Dan67: la differenza tra Casapund e i Leonkavallo è che il secondo è privato, il primo è pubblico e TUTTI noi le paghiamo le bollette (330.000€ nel 2019)......pubblico/privato.....
La giustizia italiana è ostaggio delle toghe creative (rosse)
Non è più solo frustrazione. È indignazione. Ogni giorno assistiamo a sentenze che sembrano scritte da chi ha scambiato il codice penale per un manifesto politico. Magistrati che si arrogano il diritto di reinterpretare le leggi a piacimento, svuotandole di senso e calpestando il lavoro del Parlamento. E tutto questo nel silenzio assordante della sinistra che si schiera sempre dalla parte sbagliata.
Occupi una casa abusivamente? Ti arrestano? Tranquillo, c’è sempre un giudice pronto a liberarti perché “il fatto non è grave”. Ma grave è il messaggio che passa: infrangere la legge conviene, tanto c’è chi ti copre le spalle.
Questa non è giustizia. È anarchia legalizzata. È il trionfo dell’ideologia sulla legalità. E chi ne paga il prezzo? I cittadini onesti, quelli che rispettano le regole, che pagano le tasse, che non occupano case altrui.
Serve una riforma radicale, non cosmetica. Serve che i magistrati rispondano delle loro decisioni, che non possano più nascondersi dietro il paravento dell’“autonomia”. Perché l’autonomia senza responsabilità è solo impunità.
La giustizia non può essere il regno dei “giudici a progetto”, che applicano la legge solo quando gli fa comodo. O si cambia rotta, o si affonda. E stavolta, non sarà solo la giustizia a perdere: sarà la democrazia stessa.
Barbyturiko: steviecooder .. c'entra poco toga rossa o nera, un giudice non fa sentenza, di togati "creativi" se ne troveranno sempre perché, le leggi stesse che vengono emanate non sono precise e inderogabili, ma soggette a interpretazione, e qui sta il barbatrucco, lo stesso che prevede che, un processo duri 20/30 anni, in cui si è colpevoli oppure innocenti, o di nuovo colpevoli, che non bastino più 3 gradi, ma ci sia la corte europea, quella del pianeta vega etc...che una famiglia con la figlia uccisa, dopo 28 anni debba tornare nel perverso circo mediatico, personalmente se fosse capitato a me, tagliavo la gola a Stasi, così finiva tutto e si sarebbero risparmiati fior di milioni, e credo che ormai la misura sia colma per cui, in futuro, non escludo che qualcuno non si accontenti più di essere preso per il culo per decenni, magari già che ci si è aggiungere qualche avvocato e giudice, vedi poi come cambia...
La giustizia italiana è ostaggio delle toghe creative (rosse)
Non è più solo frustrazione. È indignazione. Ogni giorno assistiamo a sentenze che sembrano scritte da chi ha scambiato il codice penale per un manifesto politico.
Magistrati che si arrogano il diritto di reinterpretare le leggi a piacimento, svuotandole di senso e calpestando il lavoro del Parlamento.
E tutto questo nel silenzio assordante della sinistra che si schiera sempre dalla parte sbagliata.
Occupi una casa abusivamente? Ti arrestano? Tranquillo, c’è sempre un giudice pronto a liberarti perché “il fatto non è grave”. Ma grave è il messaggio che passa: infrangere la legge conviene, tanto c’è chi ti copre le spalle.
Questa non è giustizia. È anarchia legalizzata. È il trionfo dell’ideologia sulla legalità. E chi ne paga il prezzo?
I cittadini onesti, quelli che rispettano le regole, che pagano le tasse, che non occupano case altrui.
Serve una riforma radicale, non cosmetica.
Serve che i magistrati rispondano delle loro decisioni, che non possano più nascondersi dietro il paravento dell’“autonomia”. Perché l’autonomia senza responsabilità è solo impunità.
La giustizia non può essere il regno dei “giudici a progetto”, che applicano la legge solo quando gli fa comodo. O si cambia rotta, o si affonda. E stavolta, non sarà solo la giustizia a perdere: sarà la democrazia stessa.