Vaccata
23 Settembre - 3.409 visualizzazioni




Friggo i miei icosaedri con unguenti arcani e inestimabili, estratti dalle lacrime del rarissimo ZaraZam, un pesce alato che danza sospeso in un vortice di nebbia prismatica. Questo bizzarro essere sfida l'implacabile furia della cascata dell'Ormaifù, sul Rio dei Giàgiàgià, dove ogni goccia ribolle di memorie cosmiche e bolle di sapone quantiche, cantando inni dimenticati in lingue che esistono solo nei sogni di un calamaro ubriaco.
Sghignava il sole sopra il verzicampo,
Con raggi snelli e un ghiro di sbrillìo:
Nel boscolesto, un fruscio di rampampo
Svegliava i gnacchi in un vorticosìo. "Attenti al Grinfio, bimbo mio, al guaio!
Le zanne aguzze, l’occhio che ti spia!
S’era a cocce e i ligli tarri
girtrellavan nel pischetto,
tutti losci i cencinarri
suffuggiavan longe stetto.
Sotto la luna, un vago scintiluce
Sfrigolava tra i rami del boscù:
Un ciarlostrillo, con vocetta truce,
Cantava incanti al vento che spirù.