Chiacchiera
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BaytaDarelllivello 13
29 Ottobre - 3.537 visualizzazioni
Giusto giusto per chi ne fosse ignaro...

La teca (Museo Galileo, Firenze) che contiene il dito, è costituita da una base cilindrica di alabastro, sovrastata da una coppa di vetro con decorazioni dorate e coperchio. Sulla base sono incisi i seguenti versi di Tommaso Perelli (1704-1783):

Leipsana ne spernas digiti, quo dextera coeli
Mensa vias, nunquam visos mortalibus orbes
Mostravit, parvo fragilis molimine vitri
Ausa prior facinus, cui non Titania quondam
Sufficit pubes congestis montibus altis
Nequidquam superas conata ascendere in arces.

[È questi il dito, onde la mano illustre
Del Ciel scorse segnando i spazi immensi,
E nuovi Astri additò, di vetro industre
Maraviglioso ordingo offrendo a' sensi,
E ciò con saggio ardir giunger pote'o,
Ove non giunse Encelado, e Tifeo.]

Facile facile...
"Non disprezzare il dito [del telescopio], con cui la mano destra del cielo ha mostrato le vie, gli orbi mai visti dai mortali, con un fragile e piccolo strumento di vetro; osando per prima un'impresa che neppure un tempo la progenie dei Titani con i loro monti ammassati, non riuscì a scalare le cittadelle celesti per ascendere invano".
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Il dito medio di Galileo. O voi che sempre vanto del vostro dito medio qui menate quel di Galileo, muti al suo cospetto, guardate e rimirate