mamoski: Un sovranista è una persona che sostiene il sovranismo, una posizione politica che promuove la difesa o la riconquista della sovranità nazionale di uno Stato. Questo significa dare priorità agli interessi nazionali e ridurre i vincoli imposti da organismi sovrannazionali o dalla globalizzazione.
MINIMO AVETE UN TELEFONO CINESE, UN'AUTO STRANIERA, QUALCHE VOLTA MANGIATE SUSHI O MCDONALD O CINESE, VESTITI MADE IN BANGLADESH E I PIÙ SFORTUNATI UNA BADANTE UKRAINA O RUSSA. Benvenuti sovranisti di sta CIPPA
mamoski: Pepe io non sono un sovranista mai detto e mai lo sarò. In un mondo che è diventato ormai un condominio dichiararsi sovranisti è come dichiarare che la terra è piatta.....nessuno lo ha mai detto....vero? ....vero?....🥳
mamoski: La regia ci ha appena comunicato che diversi sovranisti sono riusciti anche a dire di appartenere al sovranismo internazionale....un ossimoro da ebeti patentati.
Pepe: mamoski quel mondo lo vedi solo tu,io sono fiero di essere italiano e guai chi tocca le mie origini. Qualcuno vede la terra piatta e qualcuno rotonda l'importante è rispettare ogni pensiero. Non mi pare tu faccia questo,sei sempre pronto ad offendere chi non la pensa come te: mi ricordi una persona che negli anni 30 imperversava per l'Italia!
mamoski: Pepe se mi fai un copia incolla delle offese che ti ho fatto...te ne sarei grato. Così tanto per capire. Converrai con me che chi crede nel 2025 che la terra sia piatta è un ebete..... Vero che convieni? Come dire sovranisti internazionali. Non può esistere.
Lettera Aperta ai Fratelli e Fratelle di buonsenso Sovrano Italia , giorno di gloria e di caffè corretto
A tutti i cittadini, studenti, professori, bidelli, baristi e passanti che ancora credono nel potere delle parole non addomesticate,
Scrivo questa lettera aperta con la bandiera sulle spalle e la Treccani sul comodino, per denunciare un fenomeno inquietante quanto delle affermazione scritte in cirillico : la distorsione semantica delle parole “sovranista” e “populista”.
Due termini che, nella loro origine, profumano di patria e di popolo, sono stati trasformati in etichette da evitare, come il karaoke dopo le 2 di notte.
Ma noi, figli della goliardia e della grammatica, non ci stiamo.
Sovranista è chi ama il proprio Paese, anche quando il Paese lo fa impazzire con PEC, PIN, SPID e il modulo D/47 bis.
Populista è chi ascolta il popolo, anche quando il popolo urla “abbassate le tasse” mentre ordina il terzo spritz.
E allora, con spirito goliardico e cuore istituzionale, proclamo:
Io sono sovranista e populista. Non per moda, ma per affetto. Non per ideologia, ma per ironia. Non per dividere, ma per brindare.
Invito tutti i cittadini del buonsenso a riappropriarsi delle parole, a leggerle, a cantarle, a difenderle come si difende il diritto al caffè al banco.
Perché se amare il proprio Paese è un reato, allora siamo colpevoli. E se ascoltare il popolo è populismo, allora siamo fieri recidivi.
Con affetto, ironia e spirito di servizio, Caro Marchese Adalberto Supereroe del Diritto, Sovrano del Codice, Populante del Cuore tieni duro siamo tutti con te .
Tirata d’orecchi ai cattocomunisti e a tutti quelli che pensano che il populismo e il sovranismo siano fascismo o jattura: studiate ne avete bisogno , ridete, e poi magari parlate.
MarcheseAdalberto: Barbyturiko steviecooder il solito dizionario fai da te a interpetrazione dei sinistroidi: basta pronunciare ‘populista’ o ‘sovranista’ e subito scatta l’etichetta ‘fascista’. Parola ... insulto ... anatema. Peccato che le parole abbiano un peso, e non siano giocattoli ad uso e consumo ideologico. ‘Sovranismo’ e ‘populismo’ sono concetti politici, non nostalgie del Ventennio. E quando un fratello invita a studiare prima di parlare, ha ragione da vendere. Sei la prova provata che il post dice il vero!!!!!!!!!!!!
Barbyturiko: MarcheseAdalberto Vedo che non hai capito, le parole possono essere usate ad uso e consumo, vedi l'uso di sovranismo e populismo che ne fanno i paesi di Visegrad e proprio di questi tempi in USA, e non nel senso aulico della stessa.
steviecooder: MarcheseAdalberto Barbyturiko Cari fratelli, il mistero è sempre lo stesso: perché mai non si vuole ammettere che certi fenomeni giocano a Risiko con le parole? “Populismo” e “sovranismo” non sono parolacce da lavarsi la bocca, ma titoli nobiliari della politica, stemmi araldici di chi osa parlare al popolo. Essere populisti non significa indossare la camicia nera, ma semmai avere il coraggio di dire che il re è nudo.
