Chiacchiera
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27 Aprile - 4.148 visualizzazioni
E' già sabato.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Appena un alito di vento.

Era il simbolo della speranza nel domani. È ora la testimonianza dell'odio vestito con gli abiti dell'ideologia.
E' vissuta un attimo. Non ce l'ha fatta Sabreen al-Sakani. Era nella pancia della madre , aveva accanto nel letto il padre e Malak, la sorellina di tre anni.
Nel silenzio della notte un missile israeliano centra la casa nel sud della Striscia di Gaza. I genitori e Malak muoiono nel sonno. Quando arrivano i soccorritori, un medico avverte che la piccola è viva. Di corsa in ospedale, parto cesareo.
Sabreen è viva.
Le danno il nome della madre, è la vita che va oltre la cattiveria. Il domani in una realtà che è distruzione dell'oggi e del futuro.
Resiste. Lotta. Si arrende. Questa volta non ha vinto la vita.
“Alla nascita di un bimbo, il mondo non è mai pronto” ha detto la poetessa polacca Wislawa Szymborska.
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Fonte dell'immagine: Pixabay
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Bimbo che dorme