Satira
29 Ottobre - 3.598 visualizzazioni
A Lecce, dopo una vittoria sofferta, Conte si presenta in conferenza stampa e ci regala l'ennesimo monologo , “Noi non ci lamentiamo e stiamo zitti, ma non siamo scemi”, dice. Eppure, mentre proclama le sue stronzate, lo riempie di allusioni, frecciate e insinuazioni. Il bersaglio? Le “lamentele” altrui, i “messaggi particolari” dei presidenti, le “pressioni” che - a suo dire - rischiano di condizionare la classe arbitrale.
Ma facciamo un passo indietro. Questo è lo stesso Conte che, appena un anno fa, parlava di “retropensieri” e “sistemi” con la stessa aria da martire del pallone. Oggi, con lo scudetto sul petto e una rosa da Champions, si atteggia a paladino della correttezza, dimenticando le sue stesse sceneggiate a bordo campo, le sfuriate contro arbitri e giornalisti, le accuse velate e mai troppo velate.
Il punto non è se Marotta abbia esagerato o meno. Il punto è che Conte, quando si tratta degli altri, invoca sobrietà e rispetto. Quando tocca a lui, invece, si trasforma in un Savonarola del calcio, pronto a denunciare complotti e “messaggi subliminali” con la solita retorica da crociato incompreso.
E allora basta. Basta con la finta superiorità morale. Basta con il “noi zitti ma svegli”. Perché se davvero stai zitto, non fai mezz'ora di conferenza a lamentarti di chi si lamenta. Se davvero non vuoi mandare messaggi, non usi la stampa per lanciare frecciate codificate.
Conte, il tempo dei retropensieri è finito. Ora servono pensieri chiari. E magari, ogni tanto, anche un po' di coerenza.
Pagliaccio
Ma facciamo un passo indietro. Questo è lo stesso Conte che, appena un anno fa, parlava di “retropensieri” e “sistemi” con la stessa aria da martire del pallone. Oggi, con lo scudetto sul petto e una rosa da Champions, si atteggia a paladino della correttezza, dimenticando le sue stesse sceneggiate a bordo campo, le sfuriate contro arbitri e giornalisti, le accuse velate e mai troppo velate.
Il punto non è se Marotta abbia esagerato o meno. Il punto è che Conte, quando si tratta degli altri, invoca sobrietà e rispetto. Quando tocca a lui, invece, si trasforma in un Savonarola del calcio, pronto a denunciare complotti e “messaggi subliminali” con la solita retorica da crociato incompreso.
E allora basta. Basta con la finta superiorità morale. Basta con il “noi zitti ma svegli”. Perché se davvero stai zitto, non fai mezz'ora di conferenza a lamentarti di chi si lamenta. Se davvero non vuoi mandare messaggi, non usi la stampa per lanciare frecciate codificate.
Conte, il tempo dei retropensieri è finito. Ora servono pensieri chiari. E magari, ogni tanto, anche un po' di coerenza.
Pagliaccio
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Ha vinto 6 campionati su 7 stagioni complete (Juventus, Chelsea, Inter, Napoli), ma in Champions League ha raggiunto al massimo i quarti di finale
Il cazzone fatica non poco in Europa, dove la sua intensità tattica sembra meno efficace contro avversari più tecnici e flessibili.
Scena: sale riunioni, spogliatoi, conferenze stampa infuocate. Il secondo anno è sempre il più crudele.
Per gli smemorati:
Alla Juve: “Non si può mangiare in un ristorante da 100 euro con 10 euro.”
Al Chelsea: litigi con Diego Costa, tensioni con Marina Granovskaia.
All’Inter: divergenze insanabili con Zhang sul mercato post-scudetto.
Al Napoli: “Nove nuovi giocatori sono troppi. Non siamo pronti per l’Europa.”
Dialogo con il Direttore Sportivo :
DS: “Antonio, dobbiamo fare compromessi.”
Conte: “Io non comprometto. Io comando.”