina come concetto, che trovo a tratti persino rivoluzionario. Perché sembra disancorare il concetto di retribuzione da un paradigma matematico ben definito a chiaro, portandolo su un piano metafisico, dell'iperuranio, introducendo una nuova unità di misura: la “giustezza”.
In questa nuova dimensione, la determinazione del salario diventa una sensazione. Un'idea, un valore morale. Un campo quantico della retribuzione: è difficile definirlo a parole, perché siamo alla rottura della terza dimensione. E l'aspetto straordinario di questa visione è che, venendo meno i “minimi” (e quindi, a rigor di logica, anche i “massimi&rdquo😉, in cui Bignami ha chiaramente detto di non credere (altra grande rivelazione: ne sono sconvolto), il salario diventa potenzialmente infinito, tanto verso l'alto quanto verso il basso: una retribuzione teoricamente inafferrabile che può esser ricondotta sul piano fisico, terreno, solo da quella nuova unità di misura, appunto la “giustezza”.
Purtroppo il dott. On. Bignami non ci spiega però quali logiche segua questo nuovo coefficiente. Cioè su che basi esso si fermi nella ormai infinita retta del salario. E soprattutto chi lo decida e su quali principi condivisi, onde evitare soggettività.
Trovo altresì interessante l'esperimento normativo che ci attende.
Sarà intrigante vedere la gente applicarlo con soggettive considerazioni di “giusto” alle contrattazioni non solo sui salari, ma alle tasse da versare, la compravendita di immobili e la spesa al supermercato.
Grazie, prof. Bignami.
E buona domenica.
...che, poi, basta guardarlo eh...
Dice: "A noi non convince il salario minimo perché ci convince un salario giusto".
Mi affascina come concetto, che trovo a tratti persino rivoluzionario. Perché sembra disancorare il concetto di retribuzione da un paradigma matematico ben definito a chiaro, portandolo su un piano metafisico, dell'iperuranio, introducendo una nuova unità di misura: la “giustezza”.
In questa nuova dimensione, la determinazione del salario diventa una sensazione. Un'idea, un valore morale. Un campo quantico della retribuzione: è difficile definirlo a parole, perché siamo alla rottura della terza dimensione. E l'aspetto straordinario di questa visione è che, venendo meno i “minimi” (e quindi, a rigor di logica, anche i “massimi&rdquo😉, in cui Bignami ha chiaramente detto di non credere (altra grande rivelazione: ne sono sconvolto), il salario diventa potenzialmente infinito, tanto verso l'alto quanto verso il basso: una retribuzione teoricamente inafferrabile che può esser ricondotta sul piano fisico, terreno, solo da quella nuova unità di misura, appunto la “giustezza”.
Purtroppo il dott. On. Bignami non ci spiega però quali logiche segua questo nuovo coefficiente. Cioè su che basi esso si fermi nella ormai infinita retta del salario. E soprattutto chi lo decida e su quali principi condivisi, onde evitare soggettività.
Trovo altresì interessante l'esperimento normativo che ci attende.
Sarà intrigante vedere la gente applicarlo con soggettive considerazioni di “giusto” alle contrattazioni non solo sui salari, ma alle tasse da versare, la compravendita di immobili e la spesa al supermercato.
Grazie, prof. Bignami.
E buona domenica.
...che, poi, basta guardarlo eh...
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Non so oggi, ma quando ero gggggiovane il salario minimo esisteva. Venivi assunto in una categoria base che aveva in contratto previsto per legge. Poi in base alle capacità passavi di livello .... oggi dalla storia degli stagisti non se ne viene fuori!
Carlettone non ci hai pensato mentre riflettevo!
li lasciano sparlare per un po'... poi li mandano
all'oblio, vedi Montarulli
Lollo, ect
Un esempio? Pensa cosa è successo nel commercio quando hanno cominciato, i centri commerciali ad aprire 7su7, i lavoratori già assunti anche se "costretti" almeno quando lavoravano nei festivi erano pagati come lavoro straordinario. Poi hanno deciso, con il solito silenzio dei sindacati, di spalmare l'orario settimanale su 7giorni lavorativi con 2 giorni di riposo e i neo assunti o peggio quelli con contratti precari hanno subito una situazione peggiorativa!
Poiché senza precarietà non c è bisogno di un minimo uguale per tutti il salario crescerà di pari passo alle competenze del lavoratore!