Prosit: L’etimologia del termine deriva dal periodo del dominio austro-ungarico sulla Serenissima, sotto l’imperatore Francesco Giuseppe (il marito della celebre principessa Sissi), quando girava per il territorio una piccola moneta, sia di dimensioni che di importo, la Pfenning. Sul suo bordo si poteva leggere la scritta “scheidemünze” (si pronuncia sciai de münze e significa “ moneta divisionale ” I veneziani, che non conoscevano bene la lingua tedesca, la pronunciavano esattamente come la leggevano: schei. Rimaneva la seconda parte dell’iscrizione originale, quel de münze che restava di difficile comprensione. I veneziani lo semplificarono in qualcosa di più familiare: schei de mona. Il significato della parola mona è duplice nel dialetto veneziano: non solo è il nome volgare per la parte anatomica femminile, ma viene utilizzato soprattutto per indicare una persona stupidotta, credulona, ingenua. " Ti xe un mona ". A quell’epoca aveva tra l’altro un senso logico chiamare quelle monetine schei de mona, perché era in vigore una legge molto severa: chi aveva in tasca meno di 5 monete scheidemünze veniva arrestato per vagabondaggio dalla polizia austriaca e finiva in carcere. Se non si voleva dormire in cella come uno stupido, senza aver combinato niente di male, ma solo perché scambiato per un barbone, si doveva avere appresso almeno 5 schei de mona. Da cui il famoso detto veneziano: ghe vol sempre 2 schei de mona in scarsea ( tasca )
Prosit: Barbyturiko Joseph non ebbe proprio una vita spensierata: la fucilazione in Messico del fratello Massimiliano (nel 1867); la morte del suo unico figlio maschio ed erede, Rodolfo (nel 1889 Mayerling); la morte del fratello Carlo Ludovico (nel 1896); l'omicidio della moglie Sissi (nel 1898); l'assassinio del nipote Francesco Ferdinando a Sarajevo (nel 1914). Alla sua morte, nel 1916, seguì la sconfitta militare austro-tedesca nella Grande Guerra: da qui la cacciata degli Asburgo-Lorena dall'Austria con la proclamazione della repubblica che portò alla dissoluzione dell'Impero il 3 aprile 1919. Nota: Nessuno di quelli che hanno soggiornato nel Castello di Miramare di Trieste, fatto costruire da Massimiliano d'Austria, ha avuto il privilegio di poter morire nel proprio letto...da Sissi ad Amedeo d'Aosta...
A quell’epoca aveva tra l’altro un senso logico chiamare quelle monetine schei de mona, perché era in vigore una legge molto severa: chi aveva in tasca meno di 5 monete scheidemünze veniva arrestato per vagabondaggio dalla polizia austriaca e finiva in carcere. Se non si voleva dormire in cella come uno stupido, senza aver combinato niente di male, ma solo perché scambiato per un barbone, si doveva avere appresso almeno 5 schei de mona.
Da cui il famoso detto veneziano: ghe vol sempre 2 schei de mona in scarsea ( tasca )
Nota: Nessuno di quelli che hanno soggiornato nel Castello di Miramare di Trieste, fatto costruire da Massimiliano d'Austria, ha avuto il privilegio di poter morire nel proprio letto...da Sissi ad Amedeo d'Aosta...