Chiacchiera
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5 Aprile - 2.159 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

La mano sulla coscienza.

Oggi è la Giornata della coscienza. Comprendo l'imbarazzo di molti: nelle stanze che contano ma anche in quelle di sconosciute persone.
Perché, ammettiamolo, è sempre più raro quell'antico “mettersi una mano sulla coscienza” davanti a una decisione che richiede un gesto oltre il nostro interesse.
Addirittura lo sostituiamo con l'altrettanto antico “lavarsi le mani” di Ponzio Pilato memoria. Che è un modo nascosto utilizzato dal nostro cervello per sgravarci dalle responsabilità della scelta appena presa. Non lo dico io ma uno studio dell'Università del Michigan.
È difficile comprendere come non si ribelli la coscienza di chi ordina azioni disumane come una guerra, studia leggi che creano disuguaglianze, divide la gente in “normale” e “diversa”, commette un'ingiustizia. Comunque fa del male a qualcuno.
A meno che non mi si risponda che la coscienza non esiste e che la vita è regolata solo dall'interesse personale. In pratica” faccio quello che mi fa comodo”.
Invece la coscienza esiste. Me lo disse il Nobel John Carew Eccles in un lungo colloquio tanti anni fa. In quei tempi stava studiando di localizzarla in qualche angolo nascosto del cervello, convinto della sua presenza in costante dialogo con la mente.
Dell'esistenza della coscienza me lo conferma anche il grande Totò:
“Di notte, quando sono a letto, nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano, sono gli occhi della mia coscienza”.
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Fonte dell'immagine: Pixabay.
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Fiore nella mano