Post commentati da Nosferatu
Vaccata
ieri alle ore 23:32 - 943 visualizzazioni
Pari Opportunità
12 Settembre - 4.118 visualizzazioni Lucia Regna ha il volto ricostruito con 21 placche di titanio. Ha un nervo oculare lesionato. Ha subito sette minuti di violenza brutale da parte dell'ex marito. Eppure, secondo il Tribunale di Torino, non c'è carcere. Non c'è condanna esemplare. C'è solo comprensione per l'aggressore.
Il giudice Paolo Gallo ha motivato la sua decisione con parole che fanno tremare: “Va compreso, lei sfaldò un matrimonio ventennale.” Come se la fine di una relazione potesse giustificare un pestaggio. Come se il dolore emotivo potesse legittimare la distruzione fisica di un corpo.
Questa sentenza non è un caso isolato. È l'ennesimo tassello di una giustizia che troppo spesso si mostra indulgente verso chi esercita violenza, e sospettosa verso chi la subisce. È la stessa logica che ha portato a riduzioni di pena per “tempeste emotive”, assoluzioni per “aspetto poco femminile”, e giustificazioni che parlano di “raptus” invece che di dominio.
Ma non è solo questione di diritto. È questione di cultura. Di una narrazione che continua a vedere le donne come provocatrici, come destabilizzatrici, come colpevoli di aver detto “basta”. È una giustizia che non riconosce il femminicidio come atto politico, come espressione di potere, ma lo riduce a dramma privato, a errore umano.
Lucia Regna non è solo una vittima. È un simbolo. Di tutte quelle donne che hanno avuto il coraggio di uscire da relazioni tossiche, e che si sono ritrovate non solo aggredite, ma anche giudicate. Di tutte quelle che hanno visto il loro dolore minimizzato, la loro voce ignorata, la loro dignità calpestata.
La giustizia dovrebbe essere il luogo della riparazione. Non della complicità. Non dell'alibi. Non della normalizzazione della violenza.
E allora, oggi, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo denunciare, scrivere, mobilitarci. Perché ogni sentenza come questa è un messaggio alla società: che la violenza può essere compresa, se ben contestualizzata. E noi, questo messaggio, lo rifiutiamo.Leggi tutto...
Vaccata
30 Agosto - 3.642 visualizzazioni
Vaccata
30 Agosto - 3.168 visualizzazioni Vaccata
11 Agosto - 4.667 visualizzazioni TUTTI DAVANTI LA CASERMA DEI CARABINIERI!!!
Civilmente, facciamo sentire la nostra più profonda indignazione.
Appuntamento mercoledì 13 agosto ore 11:00 a Giugliano in Campania, Via dell'Acquario 1.
#DallaParteDegliAnimali
Chiacchiera
8 Agosto - 4.116 visualizzazioni PERÒ MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE...
E PENSARE CHE QUI DENTRO CI SONO PERSONE CHE STIMANO QUESTO REGIME E HANNO NOSTALGIA DI QUESTE COSE E POI CI SONO PERSONE CHE STIMANO QUELLI DELLA CLASSE POLITICA ODIERNA CHE NON DISCONOSCE QUESTO REGIME, MA CHE TIENE ANCHE FERMACARTE SIMBOLEGGIANTI NEI LORO UFFICI O CASE
INDRO MONTANELLI (NON IL TERRORISTA ISLAMICO PALESTINESE DI TURNO) MA IL NOSTRO BIANCO GIORNALISTA USUFRUI DEL MADAMATO SENZA PENTIRSENE MAI TROPPO.
Il madamato
Nel luglio 1935 Mussolini incaricò i suoi ministri di evitare che una “generazione di mulatti” prendesse il sopravvento nelle colonie africane: erano i figli del madamato, frutto della relazione tra una donna africana e un uomo italiano.
Questi legami erano stati inizialmente incoraggiati per evitare il diffondersi di malattie veneree tra i soldati e per ribadire la superiorità della razza bianca in un contesto, quello del colonialismo, in cui il possesso territoriale si trasformava e si manifestava anche nelle forme del possesso fisico e sessuale.
Cos'era il madamato
Le stime riferite all'anno 1931 parlano di donne “affittate” a italiani, un termine, nella sua crudezza, che descrive in realtà un contratto matrimoniale etiopico, il dämòz. Questa pratica prevedeva il versamento di una somma di denaro da parte dell'uomo a favore del padre della donna prescelta che, trattata alla stregua di una merce, veniva ceduta allo sconosciuto e infine restituita.
Queste giovanissime ragazze – si parla, talvolta, di 12 anni d'età – avevano il compito di fornire una dimora lontana da casa ai colonizzatori e i figli nati furono considerati concettualmente italiani – poche volte legalmente – fino al 1940, quando ne venne proibito il riconoscimento perché considerati frutto di degenerazione e pericolo per la purezza della razza.
Dalla letteratura dell'epoca le “madame”, termine connotato negativamente, erano descritte come inferiori e incapaci di sentimenti umani deresponsabilizzando i soldati per qualsiasi violenza perpetrata nei loro confronti. Le “Veneri nere” rappresentavano, per gli italiani, una vita considerata primitiva e quindi libera da qualsiasi costrizione sociale, una tentazione esotica, una preda pronta ad essere cacciata.
Purtroppo per motivi storici, geografici e politici la storia del madamato ci è pervenuta solo attraverso la voce di chi lo ha perpetrato e non di chi lo ha subito e non conosciamo quindi i nomi, i pensieri, le emozioni di queste donne che oggi rappresentano una realtà con cui non abbiamo ancora fatto i conti.Leggi tutto...
Satira
5 Agosto - 4.871 visualizzazioni Raffaella una di noi!✊️✊️✊️
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Io conosco una parrocchia dove veramente danno da mangiare alle persone due volte al giorno e ci sono famiglie intere che vanno a prendere le scodelle con le cose pronte cucinate...e anche abbigliamento, li vestono... non bisogna generalizzare e i soldi non bastano mai per dar da mangiare.