Satira
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porcocanelivello 11
7 Dicembre 2019 - 3.606 visualizzazioni
IMMACOLATA CONCEZIONE

L'8 dicembre 1854, Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione, il che significa che da quel momento i fedeli furono OBBLIGATI a credere che Maria fosse stata preservata dal peccato originale fin dal proprio concepimento nel grembo di Anna.

Questo, infatti, è un dogma: CREDERE PER DECRETO se si desidera essere considerati buoni cristiani timorati di Dio e scansare le fiamme dell'inferno.

A nulla valse che il “PECCATO ORIGINALE” fosse un'invenzione di Paolo di Tarso, il quale dovette scovare un argomento valido per vendere al di fuori del mondo ebraico la dottrina che aveva costruito a tavolino intorno alla vicenda umana di uno dei tanti rabbi messianici di cui, ai suoi tempi, pullulava il Medioriente, schiacciato sotto il giogo di Roma.

La protagonista del penultimo dogma mariano dichiarato dalla Chiesa è quella povera donna che nei Vangeli canonici, usciti da Nicea, è sempre una figura sullo sfondo, trattata con arroganza dal suo stesso figlio, le cui rare parole sono sempre e comunque atti di obbedienza e sottomissione.

Promossa solennemente Madre di Dio a Efeso, nel 431, poté essere sovrapposta senza imbarazzo al culto della DEA MADRE, tanto che occorse costruirle intorno un alone di divinità “personale” e nel 553 il 2° concilio di Costantinopoli decretò la sua perpetua verginità, prima, durante e dopo concepimento e parto.

Evidentemente la Chiesa si ritenne soddisfatta per i 1300 anni successivi: esaurita la questione più spinosa, quella relativa alla sessualità di una figura divina (e per giunta femminile), risolta brillantemente rendendola semplicemente asessuata, non ci pensò più.

Fino al 1854, infatti, non vennero più proclamati dogmi mariani.

Nessun dogma, però, è mai nato dal nulla, ma o da esigenze di potere o da discussioni in seno al mondo cristiano, dove ci sono sempre stati personaggi che non hanno avuto (né purtroppo hanno) di meglio da fare se non disquisire su questioni di lana caprina.

E poiché quello del peccato originale è uno dei cardini sui quali si regge l'intero impianto paolino, la faccenda saltò fuori prepotentemente: poteva forse la Madre di Dio – divino contenitore del Verbo – essere stata macchiata dall'immonda colpa?

Però la rapidità decisionale non è mai stata una caratteristica di santaromanachiesa. Se si eccettua quel gran sessuofobo di Agostino di Ippona e alcuni altri suoi colleghi ossessionati dagli esecrabili piaceri della carne, la questione iniziò a essere dibattuta a partire dal VI/VII secolo, con la celebrazione, in Oriente, di «Feste della Concezione di Maria», ma occorre giungere al IX secolo per vedere qualcosa di simile in Occidente e in particolare in Italia e le diatribe diedero il via a ulteriori discussioni che ricevettero impulso soprattutto dopo la seconda metà dell'anno 1000, gettando scompiglio tra i teologi, molti dei quali affilarono le armi.

è il caso, per esempio, di Bernardo di Chiaravalle, uno dei tanti psicopatici che santaromanachiesa ha elevato alla gloria degli altari, il quale, nonostante la sua devozione patologica alla Vergine, a sorpresa si scagliò contro i Canonici di Lione che avevano introdotto nella loro liturgia una Festa della Concezione immacolata di Maria.

Una piccola precisazione: ho definito “patologica” la devozione mariana di Bernardo di Chiaravalle poiché il sant'uomo parlava, nei suoi sermoni, di “santi baci” o dei seni di Maria che «si rigonfiano a vista d'occhio», facendolo addirittura cadere in deliquio.

Di parere contrario, nello stesso periodo in cui il buon Bernardo si indignava con i Canonici di Lione, fu un certo Eadmero di Canterbury, amico, discepolo e biografo di Sant'Anselmo d'Aosta, che nel “Trattato sulla Concezione di Santa Maria” rispolverò un principio sul quale la Chiesa campa ancora oggi, quello del «Potuit, decuit, ergo fecit» (“Dio poté, fu conveniente, dunque lo fece&rdquo😉: affermò, infatti, che Dio può fare ciò che gli pare, dal momento che è onnipotente, quindi anche, in questo caso, derogare alle proprie leggi e preservare “qualcuno” dal peccato originale a proprio piacimento se ne riscontra l'utilità.

Il dibattito teologico sullo spinoso argomento proseguì, spesso anche con toni accesi, per alcuni secoli, finché il 17 settembre 1439 il concilio di Basilea dichiarò l'Immacolata Concezione «conforme al culto della Chiesa, alla fede cattolica e alla sacra Scrittura».

Ma siamo ancora lontani dal dogma, ossia i fedeli furono lasciati liberi di credervi o non credervi: la dichiarazione di Basilea servì, in buona sostanza, a consentire la celebrazione di feste liturgiche, che ovviamente si moltiplicarono.

Nel 1708, infine, Clemente IX decretò che quella dedicata all'Immacolata concezione di Maria divenisse “festa di precetto”, ossia di quelle cui ogni buon cattolico è obbligato a partecipare.

Ma ancora una volta la Chiesa – forse consapevole che l'avrebbe sparata un po' troppo grossa – non si pronunciò sul relativo dogma.

