Chiacchiera
3 Gennaio 2020 - 4.949 visualizzazioni
Ma da dove viene l'origine del saluto tra motociclisti? La leggenda vuole che sia un antico gesto che risale al tempo in cui i cavalieri non cavalcavano un pezzo di ferro ma bensì un vero cavallo.
La leggenda narra infatti di un cavaliere solitario in sella al suo destriero che percorreva in salita un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole.
In alcuni tratti godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi gli odori, i profumi e i rumori del bosco che attraversava.
A un certo punto il cavaliere si sentì rincuorato da questo viaggio poiché vide spuntare all'orizzonte le torri del castello dove era diretto.
Quasi arrivato alle mura del castello scorse in direzione contraria la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice correndo al trotto sopra al suo destriero nero.
Quando i due cavalieri si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevando la mano destra, con l'indice ed il medio disposti a “V”, esclamò: “Mi spiace amico, arrivi 2°, la principessa me la son già scopata io!” e si allontanò al galoppo…
Da una semplice leggenda del passato, il gesto di salutarsi con le classiche dita a “V” è giunto fino ai nostri giorni e adattato ai cavalieri che hanno scelto come cavallo una motocicletta. Rimane comunque il fatto che il fascino, la voglia di fratellanza e il rispetto reciproco lo faccia vivere ancora.
Non dimentichiamo però che la leggenda indica nella persona che non saluta, il cavalier cornuto…
La leggenda narra infatti di un cavaliere solitario in sella al suo destriero che percorreva in salita un sentiero di montagna in una tranquilla giornata di sole.
In alcuni tratti godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi gli odori, i profumi e i rumori del bosco che attraversava.
A un certo punto il cavaliere si sentì rincuorato da questo viaggio poiché vide spuntare all'orizzonte le torri del castello dove era diretto.
Quasi arrivato alle mura del castello scorse in direzione contraria la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice correndo al trotto sopra al suo destriero nero.
Quando i due cavalieri si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevando la mano destra, con l'indice ed il medio disposti a “V”, esclamò: “Mi spiace amico, arrivi 2°, la principessa me la son già scopata io!” e si allontanò al galoppo…
Da una semplice leggenda del passato, il gesto di salutarsi con le classiche dita a “V” è giunto fino ai nostri giorni e adattato ai cavalieri che hanno scelto come cavallo una motocicletta. Rimane comunque il fatto che il fascino, la voglia di fratellanza e il rispetto reciproco lo faccia vivere ancora.
Non dimentichiamo però che la leggenda indica nella persona che non saluta, il cavalier cornuto…
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Ma erano altri tempi!