Chiacchiera
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14 Marzo 2022 - 6.086 visualizzazioni
L' OROLOGIO DEI TEDESCHI (parte terza)
In tempi ragionevoli giunsero squadre, strumenti, veicoli idonei, materiali. Tecnici e manovali furono ospitati nelle case afferendo ai Guardiesi marchi tedeschi, dinamismo, giovinezza e conoscenze specifiche. I ragazzi locali sillabavano parole teutoniche, i nordici si esprimevano nel dialetto locale irrobustito dalla loro pronuncia.
Le ragazze assistevano ai lavori dal fondo dell'oratorio e sguardi timidi brandeggiavano alternativamente dai ponteggi e dai muretti a secco, incrociandosi talvolta . Sulle cosce alcune reggevano terrine con i cibi che avevano preparato per rifocillare i loro beniamini ancora scarniti dalla fame della guerra.
Nacque qualche amore, alcuni sfociarono in matrimoni e poi emigrazioni.
Ci fu un incidente mortale per precipitazione da un ponteggio. Il funerale fu gremito e commosso e il ragazzo, tutto pelle e ossa, dallo sguardo gentile di contadino, fu sepolto tra i figli del paese.
L' “Orologio dei Tedeschi” venne montato quasi nei tempi previsti e, meraviglia delle meraviglie, il meccanismo comprendeva un carosello di personaggi (elfi della Foresta Nera, originariamente, poi forzosamente ritoccati in Dante, Leonardo, Garibaldi, Mazzini e Cavour più Ailagar gaist (Heiliger Geist, Spirito Santo in tedesco, una colomba che rappresentava il giovane
operaio caduto sul lavoro ma i bambini lo chiamavano La Papera) .
Ma la caratteristica identificativa era che funzionava con l'energia impressa dai giochi sottostanti: una giostrina , due altalene e due dondoli. Semplice e lineare ma pratico.
SEGUE
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Vaccata