E non approfittò nemmeno dell'assist che la Madonna apparsa a Caterina Labouré nel 1830 le fornì su un piatto d'argento, dettando alla veggente una preghiera che recita: «O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi».

Il 16 giugno 1846 salì al Soglio di Pietro Giovanni Maria Mastai Ferretti Da Senigallia, che assunse il nome pontificale di Pio IX.

Manco a farlo apposta, solo tre mesi dopo, a La Salette, la Madonna si rifece viva con due pastorelli, Mélanie Calvat e Maximin Giraud, ma il messaggio che consegnò ai veggenti – scritto e riscritto da Mélanie, l'unica sopravvissuta, cacciata di forza in convento dalle autorità ecclesiastiche francesi – non piacque al papa – che lo ricevette nel 1851 – poiché conteneva aspre accuse nei confronti della Chiesa, cui imputava la responsabilità di attirare «sulla terra i mali maggiori».

Pio IX fu il pontefice cui toccò fronteggiare le patate bollenti del Risorgimento e della Questione romana, che lo misero in crisi sia dal punto di vista politico come sovrano dello Stato pontificio, sia per ciò che riguardò il proprio prestigio di capo spirituale della Chiesa cattolica, in seno alla quale serpeggiavano sempre più malumori e critiche.

Così Pio IX – che sul versante politico si era assicurato la protezione dell'imperatore francese Napoleone III – si trovò costretto a rinverdire la propria autorità spirituale e l'8 dicembre 1854 pose fine a una querelle che si dibatteva da oltre un millennio proclamando il dogma dell'Immacolata Concezione.

Ben sapendo, però, che questo atto unilaterale, compiuto senza consultare alcun collegio cardinalizio, come di prassi avrebbe dovuto avvenire, avrebbe suscitato lo scontento di parte della Chiesa, si premurò di attribuire a se stesso un'aura di santa ispirazione divina e nella bolla Ineffabilis Deus dichiarò:

«Dopo aver presentato senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno, le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l'assistenza dell'intera Corte celeste e dopo aver invocato con gemiti lo Spirito Paraclito; per sua divina ispirazione, ad onore della Santa, ed indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli».

Non abbastanza soddisfatto, tentò di aggiungere un autentico COLPO DI TEATRO, con annessi effetti speciali e la mattina dell'8 dicembre, mentre era intento a comunicare il testo della bolla in San Pietro, approfittò di un raggio di sole (in seguito descritto come “fascio di luce proveniente dall'alto&rdquo😉 che lo colpì, che fu enfatizzato dai suoi (pochi) sostenitori e gabellato come approvazione celeste alla pronuncia del controverso dogma.

Le aspre critiche, però, continuarono, così (cito testualmente da una fonte agiografica):

«Pochi mesi dopo, il 12 aprile 1855, un altro episodio misterioso. Lo stesso Pio IX è in visita al Collegio di “Propaganda Fide”, in via Nomentana. All'improvviso il pavimento sprofonda. Ci ha messo lo zampino il diavolo in persona? L'ultimo Papa re mostra una sorprendente lucidità e, nel preciso istante del crollo grida: “Vergine Immacolata, aiutaci!”. Tutti rimangono miracolosamente illesi».

Occorreva forse altro?

In realtà, sì, perché quel dogma continuava a far discutere, a creare malumori e contrasti, a minare l'autorità di Pio IX. Il papa non sapeva più – è proprio il caso di dirlo – a che santo votarsi, il dogma dell'infallibilità era ancora lontano e forse in quel momento gli parve poco opportuno proclamarlo (lo avrebbe estorto ai padri conciliaristi del Vaticano I solo il 18 luglio 1870).

Nel 1858, però, come una vera grazia dal Cielo, gli giunse una notizia che gli allargò il cuore: a Lourdes, uno sperduto paesino dei Pirenei, una certa Bernadette Soubirous, di quattordici anni, andava affermando di avere incontrato una “Signora” in un sito fino a quel momento adibito a discarica. Nella popolazione locale e perfino nei paesi limitrofi si era diffusa la convinzione che si trattasse della Beata Vergine Maria, anche se la ragazzina si ostinava a chiamare quella visione con l'epiteto di “Aquerò”, che non è un nome proprio ma, in dialetto occitano significa “quella là”.

La storia di Bernadette è quella di tutte le veggenti ottocentesche: fu gioco forza, per lei, entrare nel convento delle Suore della Carità, prima come postulante all'ospizio di Lourdes, poi a Nevers. Corrosa da una tubercolosi ossea che l'accompagnava fin dall'adolescenza, morì il 16 aprile 1879, all'età di trentacinque anni, perseguitata durante la breve vita da stuoli di avvoltoi clericali che continuarono a interrogarla fino al suo ultimo respiro per farle raccontare ciò che era accaduto a Massabielle e trarne una versione accettabile da poter utilizzare per confermare definitivamente il «Constat de supernaturalitate» alle apparizioni di Lourdes.

In realtà questo «Constat de supernaturalitate», che è la formula attraverso la quale la Chiesa riconosce ufficialmente la soprannaturalità di un evento, era già stato dichiarato – a tempo di record in relazione alle consuete lungaggini della Chiesa – nel 1862: Pio IX non si era certamente lasciato scappare l'occasione di far avallare il suo controverso dogma dall'interessata stessa, cui nella sedicesima apparizione, quella del 25 marzo, era stato fatto dire: «Que soy era Immaculada councepciou» (“Io sono l'Immacolata Concezione&rdquo😉.
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Vaccata