Perla di Saggezza
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spanishlivello 3
21 Novembre 2016 - 6.504 visualizzazioni
Funziona così quando, dopo avere realizzato che non si è buoni né a memorizzare la tabellina del 7, né ad allacciarsi le scarpe e nemmeno a girare una chiave nella toppa di una porta, si pensa che studiare Filosofia sia la sola cosa cui ci si possa dedicare. Si trascorrono allora cinque anni della propria esistenza a pendolare tra casa e l'università, magari lavorando nelle sere in cui si dovrebbe studiare o forse anche dormire -eh sì ogni tanto bisogna anche dormire- sere in cui si realizza- e tutto questo conduce a una drammatica scissione psicosomatica- che tutte le balle che vengono raccontate da quei saccenti barbuti da duemila e passa anni sono balle talmente vere che si possono prendere e buttare nel cesso, come d'altronde qualsiasi cosa richieda uno sforzo mentale di analisi che impegna la mente umana più di cinque minuti. Tutto ciò conduce inevitabilmente all'illusione che il minchia di turno che si trova ad abitare a quattro chilometri dal proprio domicilio e che sia in grado di comporre una frase che abbia perlomeno le sembianze di una lingua neolatina sia il massimo della felicità, quando nel resto del globo le profondità di incoerenze, pigrizia e superficialità sono abissali. Nel momento in cui il suddetto minchia, in quanto minchia, si rivela esattamente un minchia, si raggiungono apici di cinismo, pessimismo, nichilismo eccetera eccetera da fare concorrenza alla catena himalayana che consentono tuttavia di affrontare con il sufficiente distacco e menefreghismo tutte le situazioni, dalle più semplici alle più complicate, che si presentano nel tempo. Da qualche parte però ci si deve sfogare. Si dà allora il via alle danze, ballerine d'eccezione e d'onore Madama Ulcera e Sua Maestà Gastrite. Il tutto continuando a studiare Filosofia perché, oh sì, una volta che si fa una cazzata bisogna assumersi pienamente la responsabilità e l'onere delle conseguenze. Una volta afferrato l'ambito pezzo di carta, buono solo per pulirsi il deretano quando ci si caga addosso pensando a quale futuro di merda si è volontariamente e consciamente andati incontro, semplicemente, si prospetta il NULLA: il disagio ha raggiunto il Nirvana, quello stato di quieta rassegnazione che porta un neofilosofo con un tetto che ancora lo ripara nei giorni burrascosi, impedendogli di trasferirsi nell'amena Darsena milanese in compagnia di una chitarra che ancora deve imparare a suonare, vino rosso che finisce sempre così in fretta, taccuino annotapensieri (che di solito si concludono con un “fatemi morire, ma non prima di essermi sollazzata con un bovaro dai lunghi capelli biondi che legge Baudelaire&rdquo😉, a perdere mattine intere cercando di mettersi in contatto con potenziali compratori di organi (i reni vanno alla grande), dato che “a fare la mignotta in inverno muoio di freddo e sarei un evasore fiscale e non sono abbastanza figa per farmi assumere in una casa chiusa all'estero”.
Ergo, nei giorni a venire, tutti gli sforzi del neolaureato saranno concentrati nella ricerca di qualcuno disposto a sborsare più di quindicimila euro per un rene.
Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale.
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Vaccata