steviecooder: “Il Regno delle Viole-tte e i Tre Sciacalli”
Fiaba ironica per adulti con memoria e senso critico
C’era una volta , ma non abbastanza tempo fa da dimenticare , un imprenditore generoso, visionario e un po’ ingenuo, che aveva costruito un regno florido popolato da idee, prodotti e dipendenti felici. Ogni 5 del mese, come da rito, tre figure si presentavano al suo portone: Sin, Dac e Ati. Erano sempre sorridenti, ben vestiti, con cartelline piene di "richieste" , "obblighi" e "contributi solidali". L’imprenditore, per non fare torto a nessuno, li accoglieva con garbo e offriva loro delle Viole-tte , non fiori, ma preziosi gettoni di sudore e pazienza, estratti direttamente dal raccolto del suo lavoro. Ma quei tre, ahimè, non erano amici. Erano i Prenditori. Sciacalli travestiti da funzionari, che si nutrivano dei frutti altrui con la grazia di un audit e la fame di un decreto retroattivo. Ogni mese tornavano, sempre più affamati, sempre meno discreti. E ogni volta, il raccolto dell’imprenditore si faceva più magro, più stanco, più inutile. Finché un giorno, l’imprenditore disse basta. Lasciò il Regno dei Prenditori, dove chi crea viene tosato e chi prende viene premiato, e si trasferì nei Paesi dei Balocchi. Nei Paesi dei Balocchi, i veri imprenditori erano accolti come giardinieri della prosperità, non come bancomat ambulanti. Nei Paesi dei Balocchi, le Viole-tte fiorivano per chi seminava, non per chi timbrava. Le famiglie prosperavano, i prodotti crescevano, e nessuno si sognava di chiamare “solidarietà” il furto legalizzato. E Sin, Dac e Ati? Rimasti senza imprenditori da spolpare, si misero a vendere corsi motivazionali su come “ottimizzare la compliance fiscale” e “trasformare un prelievo coatto in un’opportunità narrativa”. Morale della fiaba? Chi semina lavoro merita frutti, non fauci. E se ogni 5 del mese bussano in tre col sorriso e le mani vuote.........non sono amici. Sono Prenditori travestiti da sistema.
Bugodelsugo: steviecooder la storiella si sviluppa nell'Agro Pontino, in provincia di Latina ? Dove i buoni imprenditori lasciano morire dissanguati i loro braccianti?
FiveStars: nanovolante La capicità di una persona non si misura su quanto prende in voti, ma da quel che sa fare e dall'etica che a quelli di oggi, ...manca!
FiveStars: nanovolante Se ne sei convinto tu! Io penso l'esatto contrario e sono triste per chi non arriva a capire e trattare la politica come tifo di calcio!
nanovolante: FiveStars per fortuna ci sono quelli come te che capiscono tutto. il grado di competenza dei 5 stelle è riassunto in Di Maio, Azzolina e Toninelli... senza dimenticare il miglior presidente del consiglio del mondo universo.
Rock: Roby6671... E vai di insulti! Chi non la pensa come me è un fascista, ma basta cambia insulti dai un po' più di fantasia! Se ti impegni c'è la fai! 🤣🤣🤣🤣🤣
Roby6671: Rock Mica ti ho insultato ...si vede che sei un Balilla , termine Vostro tra l ' altro se no faccio camerata o federale ...ma credo che balilla 🤡sia piu' appropriato
Roby6671: Rock wow e che ne sai tu balilla ? vai vai e non rompere ..ps : mi piace poi che ridi da solo ai post miei ti auto prendi per il c...un genio
Rock: Roby6671 lo so perché io ho perso del tempo a guardare i tuoi post faziosi e deliranti, mentre tu rispondi x luoghi comuni sai solo dire aria, aria o via, via un atteggiamento proprio maturo; rido ai tuoi post perché ovviamente sono RIDICOLI! Ma se non lo capisci tranquillo te lo spiego io!
Fiaba ironica per adulti con memoria e senso critico
C’era una volta , ma non abbastanza tempo fa da dimenticare , un imprenditore generoso, visionario e un po’ ingenuo, che aveva costruito un regno florido popolato da idee, prodotti e dipendenti felici.
Ogni 5 del mese, come da rito, tre figure si presentavano al suo portone: Sin, Dac e Ati.
Erano sempre sorridenti, ben vestiti, con cartelline piene di "richieste" , "obblighi" e "contributi solidali". L’imprenditore, per non fare torto a nessuno, li accoglieva con garbo e offriva loro delle Viole-tte , non fiori, ma preziosi gettoni di sudore e pazienza, estratti direttamente dal raccolto del suo lavoro.
Ma quei tre, ahimè, non erano amici.
Erano i Prenditori.
Sciacalli travestiti da funzionari, che si nutrivano dei frutti altrui con la grazia di un audit e la fame di un decreto retroattivo.
Ogni mese tornavano, sempre più affamati, sempre meno discreti.
E ogni volta, il raccolto dell’imprenditore si faceva più magro, più stanco, più inutile.
Finché un giorno, l’imprenditore disse basta.
Lasciò il Regno dei Prenditori, dove chi crea viene tosato e chi prende viene premiato, e si trasferì nei Paesi dei Balocchi.
Nei Paesi dei Balocchi, i veri imprenditori erano accolti come giardinieri della prosperità, non come bancomat ambulanti.
Nei Paesi dei Balocchi, le Viole-tte fiorivano per chi seminava, non per chi timbrava.
Le famiglie prosperavano, i prodotti crescevano, e nessuno si sognava di chiamare “solidarietà” il furto legalizzato.
E Sin, Dac e Ati? Rimasti senza imprenditori da spolpare, si misero a vendere corsi motivazionali su come “ottimizzare la compliance fiscale” e “trasformare un prelievo coatto in un’opportunità narrativa”.
Morale della fiaba? Chi semina lavoro merita frutti, non fauci. E se ogni 5 del mese bussano in tre col sorriso e le mani vuote.........non sono amici. Sono Prenditori travestiti da sistema.
Dove i buoni imprenditori lasciano morire dissanguati i loro braccianti?
A me pare che sempre più frequentemente i Carabinieri scoprono le vere sanguisughe.