Satira
23 Settembre - 4.399 visualizzazioni
Fiumicino, 17 dicembre 1973. Gaza, oggi.
Non avevo mai scritto nulla su questo tema. Non per indifferenza, ma per rispetto. Perché quando si parla di sangue, di vittime, di popoli feriti e ferenti, il silenzio può essere più dignitoso del rumore.
Ma dopo le strumentalizzazioni, le semplificazioni, le risse ideologiche dove ognuno sembrava più interessato a vincere una narrazione che a capire una tragedia ho sentito il dovere di dire la mia.
La strage di Fiumicino del 1973 è una ferita aperta. 34 vite spezzate dal terrorismo palestinese. Non si può dimenticare. Ma neanche si può ignorare che oggi, a Gaza, si muore sotto le bombe. Che il 7 ottobre è stato un orrore, ma non una licenza per cancellare ogni altra sofferenza.
Non esistono vittime di serie A e serie B. Non esistono popoli geneticamente buoni o cattivi. Esiste la responsabilità, la storia, il dolore. E la memoria, se vuole essere giusta, deve saper reggere la complessità.
Non avevo mai scritto nulla su questo tema. Non per indifferenza, ma per rispetto. Perché quando si parla di sangue, di vittime, di popoli feriti e ferenti, il silenzio può essere più dignitoso del rumore.
Ma dopo le strumentalizzazioni, le semplificazioni, le risse ideologiche dove ognuno sembrava più interessato a vincere una narrazione che a capire una tragedia ho sentito il dovere di dire la mia.
La strage di Fiumicino del 1973 è una ferita aperta. 34 vite spezzate dal terrorismo palestinese. Non si può dimenticare. Ma neanche si può ignorare che oggi, a Gaza, si muore sotto le bombe. Che il 7 ottobre è stato un orrore, ma non una licenza per cancellare ogni altra sofferenza.
Non esistono vittime di serie A e serie B. Non esistono popoli geneticamente buoni o cattivi. Esiste la responsabilità, la storia, il dolore. E la memoria, se vuole essere giusta, deve saper reggere la complessità.

Si anche questo , grazie per la menzione
Nella vicenda attuale il pogrom del 7 ottobre 2023 non giustifica un infame massacro non contro Hamas ma fatto per occupare e colonizzare in futuro Gaza e tutta la Cisgiordania.
Questa è una storia torbida, dove ciò che appare non è, e ciò che è non appare.
Sono troppi i segnali, le dichiarazioni e le prove che Hamas fu finanziata dal Qatar con il tacito consenso se non la segreta complicità dei governi israeliani di destra.
Che volevano distruggere una prospettiva di pace: questa sotto.
Questa non è una guerra: è una strategia. E come ogni strategia, ha i suoi burattinai, i suoi silenzi, le sue complicità. I finanziamenti ad Hamas non arrivano solo dal Qatar, ma anche dall’Iran e dalle Nazioni Unite.
Qatar: secondo fonti certe, ha erogato circa 1,5 miliardi di dollari dal 2010 all’Autorità Palestinese, con 8,2 milioni di dollari al mese destinati direttamente a Gaza sotto supervisione ONU.
Iran: il Dipartimento di Stato USA ha stimato nel 2020 che Teheran trasferiva oltre 100 milioni di dollari l’anno a Hamas e alla Jihad Islamica Palestinese, come parte di una strategia di destabilizzazione regionale .
ONU (UNRWA): con un budget di 806 milioni di dollari nel 2020, l’agenzia ha impiegato personale quasi interamente palestinese, creando sinergie pericolose con Hamas e contribuendo, secondo alcuni analisti, a perpetuare lo status quo.
Questa è una storia torbida, dove ciò che appare non è, e ciò che è non appare.
Dove la retorica della pace viene sabotata da chi ha interesse a mantenerla irraggiungibile. Hamas, lungi dall’essere un attore autonomo, è stato per anni tollerato, armato e persino finanziato da chi voleva distruggere ogni prospettiva di coesistenza.
E allora diciamolo chiaramente: nessun crimine giustifica un altro crimine. Nessun dolore può essere usato per infliggerne di nuovi.
La verità non è comoda, ma è necessaria.
E oggi più che mai, serve il coraggio di nominarla.
Sono pensieri liberi, ma non alla cieca: nascono da una verifica puntuale dei fatti, senza sconti né scorciatoie. Nessun “secondo me”, nessun filtro ideologico: solo realtà, nuda e cruda. L’obiettività non è un’opinione, è un dovere.
Esistono forti indizi e testimonianze che Arafat abbia gestito centinaia di milioni di dollari in conti svizzeri, ma la documentazione è frammentaria e spesso legata a società offshore e intermediari. Il tema resta controverso e politicamente sensibile.
Ma attenzione anche l’Ucraina riceve miliardi, ma non tutto è liquido, diretto o immediato. E come accadeva con Arafat, il rischio di gestione centralizzata e opaca non è da escludere.
Basta un Avvocato, qui indicato come Fiduciario... 😁