Chiacchiera
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26 Maggio 2022 - 4.431 visualizzazioni
“ IL DIAVOLO CI HA MESSO LO ZAMPONE ".

Una laurea ottenuta grazie ad un caso di omonima. Protagonista della vicenda, come riportato dal quotidiano Repubblica, è il professore della facoltà Sergio Barile, docente di Economia dell'Università “La Sapienza” , che nei giorni scorsi è stato rinviato a giudizio per induzione in falsità ideologica.

Il docente si difende: "Non mi sono accorto che gli esami li aveva dati il mio omologo, vivo una situazione kafkiana". Nel 2003 Barile e una persona che aveva il suo stesso cognome e data di nascita, si iscrivono alla facoltà di Fisica. Quando il professore di Economia chiede il riconoscimento dei suoi esami, se ne vede riconosciuti una decina e abbandona Fisica.
Il suo omonimo, invece, prosegue . A un certo punto Barile viene chiamato dalla segreteria dell'università e gli dicono che gli manca solo la tesi per laurearsi in Fisica.
Un errore di cui Barile approfitta . Il docente, secondo gli inquirenti, si accorge della svista ma non fa niente e si porta a casa il nuovo titolo. Lo stesso Barile, però, sottolinea "di aver fatto notare agli amministrativi l'abbaglio e di essere stato rassicurato". Insomma gli sarebbe stato comunicato che era tutto regolare. A questo punto il professore, "rassicurato avrebbe discusso la tesi".


Secondo il pubblico ministero , però, il docente non poteva ignorare che gli esami sostenuti non fossero sufficienti a conseguire la laurea. “Io non ho intuito niente" dice a Repubblica il professore, aggiungendo:

"Il diavolo c'ha messo lo zampino . Ce l'hanno messo tutti, compresa la casualità. Lo scambio di persona è avvenuto non solo perché abbiamo lo stesso nome e perché siamo nati nello stesso giorno, ma il mio omonimo si è iscritto fuori corso nello stesso giorno in cui io mi sono iscritto al corso di laurea in Fisica. Non solo: proprio in quei mesi il cervellone della Sapienza è migrato da un sistema informatico a un altro".


Barile è accusato di falso ideologico per aver tratto profitto dalla vicenda, ma lui contesta questo punto:

“Non ho tratto nessun profitto, nel senso che mi è stato subito comunicato che la laurea non era valida, quindi non ho avuto alcuna occasione per approfittarne. Possiamo dire così: se ho approfittato è perché mi sono divertito a discutere quella tesi".
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