Chiacchiera
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4 Maggio - 3.850 visualizzazioni
E' già domenica.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Quell'immagine .

“Vorrei diventare Papa”. Ognuno di noi, almeno una volta, l'ha detto. Scherzando, ovviamente , fra gli amici. E' tutto è finito qui.
E c'è chi l'ha detto e non è finita qui. Donald Trump: “Vorrei diventare Papa. Nessuno lo farebbe meglio di me”. E l'ha detto con una tale convinzione che è stato virtualmente accontentato. Non un amico in vena di scherzi ma proprio la Casa Bianca che ha chiesto aiuto all'intelligenza artificiale e questa subito : abito talare, mitria, crocifisso dorato al collo.
Il fotomontaggio è venuto così bene che Trump ha condiviso personalmente l'immagine sul suo account Truth.
Così lo sta vedendo tutto il mondo.
Si dice, è uno scherzo di chi è gonfio di ego, fra una minaccia e una smentita . Tutto qui, perché dare importanza?
Azzardo un'ipotesi, non più di tanto: un messaggio al Conclave . Dico questo perché Trump subito dopo ha aggiunto: “Devo dire che c'è un cardinale di un posto, chiamato New York, che è molto bravo, Vedremo cosa succede”.
E poi : quel volto e quel dito. Non la serenità di un Pontefice ma un viso serio. E non le due dita di un Papa che benedice ma solo un dito. Un proverbio dice: “Le dita della mano non sono tutte uguali (e tutte servono)”. A Trump basta l'indice. Come dire: occhio! Ma può darsi che mi sbaglio.
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Vaccata