Chiacchiera
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PhoenixRules
2 Giugno 2020 - 3.373 visualizzazioni
Il 2 giugno di 39 anni fa se ne andava Rino Gaetano, il poeta eterno.


«Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sul tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell'andazzo sociale».

«Non voglio dare insegnamenti, voglio solo fare il cronista». E così è stato per Rino Gaetano, ma non solo questo. Rino ha raccontato la vita che vedeva intorno a sé nei suoi anni '70 con quella freschezza e ironia che sono solo dei grandi autori.

Ma non si è fermato lì. Ancora, a quasi quarant'anni dalla sua morte, le sue canzoni risuonano nell'aria e spesso si sente cantare Gianna a ragazzini neanche maggiorenni, canzone che lo consacrò al Festival di Sanremo del 1978. Non proprio ieri, dunque.

Il mito, le canzoni e l'allegria ragionata di Rino Gaetano sono ancora vivi per tanti motivi diversi, forse per coincidenze particolari, sicuramente per il grande talento dell'artista.

Nelle canzoni di Rino c'è una rivoluzione anticonformista, ma anche un grande amore per il Sud, il suo Sud. Cosa che oggi, con tutti i problemi irrisolti del Meridione, forse diventa proprio il simbolo di quanto le canzoni di Rino possano ancora raccontare.

Salvatore Antonio Gaetano, detto Rino, nasce a Crotone nel 1950 in una famiglia che non sguazza nell'oro.
Rino passa tutta l'infanzia in Calabria ed è forse dal ricordo di quegli anni che nasce il suo amore per il profondo Sud e la sua voglia di raccontarlo, come nella canzone E cantava le canzoni presentata al Cantagiro del 1978.

Rino si stacca dalla sua terra però presto, a dieci anni, quando con la sua famiglia in cerca di lavoro si trasferisce a Roma nel 1960. Ma i suoi spostamenti non finiscono lì. Per via della cardiopatia del padre, «era sempre un po' malaticcio» ha spiegato la sorella Anna, il giovanissimo Rino viene mandato nel 1962 in collegio a Narni, vicino a Terni. «Mi ha sempre dato l'impressione – ha affermato Padre Renato Simeoni, prete alla scuola apostolica di Narni – che ci fosse stato affidato, non mollato come un pacco, e che sua madre lo avesse messo nelle nostre mani per vedere quello che il ragazzo poteva essere, o poteva diventare. Era sempre un po' sognante».

Rino Gaetano non molla mai il suo sogno di diventare cantante, anche quando, ormai adulto, torna a Roma da Narni e deve cercare lavoro.

Grazie a Marcello Casco arriva al Puff, cabaret di Lando Fiorini, dove incontra i grandi cantautori romani come Antonello Venditti o Francesco De Gregori. Così Rino comincia lentamente a farsi strada nel mondo della canzone.

Dopo qualche esibizione al Folkstudio, arriva il debutto discografico nel 1973 con I Love You Marianna, canzone dedicata alla nonna. Nel 1974 pubblica l'album Ingresso libero, che contiene la canzone Ad esempio a me piace il Sud, canzone di Nicola Di Bari riproposta da Rino con un testo leggermente diverso.

Il successo però arriva solo con la canzone Ma il cielo è sempre più blu pubblicata per l'etichetta discografica It nel 1975. Il pezzo vende tantissimo e Rino Gaetano diventa noto al grande pubblico con una canzone che ancora oggi è molto conosciuta e cantata. Famoso il remix del 2003 a cura del Dj Molella e la cover di Giusy Ferrero del 2009, insieme a tante altre. Queste cover mostrano indissolubilmente come Rino Gaetano, con la sua musica, le sue provocazioni e i testi nonsense rimanga ancora oggi incredibilmente attuale.

Da lì in poi si è aperta la strada del successo con canzoni memorabili come Mio fratello è figlio unico del 1976, che nel 2006 dà il titolo al film omonimo di Daniele Luchetti con Elio Germano e Riccardo Scamarcio, e Berta filava sempre del 1976.

Nel 1978 Rino si presenta a Sanremo con la canzone Gianna, benché all'inizio volesse cantare Nuntereggae più, non proprio adatta al pubblico del concorso canoro nazional-popolare.

Rino Gaetano si afferma sempre di più come cantante geniale e poetico. La sua arma vincente è il nonsense, testi che attraverso l'interpretazione individuale possono rivivere ancora oggi con un significato attuale e pungente. Diventa così «in certi periodi dirompente e costringe a guardare le cose da più punti di vista», dice il comico Paolo Rossi nel ricordo a Rino Gaetano a La Storia siamo noi, programma di Rai 3.

I testi delle canzoni di Rino Gaetano sono ironici e senza politica, cosa che per gli anni '70 era fortemente controcorrente. Si tratta di testi comunque pieni di significato e l'ironia è l'arma di cui il cantante si serve per renderli ancora più pungenti e dissacranti, come nella canzone Nuntereggae più, in cui prende in giro tanti personaggi famosi dell'epoca, dalla famiglia Agnelli a Maurizio Costanzo passando per tutti i politici più noti.

Ad assicurare fama immortale a Rino Gaetano sarà forse anche l'interruzione brusca della sua carriera, il 2 giugno 1981, quando muore poco più trentenne. Rino Gaetano si schianta con la sua Volvo 343 in via Nomentana a Roma. Antonello Venditti dirà anni in seguito che «fu colpa della cocaina», mentre la sorella Anna ha invece sempre ribadito che fu «solo un tragico incidente» quello che prese la vita del cantautore crotonese.

Quale che sia la verità, quell'incidente ci ha portato via uno dei più estroversi e ironici cantautori italiani. Negli anni tanti sono stati i tributi dedicati al genio di Rino Gaetano e tante le cover delle sue canzoni. Non solo cover, però: nel 2007 Paolo Rossi porta al festival di Sanremo un incompiuto di Rino Gaetano dal titolo In Italia si sta male (si sta bene anziché no).

Rino Gaetano continua a vivere nei ricordi di tutti e le sue canzoni continuano ad affascinare, oggi ancora più che negli anni '70. Forse perché il suo genio, che non affatto cosa semplice da comprendere e apprezzare, solo col passare degli anni, poco alla volta, è emerso in tutta la forza e profondità.
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Disegno di Rino Gaetano