Chiacchiera
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Chetiendetroyeslivello 12
28 Luglio 2023 - 4.009 visualizzazioni
L'ENNESIMO PIPPONE SALUTARE

Qualche giorno FA sono salito su un regionale senza aria condizionata. Il mio posto assegnato non esisteva così mi sono incastrato tra altre quaranta persone incazzate con dio e la vita perché lavorano a luglio, mentre l'apocalisse fuori fa le prove microfono.
Mi piazzo lì, una faccia sudata fra altre facce sudate, poi guardo in basso e scopro che dentro il mio cellulare c'è un signore in vestito stazzonato di lino blu e camicia leggera. Quest'uomo parla ad alta voce dalle pagine di un giornale e un po' ovunque su internet. Come fosse il padrone.
Mentre io cercavo di concentrarmi sulla mia vitaccia di merda, questo signore mi parlava di un mondo distante anni luce, fatto di vuoto cosmico, di nulla assoluto, in cui i problemi veri non esistevano, esistevano solo scocciature. Io mi son messo a guardare gli altri nel vagone che si scioglievano con me e ho pensato che siamo proprio degli stupidi. Siamo degli stupidi se abbiamo permesso a una persona così di poter viaggiare in prima classe, scrivere su un giornale nazionale e avere un balcone economico da cui guardarci dall'alto in basso. Ho pensato anche, come tutti, che fosse un coglione. E mi sono arrabbiato e ho bestemmiato forte. Era un regionale per Vicenza, nessuno ha fatto una piega.
Poi ho pensato che invece no. Mi sbagliavo
. Non dovevo mica arrabbiarmi. Perché questo signore ci ha fatto un favore uscendo allo scoperto. Ho pensato che ne vogliamo ancora. Di più. Che abbiamo bisogno di essere riempiti di queste narrazioni ogni santo giorno: di Montblanc, di giacche di lino e supplementi culturali di Repubblica.
Vi vogliamo tutti così. Arroganti, antipatici e caricaturali come un cattivo in un cartone delle 4 del pomeriggio.
Perché vedete, a noi di base non ce ne frega niente di voi, anche quando dovrebbe. Capiteci, c'abbiamo i cazzi nostri, cazzi giganti, problemi immensi, molto oltre la vostra comprensione. E perciò certe volte ci perdiamo un po' dentro queste nostre esistenze senza aria condizionata e, incastrati nei casini e nelle infinite tonalità di grigio e marrone della vita, ci dimentichiamo di voi, lasciandovi sgusciare sotto i nostri radar. Per anni. Decenni. Secoli.
Ma poi arrivi tu, amico mio, arrivi e col tuo articolo di giornale fai un prezioso servizio alla società rendendo tutto più semplice per noialtri. Aiutandoci a ricordare una cosa che ogni tanto ci scordiamo.
Che siete i cattivi.
Lo siete sempre stati.
Siete quelli delle frustate, delle catene, dei castelli, dei giardini di siepi di Versailles e delle manganellate, siete quelli che fanno le guerre senza combatterle e le crisi economiche senza perdere un euro. Che siete quelli che non ci vedono e se ci vedono ci disprezzano.
Riempiteci di questo. Ve lo chiedo per favore. Dei vostri privilegi, delle vostre vite disumane, del vostro distacco, del vostro paternalistico spregio. Siate promemoria vivente di questo. Miliardari con manie di onnipotenza, tycoon alieni, aristocratici da mangino brioche.
Continuate a ricordarci che, da qualche parte, esistete. Ricordateci la matematica. Ricordateci che in seconda classe ci sono molti più posti che in prima. Ricordateci la storia. Ricordateci cos'è successo ogni volta che il potere ha cominciato a ostentare senza più sforzarsi di mascherarla la sua distanza abissale dal resto della società.
Minacciarvi? Ma no, tranquilli. Voi continuate a raccontarvi così. Ancora e ancora. Noi, barbari e stronzi, ce ne stiamo nel nostro bel regionale a sudare. Ci incazziamo, bestemmiamo, ci ridiamo su, ci facciamo i meme e magari come le altre volte finisce lì.
O magari no.

[Non è successo niente]
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