Chiacchiera
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28 Settembre 2022 - 4.777 visualizzazioni
auto elettrica un flop lungo 2 secoli

La Fiat Panda Elettra aveva un motore elettrico da 9,2 kW anteriore, alimentato da 12 batterie al piombo da 6V che garantiva una velocità massima di 70 km/h e un’autonomia di 100 km. La ricarica si completava in 8 ore attraverso la presa domestica. La Panda Elettra si basava sulla Panda CL, a cui era stato rinforzato il sistema dei freni, ammorbidito le sospensioni e dotata di pneumatici maggiorati. Più curati gli interni rispetto alla standard, Era disponibile solamente a due posti.

Dal suo debutto nel 90 ad oggi le auto elettriche sono cambiate tantissimo, ma non le infrastrutture di ricarica italiane, che rimangono carenti e costose, tale da rendere insostenibile il passaggio all’elettrico.

Comparsi i primi prototipi dimostrativi nella prima metà dell'Ottocento, tra i quali si ricorda la carrozza elettrica realizzata da Robert Anderson tra il 1832 e il 1839, il primo prototipo evoluto di autovettura elettrica fu costruito dal britannico Thomas Parker nel 1884, utilizzando delle batterie speciali ad alta capacità da lui progettate, sebbene la Flocken Elektrowagen del 1888, del tedesco Andreas Flocken, sia comunemente indicata come la prima autovettura elettrica mai realizzata.

La propulsione elettrica era tra i metodi preferiti di locomozione per gli autoveicoli tra la fine del XIX
secolo e l'inizio del XX secolo, in quanto fornivano un livello di comfort e di affidabilità che non poteva essere raggiunto attraverso le macchine a combustione del tempo.

I veicoli elettrici a batteria (BEV), prodotti dalle ditte Anthony Electric, Baker Electric, Detroit Electric e altre, nel corso dei primi anni del XX secolo e per un certo tempo, si vendettero di più rispetto ai veicoli a combustione. A causa però dei limiti tecnologici delle batterie, e della mancanza di una qualsiasi tecnologia di controllo della carica e della trazione (a transistor o a valvola termoionica), la velocità massima di questi primi veicoli elettrici era limitata a circa 32 km/h.

Successivamente, i progressi tecnologici nel settore automobilistico portarono l'affidabilità, le prestazioni e il comfort dei veicoli a benzina a un livello tale per cui il conseguente successo commerciale relegò i veicoli elettrici in pochissimi settori di nicchia. Il parco di autoveicoli elettrici alla fine del XX secolo raggiunse il picco di 30 000 unità su scala mondiale.

A partire dalla fine degli anni novanta del XX secolo, la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per le batterie fu pilotato dalla impetuosa crescita della domanda di computer portatili e di telefoni cellulari, con la richiesta da parte dei consumatori di schermi più larghi e più luminosi e di batterie di durata più lunga. Il mercato dei veicoli elettrici ha beneficiato grandemente dei progressi ottenuti, in particolare dalla ricerca sulle batterie basate sul litio.
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