Satira
ieri alle ore 10:44 - 3.928 visualizzazioni
Dogana Democratica - Dove l'Italia si svende e si svilisce .
Benvenuti al negozio dell'ignominia, dove il Partito Democratico gestisce il traffico internazionale di reputazione perduta.
A sinistra, l'importazione è fiorente: clandestini, occupatori di case, facinorosi e violenti-una collezione degna di un casting per il remake di Gomorra, ma senza il talento.
A destra, l'export è ancora più raffinato: rispetto, stima, onorabilità, e l'idea stessa di una nazione che si fa rispettare. Tutto impacchettato e spedito con DHL verso l'oblio.
Nel mezzo, il commesso ideologico con sciarpa rossa e ritratto di Marx, che urla "ITALY NO DEMOCRACY!" come se fosse il trailer di un film distopico prodotto dagli amichetti (almeno qualcuno lo vedrà) e diretto da un consigliere comunale in crisi mistica.
Ecco a voi il PD: il primo partito che ha trasformato l'Italia in un duty-free della dignità. Importano caos, esportano vergogna. Il tutto condito da ideologie vintage e slogan da centro sociale del 1983.
Se almeno vendessero anche un po' di buon senso, potremmo chiamarlo commercio equo e solidale.
Benvenuti al negozio dell'ignominia, dove il Partito Democratico gestisce il traffico internazionale di reputazione perduta.
A sinistra, l'importazione è fiorente: clandestini, occupatori di case, facinorosi e violenti-una collezione degna di un casting per il remake di Gomorra, ma senza il talento.
A destra, l'export è ancora più raffinato: rispetto, stima, onorabilità, e l'idea stessa di una nazione che si fa rispettare. Tutto impacchettato e spedito con DHL verso l'oblio.
Nel mezzo, il commesso ideologico con sciarpa rossa e ritratto di Marx, che urla "ITALY NO DEMOCRACY!" come se fosse il trailer di un film distopico prodotto dagli amichetti (almeno qualcuno lo vedrà) e diretto da un consigliere comunale in crisi mistica.
Ecco a voi il PD: il primo partito che ha trasformato l'Italia in un duty-free della dignità. Importano caos, esportano vergogna. Il tutto condito da ideologie vintage e slogan da centro sociale del 1983.
Se almeno vendessero anche un po' di buon senso, potremmo chiamarlo commercio equo e solidale.

Come già sottolineato in precedenza - ma evidentemente con il tono sommesso di chi sussurra al muro - gradirei un commento.
Un pensiero. Un respiro argomentativo. Qualcosa che non sembri scritto da un bimbo addestrato su frasi da bomboniera.
Perché, diciamocelo: leggere certi non messaggi è come assistere a un ballo romantico tra un cuore e il manico della scopa .
Un valzer struggente tra l’entusiasmo e l’assenza di contenuto.
Emozione senza opinione. Sentimento senza sinapsi.
Bellissimo!!!! - dice qualcuno, ma non si capisce se si riferisca al post, al meteo o al proprio riflesso.
Condivido!!! - ma cosa? Il silenzio? L’aria? Il disagio?
E allora, caro Fratello , se proprio dovi commentare, fallo con grazia, con ironia, con un minimo di argomentazione.
Altrimenti resta pure nel coro muto del vuoto assoluto.
Ah, eccola lì, la perla di saggezza ripetuta come un mantra da pollaio: "Io con le galline ci faccio il brodo, non le discussioni."
Talmente incisiva che hai deciso di servirla due volte, come il minestrone riscaldato: più lo ripeti, più sa di retorica lessata.
Perché se volessi sentire chiacchiere inutili, mi basterebbe accendere la TV alle 14:00.
Ma grazie per averlo detto due volte: la prima non aveva ancora raggiunto il livello di aforisma da grembiule da cucina.
"Ripetilo ancora una volta, ti prego: "con le galline ci faccio il brodo".
È così profondo che quasi mi commuovo. Un proverbio da incorniciare tra "ride bene chi ride ultimo" e "chi dorme non piglia pesci".
Ma attento: a forza di ripeterlo, rischi che il brodo si raffreddi e la gallina ti chieda i diritti d’autore.
Fai bene a non leggere: non è mica per tutti.
Richiede impegno. E poi, povero te, se ti azzardi a rispondere… lì sì che comincia il tuo dramma: costretto a pensare, argomentare, magari persino capire. Un incubo, vero? 🤣🤣🤣 si scherza se si può