Chiacchiera
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23 Giugno 2022 - 4.245 visualizzazioni
"Anni fa per la prima volta sentivo parlare del "Mal di Sardegna", una sorta di sindrome paragonabile solo al "Mal d'Africa", un sortilegio che pareva colpire chi arrivava in quel luogo legando la sua anima per sempre ad esso.
Un tema trattato da poeti e scrittori e quindi non una diceria turistica o una trovata pubblicitaria.
Ne sentivo parlare appunto, ma non avendola mai provata sulla mia pelle passavo oltre, come quando mi capitava di sentir parlare un sardo della propria terra con un amore viscerale..."che esagerato!" pensavo...!
Poi venne il giorno del mio primo viaggio in Sardegna, 2015, e lì cambiò tutto.
Qualcosa scattò dentro di me, inconsciamente magari, ma scattò.
Una voglia via via sempre più irrefrenabile di tornare, ogni anno, puntuale, inizio giugno o metà settembre, i periodi in cui il turismo scriteriato e maleducato ancora lascia respirare quel Paradiso Terrestre che il mondo ci invidia.
Per godermelo con gli occhi e con l'anima.
Chi sa di cosa parlo non si stupirà affatto se dico che il viaggio di andata lo fai con gli occhi sognanti, quello di ritorno con gli occhi lucidi, ti ritrovi a fissare il vuoto dal finestrino dell'aereo provando a non piangere e facendo una promessa a quella terra che si allontana: tornerò presto, finché avrò forze e vita!
Ora posso dirlo
con certezza:
Il Mal di Sardegna esiste, ed è la sindrome più magica che possa colpirti." ❤️

Foto e testo: Stefano Bucciol
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Vaccata