Chiacchiera
ieri alle ore 09:06 - 2.809 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quando l'uomo perde anche l'anima.
Per una vita ho raccontato storie che ho visto di persona. E ho letto storie raccontate da altri. Qualcuna così agghiacciante da augurarmi che non fosse vera. Perché erano oltre la disumanità.
E' successo anche i questi giorni leggendo quello che è avvenuto venti anni fa durante la guerra nei Balcani. Una vicenda che sta emergendo nella sua crudeltà e sulla quale sta indagando il magistrato milanese Alessandro Gobbis
Sono gli anni fra 1993 e 1995. Si combatte nell'ex Jugoslavia. Anche per le strade, soprattutto a Sarajevo. Ci sono cecchini che sparano ai civili in fuga. Tante vittime, anche donne e bambini.
Ed ecco la notizia. Fra quei cecchini ci sono anche italiani e di altri Paesi europei. A loro non interessa la guerra, è un problema di altri. Hanno saputo che a Sarajevo, città assediata, si può sparare e uccidere, come in una battuta di caccia.
E allora pagano un'organizzazione per essere condotti – prima in aereo da Trieste fino a Belgrado, poi in elicottero- nella città in guerra. Poi si accordano con milizie serbo- bosniache per appostarsi e far fuoco con lo stesso fucile con il quale vanno a caccia .
Un costo per ogni bersaglio: il più alto, l'equivalente di centomila euro di oggi, per “ centrare i bersagli più piccoli e pertanto più difficili”, i bambini. Più basso per colpire uomini, gratis per donne e vecchi.
Attendiamo i risultati delle indagini. Quanto vorrei che non fosse vera .
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quando l'uomo perde anche l'anima.
Per una vita ho raccontato storie che ho visto di persona. E ho letto storie raccontate da altri. Qualcuna così agghiacciante da augurarmi che non fosse vera. Perché erano oltre la disumanità.
E' successo anche i questi giorni leggendo quello che è avvenuto venti anni fa durante la guerra nei Balcani. Una vicenda che sta emergendo nella sua crudeltà e sulla quale sta indagando il magistrato milanese Alessandro Gobbis
Sono gli anni fra 1993 e 1995. Si combatte nell'ex Jugoslavia. Anche per le strade, soprattutto a Sarajevo. Ci sono cecchini che sparano ai civili in fuga. Tante vittime, anche donne e bambini.
Ed ecco la notizia. Fra quei cecchini ci sono anche italiani e di altri Paesi europei. A loro non interessa la guerra, è un problema di altri. Hanno saputo che a Sarajevo, città assediata, si può sparare e uccidere, come in una battuta di caccia.
E allora pagano un'organizzazione per essere condotti – prima in aereo da Trieste fino a Belgrado, poi in elicottero- nella città in guerra. Poi si accordano con milizie serbo- bosniache per appostarsi e far fuoco con lo stesso fucile con il quale vanno a caccia .
Un costo per ogni bersaglio: il più alto, l'equivalente di centomila euro di oggi, per “ centrare i bersagli più piccoli e pertanto più difficili”, i bambini. Più basso per colpire uomini, gratis per donne e vecchi.
Attendiamo i risultati delle indagini. Quanto vorrei che non fosse vera .
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Epaminonda: Sperando che l' inchiesta non venga inquinata
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