Vaccata
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13 Gennaio 2022 - 6.165 visualizzazioni
Dal nostro tomo La Divina Commedia - Quasi mille anni dopo Libro I, Canto III - Fiume Acheronte: NOSTROMO SCHETTINUS traghetta le anime verso gli Inferi

"Alacremente, tentavan essi de salir sovra un gran veliero che la scripta “Discordia” portava sullo fianco. A stiparli con forza intro la stiva, v'era un tarchiato homine lo cui nomen or mi sfugge. Rimembro sol che er'elli di non acuto intellecto e che, accortosi della di noi presentia, c'apostrofò: «Uè uè, ca' ci state a fà accà? Non è luogo pe' voi chisto naviglio. Spicciatevi a turnà ove si miran le stelle ca' sennò vi ci faccio turnà i' a calci.»

Sanza perder l'austero portamento o farsi intimorir da favelle tam inaspettate quam volgari, lo meo precettor subitamente rispuose: «Acquietati stolto! Lo tuo irrispettoso parlar non si confà a galantomini del nostro calibro: nettati le fauci prìa de rivolgerti nòvamente nobis. Ego son Pierilio et elli è lo poeta Durante, che d'esti lochi dev'esser testimone. Ecco li due biglietti che ci consenton de transitar sul tuo natante.»

Ciò dicendo mostrò allo stipator d'anime due aurei papelli et ello, cum li oculi iniettati d'odio e sanguine, di malavoglia annuì: «Vabbuò ma a me pare 'na strunzat' chisto viaggio nell'inferi
. Spicciatevi a salir che tra poco salpiamm.»"
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