Chiacchiera
26 Maggio 2023 - 2.930 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
L'invisibile.
E' una piccola storia. Una storia di attenzione agli altri in difficoltà in un mondo di distratti
Alcuni operai stanno lavorando a sgomberare un seminterrato di un edificio a Spinaceto, periferia di Roma. Lo stabile ospita gli uffici del Municipio IX Eur presieduto da Titti Di Salvo.
Coperto da cartoni, vedono in un angolo un uomo. E' un clochard, da molto tempo va lì a dormire. Gli chiedono il nome. Scuote la testa, dice di non ricordarlo. Parla rumeno, se ne rendo conto uno degli operai, anche lui rumeno.
Il clochard è accompagnato alla Casa di Heidi del Municipio IX Eur che accoglie di notte i senza tetto, è gestita dal Comunità di Sant'Egidio.
Questa storia potrebbe finire qui. Una storia come tante altre in una grande città. Storie di invisibili ai margini della vita.
Ma la storia non finisce. Diventa protagonista la sensibilità verso gli altri, soprattutto i deboli. L'operaio rumeno fotografa il clochard, invia l'immagine ai connazionali a Bucarest pregandoli di diffonderla via web.
Passano i giorni. Un mattino, una signora la vede su un sito. “E' mio padre, da anni non avevamo più sue notizie, lo credevamo morto, addirittura tempo fa abbiamo celebrato il funerale”. Nello stesso giorno con una videochiamata la signora saluta il padre. Ora è in viaggio per Roma per riportarlo a casa.
Finisco di scrivere e mi accorgo che non è una piccola storia. E' una grande storia.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
L'invisibile.
E' una piccola storia. Una storia di attenzione agli altri in difficoltà in un mondo di distratti
Alcuni operai stanno lavorando a sgomberare un seminterrato di un edificio a Spinaceto, periferia di Roma. Lo stabile ospita gli uffici del Municipio IX Eur presieduto da Titti Di Salvo.
Coperto da cartoni, vedono in un angolo un uomo. E' un clochard, da molto tempo va lì a dormire. Gli chiedono il nome. Scuote la testa, dice di non ricordarlo. Parla rumeno, se ne rendo conto uno degli operai, anche lui rumeno.
Il clochard è accompagnato alla Casa di Heidi del Municipio IX Eur che accoglie di notte i senza tetto, è gestita dal Comunità di Sant'Egidio.
Questa storia potrebbe finire qui. Una storia come tante altre in una grande città. Storie di invisibili ai margini della vita.
Ma la storia non finisce. Diventa protagonista la sensibilità verso gli altri, soprattutto i deboli. L'operaio rumeno fotografa il clochard, invia l'immagine ai connazionali a Bucarest pregandoli di diffonderla via web.
Passano i giorni. Un mattino, una signora la vede su un sito. “E' mio padre, da anni non avevamo più sue notizie, lo credevamo morto, addirittura tempo fa abbiamo celebrato il funerale”. Nello stesso giorno con una videochiamata la signora saluta il padre. Ora è in viaggio per Roma per riportarlo a casa.
Finisco di scrivere e mi accorgo che non è una piccola storia. E' una grande storia.
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Barbyturiko: Se lo sa Piantedosi, so cazzi 😔😔😔
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26 Maggio 2023 alle ore 10:29 · Ti stimo · Rispondi
