Satira
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carlettonelivello 14
27 Aprile - 5.394 visualizzazioni
Dongo, Lombardia, poche ore fa.
Da una parte, decine e decine di fascisti di 💩 che fanno il saluto fascista in piazza, indisturbati, per commemorare Mussolini.
Dall'altra, militanti antifascisti circondati dalla polizia, controllati come se il problema fossero loro.
Non un fermo. Non un verbale. Non una contestazione per quei saluti fascisti, vietati dalla legge e dal buon senso.
Non un intervento contro chi ancora oggi inneggia a un passato di dittatura, guerra e leggi razziali.
Le forze dell'ordine sono rimaste immobili.
A osservare.
A garantire, di fatto, la libertà di chi la libertà la disprezza.
Chi invece era lì per difendere la memoria della Resistenza, per onorare i partigiani, per testimoniare che l'antifascismo è un valore e non un reato, si è visto circondato, controllato come un potenziale pericolo.
In un Paese normale, sarebbe l'esatto contrario.
In un Paese fedele alla propria Costituzione, chi fa il saluto romano verrebbe allontanato e chi ricorda la Liberazione verrebbe protetto.
E invece, oggi a Dongo, è andata così: a chi celebra il fascismo è stato steso un tappeto, a chi difende la democrazia sono stati puntati addosso gli scudi.
Con questo Governo, fingiamoci stupiti.
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Vaccata