Eppure, puntuale come la tassa sulla spazzatura, spunta il cattocomunista indignato: si straccia le vesti, si agita come un vigile urbano col fischietto inceppato, e urla “fascista!” a chiunque osi fare un’analisi ironica. Ma se il messaggio punge, vuol dire che ha colpito nel segno: applausi, sipario, e grazie per la conferma.
Poi arriva il capolavoro: per giustificare l’uso delle parole in Italia, si tirano in ballo i paesi di Visegrad e persino gli Stati Uniti. Come se per capire il senso di una battuta servisse un Erasmus geopolitico. Bastava un piccolo sforzo: tacere, sorridere, e fare bella figura. Invece no: il rosso imperante deve sempre sventolare la bandiera, come un drappo davanti al toro, e gridare “fascisti!” a raffica, manco fosse un karaoke.
Il risultato? Sempre lo stesso: un teatrino dove ci si straccia le vesti con la foga di un attore di tragedia greca, mentre noi ridiamo sotto i baffi. Perché, qualunque sia la sceneggiata, resterete sempre e comunque dei poveri comunisti. Con affetto, ironia e un inchino teatrale, Stevie 😁😁😁😁
steviecooder: Pepe La prossima volta sarò più breve, o almeno ci proverò: come disse un genio parlamentare dei 5 Stalle, "più circonciso". Giuro che l’ha detto davvero, e io che pensavo fosse una gag da cabaret. Per il messaggio ho già fatto il miracolo del minimo sindacale, tagliato a un terzo di quello che volevo scrivere. In futuro tenterò ancora, ma senza giuramenti solenni: la prolissità è un vizio di Stato, e io mi adeguo con disciplina.......... e un pizzico di delirio."
steviecooder: Barbyturiko Mi fa sorridere quando mi appiccichi il bagnasciuga addosso: “riemergi, reimmergi”... sembra il bollettino della Capitaneria di Porto in cerca di protagonisti. Io invece sto benissimo a riva: passo quando mi va, resto quando mi serve, e non chiedo il permesso al meteo. Tu parli del mio “ambiente” come se avessi la piantina del mio salotto interiore: grazioso tentativo, ma sei ancora fermo al citofono. Nel frattempo, vedo un grandangolo di giudizi sparati a cazzo e a raffica: più che coreografia, fuochi d’artificio senza accensione. Anatemi da comunista? Ma su, se cerchi la morale chiama il parroco: qui si fa ironia, non catechismo.
Io non “riemergo” e non “reimmergo”: sono una boa col GPS dell’umore-appaio quando ho tempo, sparisco quando ho altro da festeggiare. Se ti confonde la mia presenza, rilassati: non è paranormale, è agenda. La prossima volta, meno slogan e più pensiero (ammesso che ci sia): evita il naufragio alla seconda parola, ché la grammatica non distribuisce salvagenti. E quando ti prende la smania di scherzare dalla tribuna politica, ricordati: la satira è un bisturi, non una motosega.
In sintesi: calibratura, ritmo e un filo di logica - così il mare resta ironico, non tragicomico.
MINIMO AVETE UN TELEFONO CINESE, UN'AUTO STRANIERA, QUALCHE VOLTA MANGIATE SUSHI O MCDONALD O CINESE, VESTITI MADE IN BANGLADESH E I PIÙ SFORTUNATI UNA BADANTE UKRAINA O RUSSA. Benvenuti sovranisti di sta CIPPA
Lettera Aperta ai Fratelli e Fratelle di buonsenso Sovrano
Italia , giorno di gloria e di caffè corretto
A tutti i cittadini, studenti, professori, bidelli, baristi e passanti che ancora credono nel potere delle parole non addomesticate,
Scrivo questa lettera aperta con la bandiera sulle spalle e la Treccani sul comodino, per denunciare un fenomeno inquietante quanto delle affermazione scritte in cirillico : la distorsione semantica delle parole “sovranista” e “populista”.
Due termini che, nella loro origine, profumano di patria e di popolo, sono stati trasformati in etichette da evitare, come il karaoke dopo le 2 di notte.
Ma noi, figli della goliardia e della grammatica, non ci stiamo.
Sovranista è chi ama il proprio Paese, anche quando il Paese lo fa impazzire con PEC, PIN, SPID e il modulo D/47 bis.
Populista è chi ascolta il popolo, anche quando il popolo urla “abbassate le tasse” mentre ordina il terzo spritz.
