Chiacchiera
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Dr00pylivello 13
5 Novembre - 3.622 visualizzazioni
Bayt Bayt baytadarell il racconto che mi avevi chiesto "Sulla nave dei folli" ...🤭🤭😎😂 però è un mappazzone 🤭😂😂😂

Sotto quel cielo di tempesta, la Nave dei Folli continuava la sua deriva, un relitto vivente che sfidava le leggi del mare e della mente. Il Capitano senza nome stringeva il timone scheggiato, le mani insanguinate da corde che mordevano la carne come serpenti affamati. "Verso l'ignoto!" urlava di nuovo, la voce un tuono spezzato, e l'equipaggio, ombre danzanti di poeti falliti, re deposti, amanti traditi, rispondeva con un coro di follia: risate che echeggiavano come campane incrinate, canzoni in lingue dimenticate che invocavano dèi indifferenti.Una donna con capelli di alghe intrecciate si arrampicava sull'albero maestro, le unghie conficcate nel legno marcio. "Vedete laggiù?" gridava, indicando un orizzonte che si piegava su se stesso, dove l'acqua si fondeva con il cielo in un vortice di inchiostro. "È il Confine! Là dove i sogni si mangiano la realtà!" E rideva, rideva fino a sputar sangue salato, mentre un marinaio cieco, con occhi lattiginosi come lune spente, suonava un flauto d'osso che produceva note di puro delirio.La nave gemeva, le assi si torcevano come corpi in preda a convulsioni. Mostri marini, non creature di carne, ma incubi forgiati dalla pazzia collettiva , sfioravano lo scafo: tentacoli di ricordi repressi, pinne di rimpianti affilati. Uno di loro, un leviatano con la faccia di un bambino perduto, sussurrava: "Tornate indietro... o avanti, nell'abisso che vi ha generati." Ma il Capitano scuoteva il capo, gli occhi fiammeggianti di una visione proibita. "L'abisso non è fine," mormorava tra sé, "è il grembo da cui rinasceremo folli eterni."E così solcavano, verso l'ignoto che li divorava un morso alla volta. La tempesta si intensificava, fulmini che incidevano rune di caos sulle vele. L'equipaggio ballava sul ponte scivoloso di lacrime e pioggia, brindando con coppe colme di oblio. Nessuno piangeva la terra lasciata alle spalle; la ragione era un'ancora arrugginita, gettata via per abbracciare il vuoto. La Nave dei Folli non cercava porto: era il viaggio stesso la sua maledizione, il suo estasi, il suo eterno, ridente inferno. Verso l'ignoto, sempre, fino a dissolversi nel mare che inghiotte le mappe e le anime.
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