Satira
ieri alle ore 14:09 - 3.534 visualizzazioni
La risposta più bella, giusta, ricca e complessa al governo Meloni, a Salvini e al ministro Giuli sullo sgombero del Leoncavallo l'ha data Claudio Bisio a “Repubblica”.
Uno che, a differenza di Salvini, il Leoncavallo lo conosce davvero, l'ha vissuto, respirato.
Ed è una dichiarazione che trasuda profondo Antifascismo e Cultura, quella che la destra non sa neanche dove stia di casa.
“Al Leoncavallo ci sono cresciuto dentro e ricordo tutto benissimo fin dal 1975, la prima sede che era al Casoretto, che era il mio quartiere.
C'era la musica, c'era il teatro, le manifestazioni. Sono del '57, quindi coetaneo di Fausto e Iaio, uccisi dai fascisti poco lontano da lì.
Il giorno dopo siamo scesi tutti in piazza. Ed è uno scandalo che non ci siano ancora i nomi dei responsabili, dopo tanti anni.
Lo sgombero è una prova di forza, con tutti quei poliziotti, e nessuno dentro. Fa ridere e fa piangere.
Lì dentro ho imparato che la creatività e l'arte non vengono sempre dall'alto, e che le opere non nascono solo nei palazzi dei re. Perché le vie dell'arte sono infinite, e se c'è gente civile che fa cose belle, spontaneamente, perché tarpargli le ali?
Il Leoncavallo è sempre stato una factory, ha ospitato artisti, organizzato eventi, prodotto cose belle. Abbiamo fatto cultura, e se ci sono stati accenni di violenza, è sempre successo per gli sgomberi. Il ministro Giuli dovrebbe andare a vedere cos'è quel posto. Se sono solo muri sporchi o se c'è arte, e sto solo parlando dei murales dei sotterranei.
Io spero molto che il Comune di Milano si stia attivando per non far morire il Leoncavallo. Magari altrove, ma non deve finire questa esperienza lunga 50 anni, e lo dico io che ci sono nato dentro. La cultura è un investimento, ci sono altre esperienze in Italia che dimostrano l'impegno delle amministrazioni in questo senso. Poi, tutto va fatto nella legalità, con concessioni regolari. Non come le spiagge, però…”
Io a Claudio Bisio voglio bene.
Se fossi nel ministro della cultura (minuscola )Alessandro Giuli, dopo aver letto queste parole, mi vergognerei anche solo di aver accostato CasaPound al Leoncavallo.
Ascolti queste parole e impari qualcosa.
Non è mai troppo tardi.
Uno che, a differenza di Salvini, il Leoncavallo lo conosce davvero, l'ha vissuto, respirato.
Ed è una dichiarazione che trasuda profondo Antifascismo e Cultura, quella che la destra non sa neanche dove stia di casa.
“Al Leoncavallo ci sono cresciuto dentro e ricordo tutto benissimo fin dal 1975, la prima sede che era al Casoretto, che era il mio quartiere.
C'era la musica, c'era il teatro, le manifestazioni. Sono del '57, quindi coetaneo di Fausto e Iaio, uccisi dai fascisti poco lontano da lì.
Il giorno dopo siamo scesi tutti in piazza. Ed è uno scandalo che non ci siano ancora i nomi dei responsabili, dopo tanti anni.
Lo sgombero è una prova di forza, con tutti quei poliziotti, e nessuno dentro. Fa ridere e fa piangere.
Lì dentro ho imparato che la creatività e l'arte non vengono sempre dall'alto, e che le opere non nascono solo nei palazzi dei re. Perché le vie dell'arte sono infinite, e se c'è gente civile che fa cose belle, spontaneamente, perché tarpargli le ali?
Il Leoncavallo è sempre stato una factory, ha ospitato artisti, organizzato eventi, prodotto cose belle. Abbiamo fatto cultura, e se ci sono stati accenni di violenza, è sempre successo per gli sgomberi. Il ministro Giuli dovrebbe andare a vedere cos'è quel posto. Se sono solo muri sporchi o se c'è arte, e sto solo parlando dei murales dei sotterranei.
Io spero molto che il Comune di Milano si stia attivando per non far morire il Leoncavallo. Magari altrove, ma non deve finire questa esperienza lunga 50 anni, e lo dico io che ci sono nato dentro. La cultura è un investimento, ci sono altre esperienze in Italia che dimostrano l'impegno delle amministrazioni in questo senso. Poi, tutto va fatto nella legalità, con concessioni regolari. Non come le spiagge, però…”
Io a Claudio Bisio voglio bene.
Se fossi nel ministro della cultura (minuscola )Alessandro Giuli, dopo aver letto queste parole, mi vergognerei anche solo di aver accostato CasaPound al Leoncavallo.
Ascolti queste parole e impari qualcosa.
Non è mai troppo tardi.
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la prima cosa che mi viene in mente e che dalla cosidetta
"destra" non ci sono mai accenni alla cultura ed alla creatività.
Solo becera contrapposizione e violenza verbale.
Aspetto un commento positivo dagli estimatori su CasaPaund 🤔