steviecooder: "Che senso ha dire 'ho fame' quando potresti dire 'il mio apparato digerente, in un moto di silenziosa disperazione, reclama con veemenza il ripristino delle sue risorse nutritive'?"
steviecooder: "Che senso ha dire 'sono stanco' quando potresti dire 'le membra mie, vessate da un susseguirsi di fatiche terrene, implorano il dolce abbraccio dell’oblio temporaneo chiamato sonno'?"
steviecooder: "Che senso ha dire 'il governo ha sbagliato' quando potresti dire 'l’assemblea dei reggenti, in un impeto di miopia istituzionale, ha partorito provvedimenti che offendono la ragione e flirtano con l’assurdo'?"
steviecooder: "Che senso ha dire 'non mi rappresentano' quando potresti dire 'le figure investite di mandato popolare sembrano animate da un fervore gestionale che ignora la mia esistenza con la grazia di un elefante in una cristalleria costituzionale'?"
steviecooder: "Che senso ha dire 'questo post è stupido' (vale per me) quando potresti dire 'l’elaborato digitale testé condiviso pare frutto di un’intelligenza in ferie, e si distingue per la sua audace assenza di senso e pudore intellettuale'?"
steviecooder: "Che senso ha dire 'ho bloccato un idiota' quando potresti dire 'ho esercitato il sacrosanto diritto di interdire l’accesso virtuale a un soggetto la cui eloquenza rasenta l’autolesionismo semantico'?"
steviecooder: Funkyy Ma no Il messaggio è un piccolo capolavoro di ironia linguistica: una caricatura del formalismo verbale, che trasforma una frase quotidiana in un delirio retorico degno di un telegramma ottocentesco spedito da un collegio gesuitico. l messaggio deve essere letto come una presa in giro dell’iper-formalismo che talvolta infesta il discorso pubblico—politico, burocratico, accademico. È come se dicesse: “Se anche per dire una banalità ci mettiamo il latinorum, allora siamo tutti complici di una comunicazione che preferisce l’apparenza alla sostanza.” Noi qui "Ci troviamo attualmente coinvolti in un’attività ludica la cui natura, già intrinsecamente incline al trastullo, si manifesta con tale zelo tautologico da far sospettare un sabotaggio semantico orchestrato da un comitato per la promozione dell’ovvio." (stiamo giocando)🤣🤣🤣😇
Ma no Il messaggio è un piccolo capolavoro di ironia linguistica: una caricatura del formalismo verbale, che trasforma una frase quotidiana in un delirio retorico degno di un telegramma ottocentesco spedito da un collegio gesuitico.
l messaggio deve essere letto come una presa in giro dell’iper-formalismo che talvolta infesta il discorso pubblico—politico, burocratico, accademico. È come se dicesse: “Se anche per dire una banalità ci mettiamo il latinorum, allora siamo tutti complici di una comunicazione che preferisce l’apparenza alla sostanza.”
Noi qui
"Ci troviamo attualmente coinvolti in un’attività ludica la cui natura, già intrinsecamente incline al trastullo, si manifesta con tale zelo tautologico da far sospettare un sabotaggio semantico orchestrato da un comitato per la promozione dell’ovvio."
(stiamo giocando)🤣🤣🤣😇