E allora, con spirito goliardico e cuore istituzionale, proclamo:
Io sono sovranista e populista. Non per moda, ma per affetto. Non per ideologia, ma per ironia. Non per dividere, ma per brindare.
Invito tutti i cittadini del buonsenso a riappropriarsi delle parole, a leggerle, a cantarle, a difenderle come si difende il diritto al caffè al banco.
Perché se amare il proprio Paese è un reato, allora siamo colpevoli. E se ascoltare il popolo è populismo, allora siamo fieri recidivi.
Con affetto, ironia e spirito di servizio, Caro Marchese Adalberto Supereroe del Diritto, Sovrano del Codice, Populante del Cuore tieni duro siamo tutti con te .
Tirata d’orecchi ai cattocomunisti e a tutti quelli che pensano che il populismo e il sovranismo siano fascismo o jattura: studiate ne avete bisogno , ridete, e poi magari parlate.
la prossima volta però,sii più breve e come disse qualcuno in parlamento più circonciso 🤣
Parola ... insulto ... anatema. Peccato che le parole abbiano un peso, e non siano giocattoli ad uso e consumo ideologico. ‘Sovranismo’ e ‘populismo’ sono concetti politici, non nostalgie del Ventennio. E quando un fratello invita a studiare prima di parlare, ha ragione da vendere. Sei la prova provata che il post dice il vero!!!!!!!!!!!!
Cari fratelli, il mistero è sempre lo stesso: perché mai non si vuole ammettere che certi fenomeni giocano a Risiko con le parole? “Populismo” e “sovranismo” non sono parolacce da lavarsi la bocca, ma titoli nobiliari della politica, stemmi araldici di chi osa parlare al popolo. Essere populisti non significa indossare la camicia nera, ma semmai avere il coraggio di dire che il re è nudo.
Eppure, puntuale come la tassa sulla spazzatura, spunta il cattocomunista indignato: si straccia le vesti, si agita come un vigile urbano col fischietto inceppato, e urla “fascista!” a chiunque osi fare un’analisi ironica.
Ma se il messaggio punge, vuol dire che ha colpito nel segno: applausi, sipario, e grazie per la conferma.
Poi arriva il capolavoro: per giustificare l’uso delle parole in Italia, si tirano in ballo i paesi di Visegrad e persino gli Stati Uniti. Come se per capire il senso di una battuta servisse un Erasmus geopolitico.
Bastava un piccolo sforzo: tacere, sorridere, e fare bella figura. Invece no: il rosso imperante deve sempre sventolare la bandiera, come un drappo davanti al toro, e gridare “fascisti!” a raffica, manco fosse un karaoke.
Il risultato? Sempre lo stesso: un teatrino dove ci si straccia le vesti con la foga di un attore di tragedia greca, mentre noi ridiamo sotto i baffi. Perché, qualunque sia la sceneggiata, resterete sempre e comunque dei poveri comunisti. Con affetto, ironia e un inchino teatrale, Stevie 😁😁😁😁
La prossima volta sarò più breve, o almeno ci proverò: come disse un genio parlamentare dei 5 Stalle, "più circonciso". Giuro che l’ha detto davvero, e io che pensavo fosse una gag da cabaret. Per il messaggio ho già fatto il miracolo del minimo sindacale, tagliato a un terzo di quello che volevo scrivere. In futuro tenterò ancora, ma senza giuramenti solenni: la prolissità è un vizio di Stato, e io mi adeguo con disciplina.......... e un pizzico di delirio."
Mi fa sorridere quando mi appiccichi il bagnasciuga addosso: “riemergi, reimmergi”... sembra il bollettino della Capitaneria di Porto in cerca di protagonisti. Io invece sto benissimo a riva: passo quando mi va, resto quando mi serve, e non chiedo il permesso al meteo.
Tu parli del mio “ambiente” come se avessi la piantina del mio salotto interiore: grazioso tentativo, ma sei ancora fermo al citofono. Nel frattempo, vedo un grandangolo di giudizi sparati a cazzo e a raffica: più che coreografia, fuochi d’artificio senza accensione. Anatemi da comunista? Ma su, se cerchi la morale chiama il parroco: qui si fa ironia, non catechismo.
Io non “riemergo” e non “reimmergo”: sono una boa col GPS dell’umore-appaio quando ho tempo, sparisco quando ho altro da festeggiare. Se ti confonde la mia presenza, rilassati: non è paranormale, è agenda. La prossima volta, meno slogan e più pensiero (ammesso che ci sia): evita il naufragio alla seconda parola, ché la grammatica non distribuisce salvagenti. E quando ti prende la smania di scherzare dalla tribuna politica, ricordati: la satira è un bisturi, non una motosega.
In sintesi: calibratura, ritmo e un filo di logica - così il mare resta ironico, non tragicomico.